Marò ed arbitrato, qualche precisazione

14/07/15

La notizia ANSA del 13 luglio che l'’India si avvia ad accettare la richiesta italiana di arbitrato internazionale ha improvvisamente risvegliato un lungo letargo che ha coinvolto molti esponenti politici e dell'’informazione.

Parole roboanti, infatti, ci stanno sommergendo per annunciare un successo quasi impossibile. Le decisioni di oggi, sostiene la Farnesina, confermano il consolidamento del percorso arbitrale intrapreso dall'Italia il 26 giugno", dimenticando che l'’iniziativa internazionale in itinere era già stata preparata ed era pronta fin dal 18 marzo 2013, improvvisamente annullata dal Governo del momento.

Dimenticanze o scelte comunicative?

La seconda ipotesi apparirebbe più plausibile considerando che i comunicati di quel giorno sono ancora online sul sito del MAE (leggi).

Lo abbiamo ricordato più volte ma di fronte a non spiegabili dimenticanze di informazione che sembrano affliggere moltissimi organi di comunicazione italiani si ritiene quanto mai opportuno porre in essere un antica raccomandazione, “il ripetere aiuta”.

Oggi anche sulle pagine del Corriere della Sera il dott. Taino evidenzia come normale questa scelta con parole inequivocabili “Soprattutto, si è confermata una scelta normale nei contenziosi tra Stati, che non necessariamente comporta scontri aspri ma che anzi ha la possibilità di creare chiarezza. Aggiunge anche in un comunicato, ieri, il ministero degli Esteri italiano ha sostenuto che la decisione del governo indiano di partecipare all’'arbitrato e l'’allungamento della permanenza in Italia di Latorre —- «ancorché per un periodo inferiore a quello da noi richiesto» —- confermano «il consolidamento del percorso arbitrale intrapreso dall'’Italia il 26 giugno»”, dimenticando però di evidenziare che si sono persi più di due anni a totale danno dei nostri militari.

Imprecisioni non condivisibili da chi scrive come me per passione e non per professione. Preferisco, dunque, rammentare quei giorni lontani in quanto li ritengo una parte fondamentale nell'’intera vicenda. Fatti che a mio modesto parere stigmatizzano l’'assoluta indifferenza di qualcuno che ai vertici dello Stato preferì fare scelte di opportunità prediligendo la difesa di interessi economici reputata prevalente rispetto a quella dei diritti umani e giuridici di due cittadini italiani implicati in problemi conseguenti ad “incarichi di Stato”. L’'ho fatto in varie occasioni e non in ultimo oggi con un pensiero pubblicato dalla testata “InTerris” che ripropongo: http://www.interris.it/2015/07/14/66301/intervento/maro-due-anni-buttati-via.html

Due Governi si sono succeduti da quel marzo del 2013, moltissime le parole ma zero fatti. Oggi si ritorna a percorrere una strada che era stata aperta nel passato osannandola come un successo politico conseguente ad un attento lavoro diplomatico, ma si tralascia di analizzare una frase del rappresentante del Governo indiano (Solicitor General), Ranjit Kumar, che ha precisato tra l’'altro all'ANSA “che l'India "parteciperà per dire agli arbitri che la giurisdizione è nostra e non dell'Italia".

Tante le dichiarazioni, non in ultima quella dell'onorevole Fabrizio Cicchitto (Ncd) che all'’ANSA ha parlato di "passi significativi frutto di un lavoro difficile sia del governo Letta sia di questo governo", dimenticando che tutto era stato preparato ed avviato più di due anni orsono.

A quando una commissione di inchiesta parlamentare?

Fernando Termentini