Governo subito!

(di Andrea Cucco)
31/03/18

Avevano previsto tempi lunghi per le presidenze delle Camere. I fatti hanno dimostrato che, quando si vuole, si raggiunge qualsiasi risultato in tempi brevi.

Ci stiamo avvicinando al mandato per un nuovo governo e si “riprevedono” tempi lunghissimi, incompatibilità, giochi ed alleanze strane per non mollare poltrone (soprattutto decine di migliaia di “poltroncine”...).

Se il Paese attraversasse un periodo felice potremmo permetterci il lusso dei rituali giochi politici al rialzo, dei ricatti, dei compromessi. Ma non è questo il tempo.

L'Italia è stuprata da anni di coma politico che l'hanno fatta decadere come soggetto politico e come potenza economica. Quando la media (!) mondiale dei Paesi cresce del 3%, NON è un risultato positivo progredire dell'1%, neanche del 2%! Significa rimanere indietro di anno in anno di un valore che in pochi lustri diviene irreparabile...

Il rilancio dell'economia impiega tuttavia tempo a mostrare i suoi effetti. Il riscatto di un Paese - in mano agli strozzini - lasciamolo dunque agli esperti (della lotta all'usura).

È l'inedia politica la vera emergenza. Vi sono scelte da fare e non può essere il “governo” dimissionario che qualcuno vorrebbe - con accanimento terapeutico – prolungare all'infinito, a compiere oggi scelte gravi.

La carenza di una leadership non è però un dramma recente. Scoprire che già ai tempi del bombardamento (illegittimo) della Libia di Gheddafi i jet di altri Paesi europei attraversavano senza autorizzazione – soprattutto senza alcuna “reazione” – lo spazio aereo nazionale la dice lunga sul rispetto di cui godiamo tra gli alleati. E Gheddafi era un amico, difficile e spesso volubile, ma lo era.

La Libia ha rimandato la fine dello stupro d'oltremare con elezioni a fine anno. Lo ha deciso in attesa di avere nell'Italia nuovamente una “sorella” finalmente sincera? Potrebbe essere.

In questi ultimi giorni si continua a far danno. L'altro ieri abbiamo obbedito alla richiesta di espulsione di diplomatici russi (ma solo due) per “solidarietà” atlantica per il presunto attentato, demenzialmente “firmato”, all'ex agente Skripal. Alla faccia della patria del diritto! Ci siamo chinati alla pratica delle tante “leggi del sospetto” che dalla rivoluzione francese, passando per il nazismo, fino ai nostri giorni hanno permesso abusi immensi. In caso di inequivocabile accertamento di responsabilità si può anche chiudere una sede diplomatica. Agire timidamente e sempre in coda ad altri ci rende, ancora una volta, agnelli da scannare agli occhi di tutti, finti amici in primis. E in questo caso la Pasqua non c'entra...

D'altra canto la sicurezza con cui l'attuale presidente del consiglio condannava, esattamente un anno addietro, il “regime di Assad”, a giustificazione del bombardamento USA di una base siriana in risposta ad un presunto utilizzo di gas, la dice lunga sull'amore, se non per la verità, almeno per i fondamenti del diritto internazionale (leggi).

Serve un governo finalmente dalla parte dell'interesse nazionale o, nel caso sia impossibile, almeno dalla parte giusta. Come insegna Sarkozy prima o poi la verità salta sempre fuori. E sull'ex presidente francese nulla vieta di pensare che ci sia stata una manina che l'abbia tirata fuori... Prima non si sapeva?

Rimandare anche di poco la nascita del Governo ci lascia in balia di gente che un intero popolo ha trombato con decisione alle urne. Non accordarsi non ha scusanti: l'esito delle elezioni era già prevedibile da tempo.

Il mondo della Difesa è sempre stato un sobrio e distaccato spettatore della politica. Non sono pochi i militari che mi hanno testimoniato di aver caricato - stavolta - in auto la nonna e i prozii ultranovantenni per portarli a votare...

Non formare il Governo di cui ha bisogno con urgenza il Paese rappresenterebbe quindi un tradimento, un raggiro dei troppi delusi che hanno voluto dare un'ultima possibilità alla politica. Metterli ulteriormente alla prova, potrebbe essere controproducente – sondaggini dell'ultim'ora a parte – per gli attuali vincitori.

Fate presto. Per l'Italia ...o almeno per gli italiani!