Pistola mitragliatrice Beretta PMX: l’erede della M-12

(di Tiziano Ciocchetti)
10/04/18

Uno dei più grandi successi della fabbrica di Gardone Val Trompia, nel campo delle armi militari, è senza dubbio la pistola mitragliatrice M-12.

Nata negli anni ’60 del XX secolo per soddisfare i requisiti sia degli incursori che dei fucilieri del San Marco della Marina Militare italiana (il modello adottato da questi reparti montava una canna più lunga rispetto a quella standard, munito di spegnifiamma) presto venne adottata da tutte le forze di polizia, andando a sostituire progressivamente i vecchi M.A.B. risalenti all’ultima guerra.

La principale caratteristica tecnica della M-12 è l’otturatore coassiale che avvolge parte della canna, riducendone la lunghezza complessiva, rendendo l’arma assai affidabile e facile da controllare anche nel tiro a raffica.

Tuttavia la M-12 inizia il ciclo di fuoco con l’otturatore aperto, quindi quando la sua massa scorre in avanti rende il puntamento meno preciso. Questo inconveniente è ovviamente rilevato nel colpo singolo mirato: modalità di sparo preminentemente utilizzata dai reparti speciali negli interventi di liberazione di ostaggi.

Il modello iniziale aveva i pulsanti di sicura e quello per il tiro full auto – non era previsto il colpo singolo – su due pulsanti a traversino. Il successivo modello S, nato negli anni ’70, si caratterizzava per una leva unica che consentiva di passare dalla posizione di sicura a quella a colpo singolo, alla raffica.

Per sostituire questa pur ottima arma, in casa Beretta, si è deciso di realizzare un prodotto altamente innovativo. Grazie al bagaglio di esperienze acquisito in questi anni e alla disponibilità di nuovi materiali in tecnopolimeri, si è potuto produrre un’arma dai pesi contenuti riducendo anche i costi.

Il calibro adottato rimane il classico 9x19 mm, una scelta obbligata per mantenere l’omogeneità con il munizionamento dell’arma da fianco nonché adatto all’impiego in ambito urbano da parte delle forze di polizia.

Presentata alla fine del 2017, la pistola mitragliatrice PMX utilizza un sistema di chiusura a massa battente, preferito a quello a chiusura a rulli, in quanto questi risulta troppo difficoltoso in termini di necessità di pulizia e adeguata lubrificazione.

A differenza della M-12, il ciclo di fuoco comincia a otturatore chiuso, condizione che limita l’assimilazione di corpi esterni e non provoca il movimento di masse interne al momento dello sparo.

La PMX dispone di una doppia molla che si muove nella parte superiore del castello mentre la parte tubolare del fusto superiore è fissato con un tappo a vite. Il calciolo è a stampella, con pulsante di rilascio laterale e blocco quando il calciolo è in posizione ripiegata, dopo aver ruotato lateralmente.

Il caricatore ( di forma prismatica dritto in tecnopolimeri è dotato di una nervatura d’irrobustimento laterale. Lo sgancio avviene azionando una delle due leve laterali ) è collocato subito davanti al ponticello del grilletto e al calcio a pistola, lo si può utilizzare come impugnatura anteriore, altrimenti si può utilizzare una impugnatura verticale aggiuntiva agganciata sulla slitta Picatinny inferiore.

La canna ha una lunghezza nominale di 175 mm ma fuoriesce di poco dall’affusto dell’arma. Un elemento importante è costituito dalla martellatura a freddo della canna, un tipo di lavorazione che ne consente un utilizzo prolungato nel tempo, aumentandone le prestazioni. Inoltre dispone di una rigatura a 6 scanalature destrorse con passo di 254 mm. La PMX è predisposta per l’installazione di un soppressore di suono, il grado di riduzione del rumore è particolarmente elevato, ovviamente con l’utilizzo di munizionamento subsonico.

Le parti metalliche subiscono un trattamento speciale per aumentarne la resistenza all’usura e alla corrosione, tipologie di procedure in cui la fabbrica di Gardone Val Trompia è particolarmente avanzata.

La leva di armamento può essere spostata da una parte all’altra del fusto e dispone di tre tenoni che si incastrano e si tolgono dai due fori laterali del porta otturatore, uno sulla destra e uno sulla sinistra. La sicura e il selettore (colpo singolo/full auto) sono su di un unico selettore ambidestro mentre solo il pulsante dell’hold open, che si attiva dopo l’uscita dell’ultimo colpo, quando l’otturatore rimane aperto, è posizionato a sinistra.

Nella parte anteriore ci sono 4 slitte porta accessori, di cui quella superiore è molto più lunga. Quella inferiore è leggermente più lunga delle slitte laterali. Su quella superiore di norma si montano le mire metalliche, del tipo regolabile, con sistema di abbattimento tipo flip flop; comunque vi si possono installare altri tipi di sistemi di puntamento. Sulle slitte laterali si possono agganciare puntatori laser o luci infrarosse, lasciando la slitta inferiore libera per l’impugnatura aggiuntiva verticale.

La PMX risulta molto compatta e leggera, avendo una lunghezza, con calciolo ribaltato, pari a 418 mm mentre con il calciolo esteso arriva a 640 mm. Il peso è di 2,4 kg a vuoto, uno in meno rispetto alla M-12, di conseguenza il trasporto dell’arma risulta più agevole. La cadenza di tiro è di 900 colpi al minuto, tuttavia si possono avere variazioni fino a circa 100 colpi, in base al tipo di munizionamento impiegato.

La PMX è stata concepita per operare con affidabilità in tutte le condizioni climatiche e in presenza di grandi quantitativi di polveri, con particolari accorgimenti per rimuovere eventuali corpi estranei.

Con questa nuova arma la Beretta completa il rinnovamento della linea, affiancando al fucile d’assalto ARX 160 (in 5,56x45), al battle rifle ARX 200 (in 7,62x51) e alla pistola APX, anche la pistola mitragliatrice PMX.