25 aprile: domani è un altro giorno…

(di Andrea Cucco)
25/04/25

Oggi è stato celebrato il 25 aprile. Ci hanno riraccontato, con voce solenne, la storia di un popolo che ha saputo riscattarsi, che ha scelto la libertà e la democrazia, che ha voltato pagina con coraggio e dignità.

Le istituzioni hanno deposto corone, le autorità hanno pronunciato discorsi vibranti, le piazze si sono riempite di bandiere e inni. Si è parlato di unità, di valori condivisi, di memoria da custodire. Si è ribadito che il 25 aprile è la festa di tutti, il giorno in cui l'Italia ha ritrovato se stessa.

In alcune città si sono verificati momenti di tensione durante i cortei, con contestazioni e scontri tra diversi gruppi di manifestanti. Episodi che evidenziano come la memoria della Resistenza sia ancora terreno di confronto e, talvolta, di divisione.

D’altro canto, se ancora oggi si nega fanciullescamente che abbiamo perso l’ultimo conflitto – e ci si compiace di chiamare “armistizio” una “resa incondizionata” – quale obiettività possiamo mai rappresentare, quando tentiamo di uscire dal nostro recinto?

Non si è fatto cenno alle complessità, alle contraddizioni, alle ferite non rimarginate. Non si è parlato delle epurazioni sommarie, delle vendette o degli errori commessi in nome della giustizia (prima e dopo il 25 aprile 1945).

La libertà richiede vigilanza e verifica. Per fortuna viviamo oggi in un’Italia democratica e con una libera informazione a garanzia...

La retorica del 25 aprile ci offre un'immagine rassicurante, ma rischia di trasformare la memoria in rito, la storia in mito, la riflessione umana in celebrazione pappagallesca.

Foto: presidenza del consiglio dei ministri