Fincantieri: polemiche e poltrone. Un nuovo Figliuolo alla guida?

(di Andrea Cucco)
12/04/22

Da oltre un mese le notizie che riguardano Fincantieri, il più importante gruppo cantieristico navale d’Europa, riguardano due aspetti: polemiche e poltrone.

Le prime sono il risultato della oramai nota telefonata in cui l’ex primo ministro D’Alema afferma “siamo convinti che riceveremo tutti noi 80 milioni di euro”, registrata (“illegalmente”) ai margini di un’intermediazione per un ricco contratto con la Difesa colombiana. Massimo D’Alema ha preso le distanze dalla chiave di lettura fornita da alcuni e in più di un’intervista, tra cui Repubblica, ha spiegato di non aver mai preso un euro, non aver contratti con nessuno, e che per lui era importante far conseguire un risultato a Leonardo e Fincantieri.

La fiducia da riporre in D’Alema deve essere davvero cieca quando afferma: temo che tutto questo clamore avrà l’unico effetto di far perdere alle imprese italiane una commessa da 5 miliardi”. Ricordando simili esperienze elicotteristiche indiane, come non dargli torto!

Quando parliamo di aziende pubbliche (o a controllo statale) è la reputazione nazionale ad essere in gioco. Tale valore è stato, comunque vadano le cose, compromesso.

In questi giorni sarebbero in via di rinnovo le massime cariche di Fincantieri. I candidati predestinati o comunque favoriti per le posizioni di vertice sembrano essere stati tutti coinvolti direttamente o indirettamente nell’affaire colombiano.

Saranno ora, da tradizione, nomi graditi a partiti, cordate o... “altro” a prevalere.

Dopo la risolutiva esperienza dell’affidamento dell’incarico di commissario straordinario per l'emergenza COVID al generale Figliuolo, perché non ripetere la formula? Un militare con esperienza nel settore, potrebbe non mandare in malora i risultati (finalmente positivi) dell’ultimo anno di Fincantieri, disciplinarla e portare in dote l’alta fiducia riposta dai cittadini nelle Forze Armate?

Foto: Marina Militare