"L’ultimo missile: cronache di una guerra asimmetrica" (prima parte)

(di Ugo Vercellio)
05/05/17

(Racconto di fantasia militare)

7 aprile 2017, ponte di comando del cacciatorpediniere Lincoln, classe Mitscher, al largo delle coste siriane

E’ sera, nel cielo del Mediterraneo orientale. Il comandante James Wilson batte nervosamente le dita sulla scrivania, in attesa della decrittazione del fonogramma in codice appena ricevuto da Washington. Il volto è imbronciato e preoccupato, ma soprattutto infastidito. Non riesce più a sopportare il maledetto pappagallo Willy che, appollaiato sul suo trespolo accanto all’oblò di dritta, canticchia continuamente inni e marcette militari varie; in particolare il comandante non sopporta quell’insistere gracchiante sull’ultima vocale del ritornello “Glory glory alleluhiAAAAAHHHH”. D’improvviso il marinaio marconista irrompe nella sala porgendo un foglio.

- Ecco comandante

- Puoi andare ragazzo, anzi no. Aspetta qui.

Il comandante legge il comunicato in silenzio, e ad ogni riga spalanca progressivamente gli occhi; all’ultima riga del dispaccio ha ormai assunto l’espressione di chi….

- Ma qui non si legge l’ultima riga!

- Purtroppo, signore, proprio adesso abbiamo terminato l’inchiostro della stampante

- Cambiate la cartuccia, perdio!

- Signore, abbiamo terminato anche le cartucce

- Allora fatemelo scrivere a mano su di un foglio!

- Stiamo procedendo, signore.

- E quanto tempo vi serve per scrivere una riga?

- Poco, signore. Però l’ufficiale addetto dice che il regolamento proibisce la trascrizione parziale di un dispaccio. Bisogna trascrivere tutto il testo per evitare fraintendimenti. Il regolamento non si discute, signore.

- Va bene. Puoi andare, ragazzo. Appena pronta la trascrizione fatemela avere.

- Agli ordini, signore

“Agli ordini, signorrrre. Agli ordini signorrrre…..”

Il pappagallo Willy ha finalmente individuato la frase di suo gradimento da ripetere per le successive ventiquattr’ore. Fa sempre così.

Il comandante, alzatosi in piedi, sta sforzandosi di reprimere la tentazione di liberarsi del maledetto uccellaccio. Sa benissimo cosa lo trattenga dal farlo: il volatile è l’ultimo ricordo di suo nonno Brennon anch’egli ufficiale di marina, già decorato con medaglia d’argento nella guerra di Corea e poi allontanato dal servizio perché una ronda lo aveva intercettato mentre ballava in costume adamitico su un marciapiedi nei pressi di un bordello per militari americani (l’allora famoso “Sex Bazooka” di Seul) che era solito frequentare. Per il codice militare la nudità non era di per sé così riprovevole (al termine della guerra gli americani rimasero comunque tutti in braghe di tela….), non fosse per il fatto che lo sciagurato contestualmente indossava il berretto di ordinanza della Marina degli Stati Uniti. Al processo si era difeso dicendo “Sono innocente, posso spiegare tutto (…omissis)”. Trascorsi quarant’anni, precisamente nel 1993, la desecretazione degli omissis rivelò che la frase completa era: “Sono innocente, posso spiegare tutto. Però prima fatemi avere un’altra birra!”. Nonno Brennon si spense nel 2012 nella sua modesta casa nelle verdi campagne dell’Ohio assistito fino all’ultimo da Carmen, la sua fedele e grassa badante messicana. Tre mesi prima a Brennon era stata revocata la già misera pensione di guerra assegnatagli a suo tempo per un madornale disguido. L’amministrazione aveva altresì richiesto la restituzione dei 587.422 dollari e 28 cents più interessi da lui indebitamente incassati dal 1953 al 2012, pertanto da tre mesi Carmen non percepiva alcun emolumento. Ciò non le impediva di rimanere accanto al vecchio veterano, anche perché via di lì non avrebbe saputo dove andare. I suoi tre figli Manolo, Paco e Juan detto El Tigre stavano infatti tutti scontando lunghe condanne detentive per traffico di droga, omicidio, stupro ed altri reati minori.

Con il foglio stretto in mano il comandante scende di corsa le scale del ponte di comando e si precipita verso la batteria missilistica di prua.

Il tenente Frank Catozzo addetto alla batteria vedendolo arrivare scatta sull’attenti e saluta.

