Gli Arditi Incursori della Marina Militare

01/03/16

Dominio dei propri impulsi che deriva da elevate qualità morali, affinate da frequenti e realistici addestramenti durante i quali venivano sottoposti a difficoltà anche maggiori di quelle che si prevedeva dovessero incontrare nell'azione contro il nemico… (“Decima Flottiglia Mas: dalle origini all'armistizio” di Junio Valerio Borghese)

Benché questa frase sia stata scritta 66 anni fa rappresenta perfettamente, ancora oggi, le caratteristiche possedute da un Ardito Incursore della Marina Militare.

Colpi di mano, capacità di intervento in mare e dal mare (unica nell’alveo delle Forze Armate italiane), incursioni in profondità in territorio nemico, ma anche blitz contro terroristi per liberare ostaggi oppure unità navali, missioni a lungo raggio per recuperare connazionali in difficoltà: sono queste le specialità degli uomini del Gruppo Operativo Incursori (GOI) posto alle dipendenze del Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei”.

Costituito nel 1952, il Gruppo Arditi Incursori, ribattezzato GOI nel 1957 (foto sotto), affonda le sue radici nelle imprese eroiche compiute dagli uomini dei Mezzi di Assalto della Marina durante le due guerre mondiali, gesta che hanno ottenuto il plauso ed il riconoscimento anche da parte dei nostri avversari, tanto che Winston Churchill, dopo la notte di Alessandria d’Egitto del dicembre 1941, ebbe a scrivere: “..sei Italiani equipaggiati con materiali di costo irrisorio hanno fatto vacillare l'equilibrio militare in Mediterraneo a vantaggio dell'Asse.

Impressionante è la lista delle operazioni che gli Incursori sono stati chiamati a condurre negli ultimi anni, anche se il maggior impegno operativo è rappresentato dalle missioni oltremare che hanno visto e vedono coinvolte le Forze Armate italiane. Somalia, Ruanda, Timor Est (foto a dx), Afghanistan e Iraq sono i teatri operativi nei quali hanno agito grazie agli ampi margini di capacità, flessibilità e autonomia operativa e logistica. Tali elementi fanno degli Arditi Incursori uno strumento unico nel loro genere di grande efficacia nella gestione di situazioni critiche in scenari a minaccia asimmetrica non convenzionale.

Infatti gli attuali scenari di conflittualità internazionale e la continua minaccia terroristica richiedono l’intervento di piccole unità non convenzionali, particolarmente addestrate ed equipaggiate. In questo difficile contesto il Gruppo Operativo Incursori costituisce uno strumento agile, particolarmente idoneo ad affrontare le sfide mutevoli del momento perché in grado di proporre soluzioni concrete capaci di soddisfare requisiti politici, militari, economici e psicologici.

Ciò è possibile in quanto gli uomini del GOI sanno operare in clandestinità o in condizioni di isolamento, in unità tattiche di ridotta entità numerica ed in contesti non permissivi o addirittura ostili. Essi sono capaci di muoversi in qualunque ambiente operativo, utilizzando gli equipaggiamenti ed i sistemi d’arma necessari all’assolvimento della loro missione.

Di massima i compiti assegnati agli Incursori, generalmente di pertinenza del livello strategico, comprendono:

- attacco ad unità navale e mercantile in porto o alla fonda con l'impiego di diversi sistemi d'arma;

- attacchi ad installazioni portuali/costiere e ad infrastrutture civili e militari entro la fascia dei 40 Km dalla costa;

- operazioni di controterrorismo navale per la liberazioni di ostaggi su unità passeggeri o mercantili e su installazioni marittime;

- infiltrazione e permanenza in territorio ostile per missioni di tipo informativo e/o di supporto al fuoco navale.

A tale scopo, il personale è interamente professionista e l'addestramento è molto duro, selettivo ed approfondito, in modo da garantire elevati standard operativi.

