Money muling: un modo per riciclare denaro

(di Danilo Mancinone)
11/01/21

In questo articolo vi parlerò del “money muling”: una pratica illegale che favorisce il traffico di droga, il traffico degli esseri umani, le frodi online e che rischia di mettere nei guai, anche penali, chi ne diventa protagonista a sua insaputa.

Si tratta di uno dei cyber fenomeni criminali in più rapida espansione in tutto il mondo, consistente nel riciclaggio di denaro proveniente da attività illecite: in particolar modo derivante da frodi informatiche, attacchi ai sistemi bancari e campagne di phishing, fenomeni di cui parliamo spesso nella sezione Cyber di Difesa Online.

La criminalità per tentare di ripulire il “denaro sporco” ottenuto con le predette cyber-attività malevoli si serve di persone disposte a trasferirlo a proprio nome, spesso in altri Paesi, attraverso conti correnti, carte di credito ed altri strumenti di pagamento. Il tutto in cambio di una commissione media (del 10%) sull'importo. Può capitare di ricevere anche l’offerta di una commissione aggiuntiva per ogni nuovo money mule che si riesce a reclutare.

L’etimo del “money mule” deriva dall’accostamento delle parole “moneta” e “mulo”: infatti, mulo veniva chiamato originariamente chi trasportava - magari senza saperlo - esplosivi, armi, droghe, e non di rado questi soggetti appartengono a organizzazioni criminali oppure agiscono spinti dal bisogno ma sempre più spesso sono vittime inconsapevoli, attirate in trappola con vari espedienti.

Si sa, per “cadere in trappola” serve sempre un’esca: la preferita sono gli annunci di lavoro online (ad esempio, “cercansi agenti di trasferimento di denaro” o “di beni”) o via social (ad esempio, post di Facebook su gruppi chiusi), con offerte di lavoro apparentemente leciti e normali. Da notare che non sono descritte le mansioni lavorative specifiche e la posizione da ricoprire non elenca particolari requisiti di istruzione o esperienza. Altro aspetto che deve farci dubitare risiede nel fatto che tutte le interazioni e le transazioni saranno online e che l’offerta promette un potenziale guadagno a fronte di un piccolo impegno

Gli annunci indicano di sovente che una società estera cerca queste figure “evanescenti” che agiscono per loro conto per un certo periodo di tempo, a volte per evitare alti costi di transazione o le tasse locali.

Altre volte vengono costruiti siti clone di società famose o vengono utilizzati indirizzi web simili all'originale per mascherare ad arte la truffa invece di un dominio aziendale: spesso infatti l'indirizzo di posta elettronica associato all'offerta utilizza un dominio web, come Gmail, Yahoo, Libero, Hotmail ecc.

A caderci sono più gli uomini che le donne, con un'età media compresa tra i 18 e i 34 anni (ma comunque si registrano anche casi di minorenni) ed una larga incidenza di disoccupati, studenti e persone in difficoltà economiche o trasferitesi di recente in un Paese.

Prestando attenzione ad alcuni segnali, è possibile difendersi: la polizia raccomanda di diffidare di email o contatti inaspettati via social o tramite app di messaggistica istantanea (WhatsApp, Viber, Telegram ecc…) contenenti proposte di “soldi facili” ma anche di offerte di impiego troppo generiche, che non necessitano di particolare competenza o esperienza.

Bisogna tener conto del fatto che i seguenti aspetti non indicano in maniera inequivocabile un adescamento di potenziali money mules, tuttavia sono spesso segnali premonitori e molto comuni nella realtà di tutti i giorni.

Un altro campanello di allarme consiste nella richiesta specifica che sarà utilizzato il conto corrente dell'aspirante lavoratore per effettuare transazioni di denaro, mentre quasi sempre le email sospette contengono vistosi errori grammaticali o di sintassi e provengono da indirizzi riconducibili a società di service provider e non al dominio di una società specifica. In quest'ultimo caso non si deve mai cliccare sui link ma cercare informazioni più precise sulla società ed evitare di fornire le proprie coordinate bancarie!

Risulta infatti fondamentale non rivelare mai ad altri le proprie credenziali di accesso ai servizi di online banking, né i dettagli della carta (es. PIN, codice CVV).

L’operazione di Polizia EMMA 6

Ai primissimi di dicembre 2020, le Forze dell’Ordine di 26 Paesi europei ed Europol hanno diffuso i risultati di “EMMA 6” (European Money Mule Action) ossia un'operazione mondiale contro i sistemi di money mule. Tra settembre e novembre 2020, l’operazione "EMMA 6" è stata condotta per il sesto anno consecutivo con il supporto dell’EBF (Federazione Bancaria Europea), FINTRAIL, INTERPOL e Western Union. Come risultato, 4.031 money mule sono stati identificati insieme a 227 reclutatori e 422 persone sono state arrestate in tutto il mondo. Durante l'operazione, sono state avviate 1.529 indagini penali. Con il sostegno del settore privato, tra cui più di 500 banche e istituzioni finanziarie, sono state identificate 4.942 transazioni fraudolente di money mule, evitando una perdita totale di circa 33,5 milioni di euro. Inoltre, sempre alla fine del 2020, Europol e le Forze dell’Ordine di diversi Paesi europei, insieme al CERTFin e ad altri partner internazionali e istituzioni finanziarie, hanno lanciato la campagna con l’hashtag #DontBeaMule per sensibilizzare il cittadino sui rischi del money muling. L’iniziativa, promossa a livello nazionale dalle autorità competenti, ha lo scopo di informare sulle modalità con cui operano i criminali, su come è possibile proteggersi e che cosa fare se si è coinvolti. 

In sintesi, un money mule (mulo di denaro) è una persona che trasferisce ad altri del denaro (digitalmente o in contanti) ricevuto da una terza parte, ottenendo in cambio una commissione. Fare il money mule non è solo illegale, ma contribuisce anche ad aiutare gruppi criminali organizzati nel riciclare e trasferire i proventi illeciti all'estero. Il riciclaggio di denaro è un reato. I soldi facili sono sempre pericolosi.

Ecco allora cosa fare se pensi di esser stato coinvolto in uno schema di money muling:

1) smetti immediatamente di trasferire il denaro;
2) avverti la tua banca o il tuo fornitore di carte di pagamento;
3) informa la Polizia di Stato.

La morale? Se sembra troppo bello per essere vero, probabilmente non lo è!

LINK UTILI:

https://www.poliziadistato.it/

https://www.certfin.it/

https://www.europol.europa.eu/

https://www.ebf.eu/

https://www.eurojust.europa.eu/

https://www.fbi.gov/ https://www.consumer.ftc.gov/features/scam-alerts

https://www.facebook.com/commissariatodips/videos/656423557852662/