- Tenente Catozzo!

- Agli ordini, signore!

- Abbiamo appena ricevuto ordini dal comando di Washington. Vanno eseguiti immediatamente, il codice è rosso.

- Ricevuto, signore!

- Dunque, vediamo…..qui dice: “A - Fare il punto nautico”

- Già fatto, signor comandante. Il punto nautico viene stabilito automaticamente dal sistema di navigazione ed aggiornato altrettanto automaticamente ogni ventotto secondi.

- Ottimo, ragazzo. Dunque….”B – Obiettivo località Shayrat, Siria, coordinate GEOS 342924N/0365431/E. Calcolare traiettoria missili e alzo batteria.”

- Solo un attimo, signore

Il tenente Catozzo digita freneticamente i dati sulla tastiera del sistema di lancio. In pochi secondi

una scritta verde lampeggiante campeggia sul vecchio monitor Honeywell.

- Fatto, signor comandante. Traiettoria stabilita. Alzo batteria 38,2°, già tenuto conto del debole vento che attualmente è di 12 nodi.

- Ottimo! Dunque, vediamo…...”C – modificare l’alzo aumentandolo di 0,1°”

- Ma…..

- Cosa c’è?

- Signor comandante, se modifichiamo l’alzo come richiesto i missili andranno a schiantarsi…….solo un secondo, prego…….ecco…..andranno a schiantarsi circa 2500 metri oltre l’obiettivo. Falliremo il lancio, signore.

- E cosa si trova 2500 metri oltre l’obiettivo?

- Dunque……...ancora un secondo……...ecco qui la mappa satellitare……...Non c’è nulla! Siamo in piena zona desertica, signore.

- Mmmhhhhh….vediamo. Dimmi Catozzo, al primo giorno di accademia cosa ti hanno insegnato riguardo l’esecuzione degli ordini?

- Che a un militare viene richiesto di eseguirli prontamente e tassativamente; gli ordini non vanno discussi e nemmeno interpretati.

- Appunto Catozzo. Quindi procedi al puntamento come richiesto.

Di nuovo il tenente Catozzo batte nervosamente le dita sulla tastiera; il grande motore idraulico comincia a sibilare e la batteria da 6X10 inizia a sollevarsi. Meno di un minuto e ha già raggiunto l’orientamento richiesto.

- Siamo pronti per il lancio?

- Pronti, signore! Cioè…...ehm…..veramente…..

- Cosa vuoi dire, Catozzo?

Il tenente Catozzo, rosso in viso e visibilmente imbarazzato armeggia con le mani con un piccolo oggetto metallico che ha appena estratto di tasca.

- Vede, signore, proprio questa mattina mi stavo appisolando e inavvertitamente ho lasciato al sole il mio accendino Zippo. Credo che la benzina sia evaporata.

- E quindi?

- E quindi non posso procedere all’innesco del sistema di lancio dei missili

- L’innesco del sistema? Ma come funziona questo innesco?

- Semplice, signore. Basta dare fuoco alle micce poste nella parte posteriore di ogni missile, almeno credo.

- Credo? Le micce? Catozzo, che c.... stai dicendo? Manco nella guerra di secessione!!!!

- Purtroppo è così, signore. Nel rapporto sullo stato delle attrezzature che invio settimanalmente al comando segnalo puntualmente la necessità di sostituire i missili con altri aventi sistema di innesco più aggiornato.

- E loro cosa ti rispondono?

- Beh… signore….le risposte sono in genere vaghe. L’ultima volta hanno detto che prima di fare la spesa al supermercato bisogna aspettare di aver svuotato il frigorifero…..

- Ma…...Credo? HAI DETTO ANCHE CREDO?

- Si, signore. Credo che si faccia così.

- Tenente Catozzo! Ma tu hai mai lanciato un missile?

- Mai, signore. E ai corsi in Accademia non sono previste esercitazioni pratiche.

- E come hanno fatto a nominarti tenente di batteria lanciamissili della gloriosa US Navy?

- Ovviamente ho presentato le credenziali, signore.

- Quali?

- Vede, mio trisnonno Calogero era di origine italiana, di un paese chiamato Calatafimi, Sicilia per l’esattezza. Era sagrestano in patria e continuò l’attività in diverse chiese cattoliche del Connecticut, inaugurando una tradizione che ci tramandiamo con orgoglio da padre in figlio compreso il sottoscritto. Almeno prima dell’arruolamento, naturalmente.

- E questo cos’ha a che fare con i missili?

