"I cento anni da pecora" (l'editoriale breve del direttore)

21/01/14

Ieri il Ministro Mauro è intervenuto sul caso Marò al GR1 delle ore 13:00: “La Corte Suprema Indiana riconosce la fondatezza delle rimostranze italiane, perché era stata proprio la Corte Suprema ad annullare il primo verdetto, ritenuto ingiusto, e soprattutto riconosce che da troppo tempo non si rende ragione delle accuse ai nostri Fucilieri di Marina.

Quindi, l’impegno a condensare in due settimane un’accelerazione vera e propria dei tempi e dei modi del processo rispetta i diritti dei nostri Fucilieri e noi ci auguriamo che sia l’anticipazione di quella che è per noi la conclusione più ovvia: il riconoscimento della loro innocenza”.

Forse, in mezzo a tante che si sentono sui media, sul web, al bar, dico anch'io la mia boiata... ma la questione dei due marò non doveva SOLAMENTE essere che li dobbiamo processare noi?

Questo a meno che, anticipare esiti di una sentenza che SOLAMENTE la magistratura italiana dovrà emettere, non possa facilitare agli indiani la decisione di rimpatriare i due marò.

Ma che sciocco! In fondo l'ovvio auspicio del ministro della difesa non conta nulla.

Andrea Cucco

 

In questi anni di profonde analisi (politiche, televisive...) ci siamo divisi tra colpevolisti ed innocentisti senza capire che non è, e non deve essere, l'innocenza a permettere il ritorno in patria dei marò.

Dovrà essere il ripristino della violata giurisdizione nazionale sul caso a farlo.