Strage di Parigi: (quasi) un giorno da siriani. Ma noi siamo davvero meglio dell'ISIS?

(di Andrea Cucco)
15/11/15

132 vittime. Il peggior attentato terroristico avvenuto in Europa dopo la strage dell'11 marzo 2004 alla stazione di Atocha a Madrid che ne contò ben 191. Il mondo civile, democratico, illuminato e colto è shoccato...

A sangue caldo in pochi potranno condividere ma permettete un raffronto. Il quarto di milione di vittime della guerra civile siriana - alimentata attivamente dalle monarchie del Golfo, dagli Stati Uniti, da paesi europei (tra cui la Francia) e altri colleghi Nato quali la Turchia - diviso per i 1700 giorni trascorsi dai primi scontri (15 marzo 2011) dà 147 morti al giorno. E' un computo orribile ma non cinico. E' un'operazione che serve a far comprendere quanto l'abominio messo in atto l'altro ieri sera abbia soltanto sfiorato la media che quotidianamente si vive in Siria da 5 anni.

Siamo dunque sicuri di essere migliori degli estremisti che tanto disprezziamo?

Beninteso, quei bastardi che compiono certe atrocità (basta andare su YouTube e scrivere “Syria 18+” per assistere ad alcune delle azioni più nefande della storia) vanno sterminati.

Ricordiamo però che se riusciamo ad ignorare altre stragi distogliendo lo sguardo e facendo finta di nulla, non siamo migliori di loro.

Quando reagiamo? Nel momento in cui si avvicinano e colpiscono dei concittadini, magari dei cristiani?

L'islamicità dei militanti dell'ISIS equivale al grado di cristianità dei “crociati” occidentali nella loro propaganda.

Nessuno in occidente crede che la guerra contro il sedicente Stato Islamico sia una “crociata”, se è dunque impossibile perché siamo invece così convinti che i nemici siano “gli islamici”?

Perché è la loro fede?

E noi possiamo davvero considerarci cristiani?

Il problema di fondo è che stroncheremo gli uomini in nero, tuttavia, nel momento in cui verrà freddato l'ultimo nemico, crederemo che una sacra giustizia abbia prevalso. Ma se continuiamo ad illuderci che il sangue di un siriano o di un iracheno (ma anche afghano, nigeriano, libico, filippino, nepalese,...) sia meno rosso del nostro abbiamo già fallito: siamo e saremo solo degli ipocriti.

Ricordiamo quando in contemporanea al massacro di Charlie Hebdo, oltre alle 20 persone in Francia, ne furono ammazzate 2000 in Nigeria? Qualcuno sfilò per loro?

L'eco dell'uccisione di un occidentale, se prima era più importante di 100 africani, oramai vale 2000 siriani. Domani?

Siamo migliori dell'ISIS se non decidiamo di guardare negli occhi il male - partendo quindi da uno specchio - e combattere senza timori reverenziali l'ingiustizia sempre, ovunque e comunque?

Diciamoci di sì e procediamo come abbiamo fatto finora: stando a guardare. In caso contrario rischieremmo davvero una nuova guerra, ma non contro un singolo "Stato", una mondiale.