- Scusi signore, dimenticavo. La specialità di famiglia consiste nell’accensione delle candele dell’altare maggiore della chiesa, operazione molto simile all’accensione appunto, delle micce.

- Si, ma come facciamo adesso con il tuo accendino scarico?

- Possiamo attivare la procedura di emergenza signor comandante.

- E in cosa consiste?

- Consiste nella convocazione del secondo turnista addetto alla batteria, tenente Williams.

- Allora cosa aspetti? Chiamiamo il tenente Williams!

- Ricevuto, signore!

Il tenente Catozzo, indossata la cuffia in dotazione parla concitatamente con qualcuno, presumibilmente il tenente Williams. In pochi minuti un marinaio trafelato raggiunge la postazione, scatta sull’attenti e saluta.

- Tenente Williams, primo plotone, nona squadra, addetto al secondo turno batteria missili, agli ordini!

Il comandante con espressione di vaga diffidenza scruta il nuovo venuto.

- Tenente Williams, tu fumi?

- Si, signore!

- Che accendino usi?

- Nessun accendino, signore. Uso fiammiferi antivento Saffa, produzione italiana. Sono relativamente economici.

- E come ti trovi?

- Ottimi ed efficienti, signore! A parte la puzza di zolfo….

- E non ti dà fastidio la puzza?

- No, signore. Mi piace l’odore di zolfo alla mattina.

- Mmmhhhh….. ho già sentito questa frase

- Anch’io signore. E’ tratta da Apocalypse Now, il mio film preferito. All’accademia lo proiettavano tutti i sabato sera.

- Bene Williams! In questo momento subentri al tenente Catozzo al comando della batteria missilistica di prua. La batteria stessa è già orientata, dobbiamo solo procedere al lancio. L’ordine va eseguito immediatamente!

- Agli ordini, signore!

Con grande calma e professionalità il tenente Williams, estratta la scatoletta di fiammiferi comincia ad incendiare la prima miccia, poi la seconda, la terza e così via. Giunto alla settima, la miccia del missile numero uno ha terminato la combustione e in un fragore assordante l’ordigno decolla iniziando la corsa. Dopo pochi secondi decolla anche il missile due, poi il tre, il quattro…... Nel giro di un minuto una serie di scie nere si staglia nel cielo del Mediterraneo. E ad ogni scia se ne aggiunge un’altra, e poi un’altra ancora e poi……..

Il marinaio marconista raggiunge trafelato la postazione sventolando un foglio a quadretti vergato da una mano malferma e lo porge al comandante.

- Dunque, vediamo. Allora qui all’ultima riga c’è scritto:, c’è scritto………..D -D-D. Fermaaaaaa! Tenente Williams, FERMAAAA! SOSPENDERE IL LANCIOOOOOO! D-D-D!!!!!!

- Prego signore?

- Abbiamo eseguito i punti A,B e C. Mancava l’ultimo punto, il D!!!!

- E cosa dice il punto D, signore?

- Dice: “Lanciare sull’obiettivo il 50% dei missili in dotazione, e tenersi pronti per il lancio del restante 50% al prossimo ordine di attacco”. Quanti missili abbiamo nella batteria di poppa?

- Beh,……...nessun missile, signore.

- Come nessuno?

- Questa nave è priva della batteria di poppa da oltre sei mesi. E’ stata smontata per una revisione e mai più rimontata.

- E quanti missili abbiamo in quella di prua?

- E’ una 6X10, signore

- Tenente Williams, non è il momento di filosofeggiare. Devo sapere quanti missili abbiamo!

- Vede, signore, le batterie missilistiche hanno una composizione tipicamente quadra o rettangolare. Basta moltiplicare il numero delle righe per quello delle colonne e si ottiene il totale dei missili. Nel nostro caso è una 6X10, quindi 6X10=60

- E quanti ne abbiamo lanciati fino ad ora?

- Cinquantanove, signore.

- ….azz….Va bene, il lancio è sospeso. Tenente Williams, puoi andare in cabina a riposarti.

- Ricevuto, signore e……….grazie.

- Grazie di cosa?

- Tra cinque minuti comincia la finale dell’ American League di basket. Sono da sempre tifoso del Cincinnati Reds che stasera ha ottime possibilità. Grazie ancora, signore.

E’ notte nei cieli del Mediterraneo orientale. Satelliti americani, russi e cinesi stanno silenziosamente monitorando l’area di Homs, Siria appena fatta segno da una raffica di missili partiti da una nave americana. Il comandante della Lincoln ha appena inviato il suo rapporto al comando di Washington.

