La storia dell'ultimo soldato di Hitler

(di Davide Bartoccini)
28/07/16

Certe storie di guerra possono apparire surreali, racconti incredibili degni della penna di un fantasioso romanziere; ma quella di Wilhelm Dege, ultimo soldato del Terzo Reich ad arrendersi nella Seconda Guerra Mondiale, è tutta vera.

Comandante dell'Operazione Haudegen, il tenente W. Dege aveva raggiunto con la sua squadra di 11 uomini l'arcipelago norvegese di Svalbard, nella regione Artica, a bordo del sottomarino U-307. L'obiettivo era quello di stabilire una stazione per l'osservazione meteorologica che fornisse alla Marina e all'Aeronautica del Reich le informazioni necessarie per pianificare con più successo possibile le proprie operazioni. Il 5 agosto 1944 la stazione fu resa operativa e per 12 mesi il team di specialisti nelle rilevazioni meteorologiche tenne informato l'Alto Comando tedesco riguardo i fenomenici atmosferici nell'area nord Europea.

Furono 12 mesi estenuanti; passati in totale isolamento a temperature proibitive per la sopravvivenza, trascorsi a combattere gli orsi polari affamati, e a convivere con la costante minaccia di un'imboscata dei Commados inglesi, che in tutta Europa venivano inviati proprio ad eliminare quel genere di obiettivi. Dege e i suoi però gli Alleati non li videro mai. Trasmisero regolarmente i loro bollettini fino al 5 maggio del 1945, finché non vennero informati che Berlino era caduta, il Reich non esisteva più e la Germania di arrendeva incondizionatamente il 7 maggio.

Dotata soltanto di una piccola imbarcazione a remi, l'unità non poteva abbandonare l'isola e rimase ad aspettare di essere prelevata da 'qualcuno'. Fu soltanto mesi dopo, il 3 settembre del 1945, che al largo del fiordo di Rijpfjord spuntò una piccola imbarcazione norvegese, la Blasel.

A bordo di una scialuppa il capitano della nave, L. Albertsen , si diresse a terra. Dege accolse il capitano Albertsen rivolgendosi a lui in inglese, ma non ricevette alcuna risposta. Tentò allora in norvegese, che parlava bene essendo stato traduttore per la Wehrmacht dal 1940 al 1943, e disse: "Vogliamo discutere la nostra resa qui sulla spiaggia, o posso offrirvi prima del caffè e della grappa?" - Il capitano norvegese rispose: "Vero caffè e vera grappa tedesca? Perché no!"

Dopo aver condiviso ciò che rimaneva di razioni e sigarette, il capitano rivelò imbarazzato che la Reale Marina Norvegese lo aveva sì incaricato di far arrendere i tedeschi e di portarli indietro, ma che sinceramente Lui non aveva la più pallida idea di quali fossero le procedure. Nemmeno i tedeschi le conoscevano; fu allora che Wilhelm estrasse la sua pistola Luger, e poggiandola sul tavolo disse - "Ecco a lei. Con questo Io mi arrendo."

Il capitano norvegese, preso d'impaccio, non seppe dire altro che "Posso tenere la pistola?"

Dege ha poi redatto un documento in lingua norvegese riguardante la resa che tutti firmarono: ufficializzando così la resa dell'ultima unità militare tedesca avvenuta durante la Seconda Guerra Mondiale.

Tornato in patria Wilhelm Dege fu l'ultimo soldato ad essere insignito della Croce di Cavaliere (onorificenza al valore) del conflitto 1939-45. Dopo la guerra Dege si tenne in contatto con i commilitoni con i quali aveva vissuto quella dura e indimenticabile esperienza di cameratismo e coraggio, tra notti gelide, privazioni e solitudine, con la nostalgia di casa e il dubbio che sarebbero rimasti per sempre tra le nevi norvegesi. Le riunioni continuarono nonostante le tensioni portate dalla Guerra Fredda che aveva diviso la Germania in due e quando Dege morì per cause naturali 1979, suo figlio Eckbart proseguì questa tradizione, rivelando al mondo questa storia straordinaria.

(foto: Eckbart Dege)