Perché Apple e Linux non hanno virus?

(di Alessandro Rugolo)
16/03/20

In questo periodo è difficile parlare di virus informatici, ma ci provo lo stesso in quanto l'argomento interessa molti di noi, in particolare in un momento come questo in cui si è costretti a lavorare da casa (cosiddetto telelavoro) con i mezzi che si hanno a disposizione.

In particolare occorre fare attenzione a quei comportamenti indotti dovuti alla scarsa conoscenza dell'informatica o alla diffusione di "favole moderne".

Diversi lettori mi hanno posto domande sui virus (informatici, sia chiaro), in particolare sulla presunta immunità dei sistemi Apple e Linux. Ribadisco "presunta immunità", in quanto le cose sono diverse.

Per il lettore frettoloso diciamo subito che Apple e Linux non sono immuni da virus.

Ora, consapevole che chi continua a leggere non fa parte della categoria dei lettori frettolosi, vediamo qualche caso e cerchiamo di capire cosa ci sia dietro questa diceria che continua a circolare.

Il primo virus trovato in rete nel 1971, si chiamava Creeper, e fu scritto da Bob Thomas che lavorava per la BBN technologies, si diffuse attraverso quella che sarebbe diventata l'odierna Internet, allora Arpanet

I sistemi operativi dei computer che vi erano collegati erano… no, non si trattava di Windows! Anche perché la società nasce nel 1975 e comincerà ad occuparsi di sistemi operativi nel 1980, con il SO Xenix (una versione di Unix) e poi con MS-DOS, Windows ancora non esisteva!

Il primo virus invece, come abbiamo detto, era più vecchio essendo stato creato nel 1971. I sistemi operativi che giravano sui computer in rete erano vari, ricordiamo infatti che la prima connessione tra due computer era stata effettuata solo due anni prima tra un SDS Sigma 7 (Scientific Data Systems) a 32 bit e un SDS 940 a 24 bit. I computer di queste serie erano equipaggiati con sistemi operativi BPM/BTM (Batch Processing Monitor/Batch Timesharing Monitor).

Creeper, in particolare, era frutto di un esperimento e fu disegnato e realizzato per girare sui PDP-10 che utilizzavano il SO TENEX.

La società presso cui lavorava allora Bob Thomas (BBN technologies) è oggi una sussidiaria della Raytheon e lavorava su progetti di ricerca e sviluppo con sede al MIT (Massachusetts Institute of Technology).

Per vedere un virus più conosciuto dobbiamo arrivare al 1986, quando cominciò a circolare "Brain". In quegli anni in Italia cominciavano a circolare i primi Personal Computer ed io ricevetti il mio primo "mostro" al termine di una estate di lavoro con mio zio nel 1987, si trattava di un Olivetti Prodest PC 128 S.

Tornando a Brain, questo virus era stato realizzato da Amjad Farooq Alvi e Basit Farooq Alvi ed infettò, forse per errore, i Sistemi Operativi MS-DOS (la versione Microsoft di DOS).

Il primo virus che ebbe una grossa diffusione si chiamava "The Morris", e si diffuse nel 1988. L'autore era uno studente della Cornell University (Robert Morris) che aveva creato un programma con l'intento di misurare la dimensione della Internet del tempo contando computers e dispositivi in rete. La maggior parte di questi computer facevano parte dei centri di ricerca, università e grandi organizzazioni governative e avevano a bordo sistemi operativi della famiglia Unix, il genitore di Linux!
Robert Morris creò un virus capace di diffondersi in poche ore sulla Internet, contagiando 15.000 computer in circa 15 ore.

Da allora le cose sono cambiate. In particolare con l'avvento dei Personal Computer e della diffusione di Internet. 
I sistemi Microsoft nel tempo conquistarono il mercato mondiale ed oggi sono ancora maggioritari, questa è la principale motivazione della enorme diffusione dei virus sui SO Microsoft (anche se non l'unica!).

Negli ultimi anni ad Unix sono seguite le famiglie dei SO Linux, molto più friendly e di conseguenza più diffuse del vecchio Unix. Questo ha comportato un aumento della diffusione dei virus anche sui SO Linux e Unix.

In merito ad Apple, basti ricordare che il SO dei mac si chiama macOS ed é nato da una versione di Unix, in pratica è un cugino di Linux. Valgono dunque le stesse considerazioni: anche i macOS possono essere attaccati da virus.

Non voglio entrare nel merito di quale sistema operativo sia "più sicuro", ciò merita molto spazio e non è questo il momento.

Voglio concludere indicando per gli appassionati della materia un interessante studio sui malware Linux: "Understanding Linux Malware", di Cozzi, Graziano, Fratantonio e Balzarotti. Nello studio, che analizza 10548 campioni di malware Linux raccolti in un anno, si attribuisce parte della responsabilità della crescita dei virus per SO "Linux like" alla crescita dei dispositivi embedded.

In conclusione, la "favola" che i sistemi "Unix Like" e "Apple" non possono essere attaccati dai virus è, per l'appunto, nient'altro che una favola! 

Per approfondire:
- https://content.sentrian.com.au/blog/a-short-history-of-computer-viruses
https://reyammer.io/publications/2018_oakland_linuxmalware.pdf
https://www.difesaonline.it/evidenza/cyber/perché-non-esiste-un-antivirus-universale