Dopo poche ore……

E’ mattina, sul Mediterraneo. I primi raggi di sole entrano nella cabina del ponte di comando dell’incrociatore Lincoln dove il comandante Wilson, dopo una notte insonne, sta addentando la dodicesima fetta di pane tostato ricoperta da uno spesso strato di crema marroncina. L’odore di burro di arachidi in cabina è acre. Troppo acre. Quindici giorni prima a causa di un black out di dodici ore dovuto all’avaria di un generatore di corrente ausiliario erano stati temporaneamente scollegati tutti i frigoriferi in quanto non ritenuti di alto interesse strategico; il burro di arachidi del comandante era così irrimediabilmente irrancidito ma lui si ostinava a consumarlo in quanto ne era diventato dipendente sin dai tempi della Seconda Guerra del Golfo. Finita la colazione, il comandante siede al computer e inizia la lettura dei quotidiani online nazionali ed esteri.

New York Times, prima pagina.

Titolo “Missili americani sulla base siriana di Shayrat”

Sottotitolo “Cinquantanove missili lanciati dalla nostra flotta hanno distrutto la base da cui era partito l’infame attacco chimico. Tutti i missili hanno centrato l’obiettivo”

Pravda, prima pagina

Titolo “Vile attacco americano allo stato sovrano della Siria”

Sottotitolo “Lanciati 59 missili, di cui solo 28 sono andati a segno. Dieci morti tutti civili. Danni limitati alle strutture”

Damasco’s Time, prima pagina

Titolo: “Fallito attacco americano alla base di Sharyat”

Sottotitolo “Tutti i 59 missili lanciati hanno mancato l’aeroporto. Dopo i controlli di routine, la base tornerà ad essere pienamente operativa entro 12 ore”

The Missouri Mirror, seconda pagina

Titolo “Esultano i lavoratori della Mcdonnell Douglas”

Sottotitolo “Stop alla cassa integrazione a zero ore per i 600 operai della fabbrica di Saint Louis. Annunciata la firma del contratto per la fornitura di 120 missili Tomahawk dotati del nuovo sistema di innesco piezoelettrico ad alta tecnologia. Le azioni della Mcdonnel volano in borsa. Da lunedi riprende l’attività”

Il comandante Williams è scuro in volto. La notte insonne e l’overdose di burro di arachidi stanno cominciando a farsi sentire. Si sta appisolando quando, d’improvviso una voce gracchiante proveniente dall’ oblò di dritta squarcia il silenzio della cabina di comando.

“innesco piezoeletrrrricooooo…………. innesco piezoeletrrrricooooo………. innesco piezoeletrrrricooooo……….”

L’odiato pennuto sta diventando insopportabile.

Il sole è già alto, nel cielo del Mediterraneo orientale. Alla batteria di prua dell’incrociatore Lincoln il comandante con tono di voce insolitamente nervoso impartisce ordini secchi. Un’ora prima aveva allontanato il tenente Catozzo ed era stato visto armeggiare attorno all’ultimo missile rimasto in batteria.

- Tenente Catozzo, ripeto per l’ultima volta: A – eseguire puntamento con le stesse coordinate di ieri sera.

- Già fatto, signore.

- punto B ed ultimo: ESEGUIRE IL LANCIO!

- Ma, signore, è l’ultimo missile che abbiamo! Inoltre verrà sprecato come gli altri andando a cadere in mezzo al deserto!

- Tenente Catozzo, delle due l’una: o esegui gli ordini o mi vedrò costretto a deferirti alla corte marziale! Per l’ultima volta: ESEGUIRE IL LANCIO!

A malincuore, il tenente Catozzo finalmente si decide a mettere mano alla scatola di fiammiferi del camerata Williams.

- Ma…...chiedo scusa, signore

- Cosa c’è ancora?

- Sento una musica…..come un suono…..

- Io non sento nulla

- Si, ascolti bene. Sembra che provenga da quel piccolo oggetto verde fissato con del nastro adesivo sulla cima del missile. Quasi una voce………

- Basta Catozzo. Dev’essere l’anima del tuo trisnonno Calogero che ti chiama al dovere. Non perdiamo altro tempo. Accendi la candela! Cioè…….volevo dire la miccia!

- Agli ordini signore!

Dopo pochi secondi un boato squarcia l’aria e l’ultimo missile spicca finalmente il volo.

(continua)