Italia: la situazione è grave e (stavolta) anche seria!

(di Andrea Cucco)
23/12/24

Il mondo si prepara ad entrare in guerra. Ogni paese ha aumentato o sta aumentando le spese per la Difesa in una proporzione tale che solo uno sciocco potrebbe considerare “coerente con le attuali minacce”.

Il nuovo segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha recentemente proposto di incrementare le spese per la difesa ad oltre il 3% del PIL e ha esortato i paesi membri ad adottare una "mentalità di guerra" per prepararsi alle prossime sfide. Parallelamente, il prossimo presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha espresso l'intenzione di chiedere agli alleati della NATO di aumentare le loro spese per la difesa fino al 5% del PIL.

Forse per qualche arruffapopolo potrebbe esserci dietro una mera speculazione opportunistica per lucrare su fobie "ovine", tuttavia c’è un aspetto che stona: i prossimi sfidanti si stanno armando da molti anni con imponenti programmi militari assolutamente lontani da una qualunque prospettiva di pace. Un esempio? Pensiamo solo ai 22,5 miliardi (“miliardi”, non “milioni”) di dollari in programma sul suolo statunitense per depositi, arsenali ed impianti di produzione di munizionamento. Da parte cinese gli interventi non sono meno intensi. Osserviamone solo la già enorme esperienza accumulata nell’adozione dell’AI nella gestione militare di ricerca, progettazione, simulazione, produzione e... comando e controllo di vertice delle forze armate. Questo mentre da noi si sollevano buoniste questioni etiche... quando ogni ritardo e svantaggio costerà milioni di vite, oltre all’esito finale! E parliamo del campo quantistico: in secondi o frazioni di secondo, ciò che richiederebbe anni a computer classici.

Gli italiani non sono intelligenti? Assolutamente no. Siamo i più dotati sul pianeta, se l’intelligenza è capacità di adattamento…È la rapidità che manca.

Cosa impone la realtà? Intuizione: svegliarsi sulla linea di partenza di un gran premio con tutti che fanno rombare i motori ed accorgersi di essere al minimo. Sarebbe bello restarne fuori, ma l’auto che rimane ferma al via è regolarmente travolta e distrutta.

Cosa fare allora? Innanzi tutto aprire gli occhi o tirar fuori la testa dalla buca.

Un grande classico del cinema italiano (in altro contesto) insegnava: “Cos'è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d'esecuzione!. La prima ci è innata, la seconda bendata, la terza millantata e la quarta defunta: pensiamo solo alle dotazioni inutili come i carri armati Ariete “aggiornati” obsoleti e costosissimi (che prima o poi – tardivamente – arriveranno) o alle centinaia di blindatini autarchici in tempi da corazzati. Tutti in consegna senza sistemi antidrone...

Ma l’eventuale malversazione di denaro è nulla rispetto alla carenza di numeri: la guerra è anche “volontà” collettiva e non c'è né consenso pubblico né le conseguenti riserve di forze. Al momento la “nazione italiana” è all’ultimo posto al mondo per propensione al Sacrificio (sondaggio Gallup: solo il 14% degli italiani sarebbe disposto a combattere per il proprio Paese in caso di guerra).

Questo dato dovrebbe far alzare più di un sopracciglio. Non perché sia in sé preoccupante o scandaloso, bensì perché è evidente che sono anni che qualcuno (o più di qualcuno) lavora per annullarci. Si chiama “manipolazione dell'opinione pubblica” e rientra in un preciso campo di battaglia: il dominio cognitivo. Parliamo della capacità di influenzare e controllare i processi mentali e decisionali di individui o di (ops!) collettività attraverso l'uso strategico dell'informazione, della propaganda e di tecniche psicologiche. Il dato (“ultimi del pianeta”) ci dovrebbe far comprendere che siamo sotto attacco da tempo?

Con la parte più intensa della guerra mondiale che potrebbe presto cominciare, abbiamo dunque già perso? Non è detto, ma basterà il primo – inevitabile – “colpo” per far crollare il castello di carte. A quel punto l’86% degli italiani comprenderà che Patria è qualcosa che va oltre il teatrino politico, la retorica, gli interessi di qualcuno, la propaganda o il governo del momento.