Di qui discendono le peculiari capacità individuali degli operatori che devono essere in grado di:

- condurre mezzi navali ed autoveicoli di vari tipi e prestazioni;

- immergersi occultamente per assaltare Unità Navali in porto, alla fonda ed in movimento;

- essere rilasciati da elicotteri con varie tecniche;

- sapersi muovere a terra in ambiente notturno e diurno, superando eventuali pareti rocciose, riuscendo a permanere occultamente in territorio avversario;

- effettuare la fuoriuscita in immersione da un sommergibile;

- aviolanciarsi con paracadute ad apertura automatica e comandata;

- impiegare qualsiasi tipo di arma, di esplosivo e cariche speciali;

Queste peculiarità hanno fanno del GOI un elemento primario nel panorama delle Forze Armate Italiane, soprattutto perché attraverso l’esperienza maturata dai Mezzi d’Assalto ha acquisito la capacità di adeguarsi alla situazione per assolvere alle missioni che il Paese, di volta in volta, gli assegnava. Esempio ne è stato l’impiego del Reparto durante gli anni di piombo e la lotta al terrorismo nazionale ed internazionale, come il sequestro dell’Achille Lauro, o quando di fatto è riuscito in brevissimo tempo ad allargare i propri orizzonti operativi implementando una capacità di proiezione globale a seguito dello sconvolgimento del mondo dettato dagli attentati del 11 Settembre 2001.

I mezzi e gli armamenti impiegati

Per poter assolvere alle missioni che gli vengono assegnate, il GOI pone particolare attenzione alla costante ricerca dei migliori equipaggiamenti e mezzi esistenti sul mercato, al fine di consentire ai propri uomini di operare nelle migliori condizioni possibili.

Pari attenzione è posta alla ricerca tecnologica e allo sviluppo di mezzi e sistemi d’arma esclusivi, necessari a soddisfare precipue necessità operative del Reparto; alcuni di questi costituiscono peraltro un segreto gelosamente custodito, quali i mezzi speciali subacquei, attualissima evoluzione tecnologica dei siluri a lenta corsa della II^ Guerra Mondiale.

Il parco equipaggiamenti, armi e mezzi, in dotazione, consiste in tutto ciò che è necessario alla condotta di operazioni speciali nelle tre dimensioni: mare, terra e cielo, con ovvia specializzazione nelle operazioni sul mare e dal mare.

Pertanto, oltre ai mezzi ruotati per la condotta di operazioni motorizzate terrestri od anfibie, quali i VTLM (Long Range Reconnaissance Patrol Vehicle) l’attenzione del GOI è particolarmente rivolta ai battelli veloci d’assalto alcuni dei quali concepiti, progettati e allestiti su specifiche del Reparto stesso o altri, anche aviolanciabili, necessari alla condotta di operazioni speciali contro obiettivi in alto mare, quali Piattaforme petrolifere Off Shore o Navi mercantili-passeggeri, così come per le infiltrazioni a terra e per operare su obiettivi costieri.

L’armeria del GOI mette a disposizione degli operatori una vasta gamma di armi, diversificate nei calibri, quali pistole, pistole mitragliatrici, fucili d’assalto in diverse configurazioni di canna, fucili di precisione semi-automatici e bolt action, lanciagranate manuali o semi-automatici, fucili calibro 12, razzi ecc..

Ogni arma può essere configurata con una vasta gamma di accessori quali: silenziatori, ottiche fisse e variabili, mirini laser, visibili e invisibili, sistemi di puntamento a intensificazione di luce e termici e ogni singolo operatore ha quindi la possibilità di configurare il proprio armamento secondo le proprie specifiche necessità.

Analoga attenzione è posta all’equipaggiamento individuale ed al vestiario operativo, laddove tessuti innovativi e materiali altamente tecnologici vengono combinati ed impiegati nelle migliori dotazioni operative esistenti sul mercato, così come nei giubbotti antiproiettile sempre più performanti piuttosto che in leggerissimi elmetti, integrati da sofisticati sistemi di visione notturna e comunicazione.

Eguale attenzione viene posta nella scelta dell’equipaggiamento e delle attrezzature subacquee alcune delle quali progettate e sviluppate all’interno di COMSUBIN stesso come il moderno autorespiratore a circuito chiuso ad ossigeno (ARO) “Caimano” attualmente adottato da tutti i Reparti di Forze Speciali nazionali.

