Beretta ARX 160A3: il nuovo fucile d’assalto della benemerita

(di Tiziano Ciocchetti)
22/02/18

Da qualche mese i reparti di punta dell’Arma dei Carabinieri, in particolar modo il Reggimento paracadutisti Tuscania e i Reggimenti di fanteria leggera 7° e 13°- ma anche le Aliquote Pronto Intervento (A.P.I.) e le Squadre Operative di Supporto (S.O.S.) -, stanno ricevendo il nuovo fucile d’assalto della Beretta ARX 160A3 in calibro 5,56 x 45.

Il fucile d’assalto Beretta ARX 160A3 rappresenta la sintesi delle esperienze maturate con i modelli precedenti A1 e A2 (quest’ultimo specificatamente realizzato per gli operatori del COFS), il risultato è, grazie alle modifiche apportate, una piattaforma più performante.

Innanzi tutto la calciatura che, come tutte le componenti esterne, è realizzata in tecnopolimeri ad alta resistenza. La novità riguarda la modifica del sistema di estensione del calciolo: sulla nuova versione è presente un pulsante che regola questa funzione sostituendo il precedente sistema con leva a bilanciere e dente di aggancio. Ora vi sono due tasselli cilindrici che si fissano in analoghe sedi circolari che rendono il bloccaggio più stabile.

Il castello superiore è stato accorciato di 34 mm, mentre le finestre di aereazione superiori si riducono a sei, tuttavia sono più grandi e di sezione squadrata, sono invece rimaste invariate le finestre di aereazione inferiori.

La slitta Picatinny superiore, come nel modello A2, è stata allungata passando dagli iniziali 80 mm a circa 90 mm; in merito alle mire, realizzate sempre in acciaio, sono ora ribaltabili (flip up).

La mira posteriore, composta da una base dotata di attacco con 2 rotelle su cui è installato un dispositivo di puntamento ribaltabile, adotta anteriormente uno scudo d’apertura e bloccaggio mentre posteriormente è presente un diottro rotante con 4 fori: partendo dall’apertura più piccola e proseguendo verso quella più grande, si hanno le distanze di 100, 200, 400 e 600 metri. La rotella ubicata sul lato destro permette la regolazione in deriva della mira. Meno complesso risulta il mirino anteriore, ribaltabile e a lama, protetto da alette laterali, più facilmente regolabile, rispetto a quello dei modelli precedenti, in elevazione o depressione per mezzo di una larga rotella posta alla base.

Probabilmente la novità più importante del modello A3 è costituita dal castello superiore e riguarda la presenza di un nuovo manicotto para-dissipatore di calore. Un sistema con le medesime finalità era stato precedentemente introdotto sul modello A2: in quel caso si trattava di un manicotto isolante in materiale ceramico, nell’A3 si è deciso di utilizzare l’alluminio.

Il nuovo manicotto isolante racchiude e scherma in maniera più efficace la maggior parte dell’area del pistone (estensibile) collocato dietro la presa dei gas; questa è la zona dove si localizza e si accumula maggiormente il calore, mentre lo scudo circolare di centraggio della canna è stato forato in modo da migliorare ulteriormente la ventilazione proprio in quest’area.

Anche la canna presenta una novità rilevante: sulla presa dei gas è stata infatti introdotta una valvola regolatrice a due posizioni. Per mezzo di una vite a occhiello è possibile azionarla sia manualmente che con l’aiuto di una cartuccia (nel caso si volesse spostarla nella posizione per l’utilizzo del soppressore di suono, dopo che l’arma abbia già sparato molto e risulti surriscaldata). Due sole posizioni, contrassegnate rispettivamente N (Normal), per il normale funzionamento con occhiello posizionato verticalmente, ed S (Suppressor) con rotazione a 90°, per funzionamento con soppressore di suono: ad esempio il Rotex della B&t. Per il montaggio di questo accessorio lo spegnifiamma è stato modificato con due nuove piatte scanalature laterali. Tuttavia la Beretta continua a presentare la versione con canna semi-permanente silenziata della versione ARX 160 con sistema Trivalente.

Il modello A3 è offerto con 4 opzioni circa la lunghezza della canna: 16 pollici (406,4 mm), 14 pollici (335,6 mm), 11 pollici (279,4 mm) e 9,5 pollici (241,3 mm) che in pratica è la versione PDW della nuova serie.

Particolare attenzione merita il semicastello inferiore contenente il pacchetto di scatto, l’impugnatura e il bocchettone di alimentazione. Da notare che il profilo dell’impugnatura è più simile a quello della carabina M-4, con un sottile rilievo appoggia dito. Rispetto ai modelli precedenti si è ritenuto opportuno – in modo tale da ottenere un miglioramento ergonomico – le dimensioni del comando di rilascio dell’otturatore. Inoltre, con la versione A3, si ritorna a 2 leve a cursore (una su ogni lato), poste fuori dalla guardia del grilletto e alla base del bocchettone di alimentazione: comunque ambidestre e azionabili senza lasciare la presa dell’impugnatura, ma sdoppiate.

La leva del selettore è ambidestra e a tre posizioni: sicura, semiautomatico e full auto.

Il modello con canna da 16 pollici misura con calcio esteso 898 mm (683 con calcio ribaltato) e ha un peso a vuoto di 3,5 kg; il modello con canna da 14 pollici misura con calcio esteso 848 mm (633 con calcio ribaltato) e ha un peso di 3,35 kg; il modello con canna da 11 pollici misura con calcio esteso 772 mm (557 con calcio ribaltato) e ha un peso di 3,25 kg; infine, il modello con canna da 9,5 pollici ha una lunghezza di 735 mm con calcio esteso (520 con calcio ribaltato) e ha un peso di soli 3,1 kg.

Oltre all’attuale calibro 5,56 x 45 NATO è disponibile un kit di conversione nel calibro ex sovietico 7,62 x 39. Inoltre l’arma è pronta per accogliere, su eventuale richiesta del cliente, sia il 6,8 Spc che il .300 AAC Blackout.

È ipotizzabile che i nuovi fucili saranno distribuiti in seguito anche ai Battaglioni Mobili dell’Arma, in sostituzione dei vecchi SC 70/90.