Perché ISIS alla fine verrà sconfitto

14/09/14

È di queste ore l'ennesimo atto macabro compiuto dal sedicente stato islamico del levante: un cooperante britannico è stato brutalmente decapitato e, come ormai di prassi per queste tragedie, notizia ed immagini sono state letteralmente sparate sul web.

Appaiono lontani i tempi delle VHS in cui Bin Laden, con il kalashnikov d'ordinanza alle spalle, puntava il dito contro Israele e l'occidente. Oggi ISIS utilizza tecniche raffinate che rasentano la cinematografia, si avvale di armi sofisticate contro i Peshmerga curdi e contro Assad, colpisce insomma il corpo, la mente ed i cuori dell'avversario, ma proprio per queste ragioni ISIS ha già perso.

Non certo gli F18 o i Tomahawks americani avranno il merito di questa vittoria e nemmeno le improbabili e scalcagnate coalitions of willings ( coalizioni dei volenterosi n.d.a.). Il merito sarà solo del sistema capitalistico occidentale, direbbe il filosofo Adam Smith, di una mano invisibile, che proprio partendo dall'economia bilancerà anche le relazioni internazionali.

Eppure le bandiere nere, i passamontagna, i vessilli occidentali bruciati e tutto l'ambaradan del terrore ci sono, in più si aggiunge la tragedia delle decapitazioni, resta da chiedersi cosa manchi.

Il problema, o meglio la nota stonata questa volta non sta nel cosa, ma nel come. Si è detto che Bin Laden usava le VHS, il kalashnikov e si mostrava in modo "tradizionale" questo novelli jihadisti 2.0 invece adoperano lo stesso approccio comunicativo dell'occidente, la stessa lingua, i medesimi strumenti, potremmo dire che si sono imbastarditi, hanno derogato alla purezza della fede e della realtà panaraba in favore dell'iPhone, se da un lato minacciano Roma, dall'altro reclutano gente occidentale a cui, in sede di propaganda, offrono le stesse comodità che i neofiti del terrore lascerebbero nei rispettivi paesi d'origine, insomma il messaggio è: se venite con noi avrete villetta, SUV e utilitaria in tranquille aree residenziali create nel deserto, il tutto senza l'assillo del terrorismo islamico.

Pura follia, peggio delle minacce di morte, peggio degli attentati dinamitardi, per lo meno quelli denotavano un diverso approccio alla società, una determinazione ed una volontà ferree, tutti concetti che pare si stiamo annacquando tra video, minacce e purtroppo qualche decapitazione. Andrebbero cercate le ragioni di tale situazione e forse sono chiare, vicine a noi, talmente prossime da non riuscire a vederle.

ISIS è un prodotto dell'occidente, un po' come i gruppi di giovani cantanti pop inglesi, è stato creato per fornire una leva armata alle primavere arabe, attualmente sfuggita di mano, come agli antichi romani progressivamente sfuggirono di mano quei cavalieri celti inizialmente fedeli e sottomessi alle spade dell'impero, ma che con il tempo maturarono consapevolezza di quanto fosse bello il mondo romano.

ISIS è nata nell'occidente e ne desidera gli stessi privilegi, cerca di accedere ai petrodollari ed al mercato delle materie prime, si è inserita in una sfida già satura di concorrenti in quell'area compresa tra l'Anatolia, la Mesopotamia ed il Mediterraneo, inoltre ha una visione limitata del conflitto che vorrebbe estendere al mondo intero, per tutte queste ragioni alla fine perderà. Certo, per parecchio tempo minaccerà i sonni dell'occidente popolandoli di incubi neri, ma alla fine crollerà poiché il capitalismo occidentale è la decorazione di un castello costruito in 300 anni di sangue ed il corollario non certo può essere posto a fondamenta di un nuovo ordine.

Tutte queste cose i rapper maghrebino-londinesi o i mujaheddin da YouTube non lo possono comprendere, speriamo che invece lo realizzino i paesi occidentali per evitare altre brutalità, per fermare una strage iniziata, come tutte le stragi, con il proposito che sarebbe finita presto.

Andrea Pastore

(nella foto: un fotogramma della decapitazione di ieri dell'ostaggio scozzese David Haines)