Arditi Incursori, una storia che dura da 64 anni

Oggi gli Incursori della Marina Militare sono addestrati per operare al meglio in qualsiasi ambiente, in relazione ai teatri operativi dove ne è richiesto il loro impiego.

Da quando è stato costituito il Gruppo Arditi Incursori, a seguito delle straordinarie imprese degli uomini dei Mezzi di Assalto, le capacità operative di questi uomini si sono decuplicate, tanto da riuscire ad ottenere numerosi riconoscimenti sia dalla Nazione, che dalla Marina Militare. Due onorificenze dell’Ordine Militare Italiano, una medaglia d’Oro, due d’Argento e sei di Bronzo al Valor di Marina, una medaglia d’Oro al Merito di Marina e due medaglie d’Oro per le Vittime del Terrorismo sono le ricompense attribuite a questi uomini negli ultimi dieci anni soltanto per il contributo offerto nel teatro Afgano.

Formatisi secondo quello che la Medaglia D’oro al Valor Militare ammiraglio Gino Birindelli definì lo “Spirito del Serchio”, gli Incursori hanno fatto dell’amor di Patria, dello spirito di corpo e della dedizione al servizio il loro stile di vita. Un vita adrenalinica, ricca di soddisfazioni professionali, che è vissuta all’insegna dell’azione negli scenari operativi di tutto il mondo.

Questi uomini che dalle gesta di chi li ha preceduti hanno imparato a migliorarsi ogni giorno, rappresentano oggi uno dei Reparti di Forze Speciali più rinomati al mondo e, soprattutto, uno strumento militare insostituibile per la nostra Nazione.

Lo “Spirito del Serchio”

...Noi andavamo in mare al mattino assai presto ed alla sera a buio fitto, dedicando il lavoro nelle ore di luce al continuo perfezionamento di ogni strumento e quello notturno all'addestramento alle vere e proprie operazioni belliche, di cui studiavamo le tattiche.... Al Serchio si era creata, in modo vero, profondo e sincero, quella "banda di fratelli che costituiva un ideale dei giovani allievi dell'Accademia Navale" ed essere uniti come consanguinei non era retorica, come non lo era il volere dare in ogni possibile modo tutto quello che si poteva ad un'Italia che amavamo sopra ogni cosa. Là si creò quello"spirito del Serchio" che nessuno di noi ha mai potuto dimenticare. (“Vita di Marinaio” di Gino Birindelli). 

Come si diventa Incursore

Per diventare Incursori della Marina Militare occorre innanzitutto volerlo, poi occorre  superare un corsodella durata di circa un anno che si svolge presso la Scuola Incursori di COMSUBIN e, successivamente,un ulteriore corso integrativo svolto direttamente al Reparto operativo della durata di circa sei mesi.
Il corso è aperto a tutti i marinai che non abbiano superato il ventinovesimo anno di età alla data di inizio del corso e che risultino idonei alle visite mediche attitudinali. Questi possono essere inquadrati sia nei ruoli ufficiali, marescialli, sergenti o truppa in servizio permanente, che nel personale volontario in fermaprefissata (VFP 4 che non abbia superato il terzo anno di ferma alla data di inizio del corso), nonché al personale volontario a ferma annuale (VFP 1) che abbia mostrato particolare predisposizione in seno alle fasi d’arruolamento. Per questi ultimi il superamento del corso Incursori da titolo per il passaggio in servizio permanente effettivo (SPE).
 
Il test d’entrata. Il test non è uno sbarramento invalicabile, anche se la forma fisica è un requisito cui l’aspirante Incursore dovrà dedicare parecchie ore della sua giornata, anche in fase di preparazione al corso. Le prove selettive consistono in:
  • un tuffo di piedi da un trampolino di 5 metri
  • una prova di nuoto a stile libero
  • una corsa di 300 metri da coprire in  meno di 47 secondi
  • lo svolgimento di trazioni alla sbarra
  • l’esecuzione di piegamenti sulle braccia e addominali
  • una salita su di una fune di altezza 5 metri
  • una prova di salto in alto. 

Superato il test d’entrata, nella seconda metà del mese di gennaio di ogni anno inizia il corso OrdinarioIncursori, suddiviso in quattro fasi (combattimento terrestre, combattimento in acqua, fase anfibia, condottadi operazioni complesse), che fornirà ai futuri Arditi una preparazione di base che li metterà in grado dientrare nelle squadre operative del GOI ove integreranno le proprie conoscenze e capacità  a quellepossedute dal Reparto per acquisire la “combat readiness”.

Prima fase - combattimento a terra. Della durata di dodici settimane, prevede il superamento di numerosi test fisici, la formazione all’impiego delle armi e degli equipaggiamenti, la conoscenza della topografia e più in generale tutto quello che concerne il movimento tattico individuale e di pattuglia sul terreno. In questafase si cominciano a sviluppare le tecniche di difesa personale e si acquisiscono i primi rudimenti dimovimenti su parete rocciosa che saranno perfezionati nel prosieguo del corso. La giornata tipo cominciaall’alba con corsa e ginnastica e prosegue con  lezioni teoriche e attività pratica diurna e notturna.  Mano a mano che si acquisiscono nuove capacità operative aumentano anche la preparazione fisica e le difficoltàda superare, fino a condurre una prova  finale di 40 chilometri di marcia notturna da svolgere in non più di7 ore, con un carico di 18 chili di equipaggiamento.
 
Seconda fase - combattimento in acqua. E’ la fase più dura e selettiva. Dura tredici settimane. L’attività è dedicata prevalentemente al  nuoto in superficie e in immersione, sia di giorno che di notte. In questa fasegli allievi devono dimostrare di essere a loro agio sott’acqua e di saper coprire lunghe distanze a nuoto coni propri equipaggiamenti. L’allievo acquisisce anche capacità di condurre gommoni veloci e vienesottoposto a un esame pratico e teorico durante il quale dovrà dimostrare di avere appreso, tra l’altro, anche nozioni di nautica e aerofotografia.
 
Terza fase - fase anfibia. Della durata di dodici settimane. Questa è il periodo nel quale gli allievi devonoapprendere le tattiche e tecniche per transitare dal  mare alla terra e viceversa, perfezionando inoltre le loro conoscenze all’impiego dei diversi tipi di armi speciali in dotazione ed acquisendo, infine, esperienza sia nel tiro mirato che in quello istintivo/operativo.  In questa fase i frequentatori del corso imparano adutilizzare gli esplosivi e le cariche da demolizione, nonché ad operare da ed con gli elicotteri.  Questo momento formativo si conclude con tre esercitazioni notturne di ricognizione o di attacco di tipo anfibio,contro obiettivi sulla costa e/o Unità Navali.
 
Quarta fase – condotta delle operazioni. Per 15 settimane gli allievi dovranno dimostrare di aver acquisito la capacità d’integrare quanto appreso durante il corso mettendolo in pratica in ogni ambiente operativo,dimostrando di saper pianificare un’operazione speciale e di conoscere come gestire i mezzi per essa necessari.  Gli ultimi test consistono in una complessa esercitazione finale e in una verifica scritta e orale su quanto appreso durante tutto il corso. A chi è giudicato idoneo viene consegnato, durante una solenne cerimonia, il brevetto e l’ambìto basco verde da incursore,  transitando poi nelle file del prestigioso Gruppo Operativo Incursori.
 
Le specializzazioni. Al GOI i neo brevettati integrano la loro preparazione frequentando il corso diparacadutismo presso il Centro Addestramento Paracadutisti della Folgore  e continuando la formazionesulle tecniche, tattiche e procedure operative  in uso al Reparto. E’ in questo momento, inoltre, che i neo-incursori cominciano ad operare con gli equipaggiamenti e i mezzi ad alta classifica di segretezza del Reparto.  Infine entrato nelle squadre operative ed acquisita la “combat readiness” la formazione di un Incursore continua durante tutta la sua carriera attraverso la frequenza di un numero elevato di corsi (adesempio di paracadutismo ad apertura comandata, di rocciatore, di tiratore scelto, esperto in soccorso medico ecc…) svolti in Italia e all’estero presso le migliori scuole militari e civili.
 

(foto: Marina Militare, testo: Notiziario della Marina)