"La super Luna"

(di Giuseppe Sfacteria)
24/12/16

C’è un chiarore quasi irreale, a Livorno, quando il comandante chiude la porta dietro ai suoi affetti. La pausa nelle attività operative gli ha concesso un po’ di riposo e il programma della settimana (che è sempre “in forse”, dati i cambi di valutazione operativa che sono la regola nella vita del marinaio) fa presagire un lavoro duro ma non stressante, bazzecole…insomma, per un ufficiale di Marina. Così, questa volta, si è permesso un fine settimana più lungo, posticipando il rientro alla Spezia al lunedì mattina, anziché alla domenica sera, come d’abitudine.

La Luna, mai vista così grande e lucente, sembra sorridergli mentre infila la chiave nel nottolino e serra l’uscio.

Non è passato che un mese dall'assunzione del comando. Ancora gli riecheggia nelle orecchie la formula d’investitura “In nome del Capo dello Stato riconoscerete il capitano di fregata Mario Rossi come vostro comandante!” pronunciata dal comandante cedente di fronte a tutto l’equipaggio, facendolo d’un colpo il responsabile di un bene grandioso e potente dello Stato e il capo di una comunità umana che, da quel momento in poi avrebbe visto in lui il padre, la guida, il giudice.

Sulla strada verso La Spezia cerca di non pensare ai sorrisi del figlio piccolo, alla sua testolina appoggiata sulla sua spalla, al piacere di sollevarlo e lanciarlo in alto, riafferrandolo con sicurezza, facendo impazzire il bimbo in un tripudio di gorgoglii di gioia e al viso sereno della moglie, che poco distante, godeva del piacere di essere la responsabile di tanta felicità. L’autoradio lancia il suono metallico e possente dei Deep purple di “made in Japan”, mentre la vettura percorre l’autostrada con lo stesso brio.

La guardia di poppa, al termine del turno di diana, ne attendeva il ritorno, combattendo con l’ansia di un rientro improvviso, la stanchezza del servizio. Quale brutta figura sarebbe stata, il non ricevere degnamente il comandante a bordo?

Salito a bordo e reso onore alla bandiera, il comandante si assicura che il caffè del termos sia ancora caldo: “Ok, i ragazzi della cucina hanno fatto bene il loro lavoro, come sempre. E’ bello vedere che le cose funzionano. Il mio predecessore ha ben lavorato”, medita tra sè e sè.

Poi la giornata prende il piglio di sempre: carte da firmare, documenti da approvare, personale da valutare, decisioni da prendere, relazioni verso i comandi superiori da redigere e revisionare. Finché viene la sera, che precipita il Golfo dei poeti in un presepe anticipato dove le luci del vicino porto mercantile sembrano tante comete, a fare da cornice ad un quadretto in cui, per completare l’incanto, manca davvero solo la Sacra famiglia.

Prima di ritirarsi nel proprio alloggio, il comandante fa un giro in tutti i ponti coperti. Controlla che la nave sia nell’assetto desiderato, marziale ma pulita e decorosa. Si intrattiene con i militari di guardia e, infine, sbuca a poppetta. La guardia si rizza sull’attenti. “Stiano pure comodi”, dice bonario il comandante e risale sul ponte di volo dalla scala di poppa. Percorre la nave e arriva a prora estrema, faccia a faccia con la fredda asta del jack.

La Luna, la superluna del 14 novembre, gli illumina il ponte quasi a giorno. Volge lo sguardo verso Livorno - che grazie alla Luna sembra quasi più vicina - e ripensa ai suoi cari. Tra poco li sentirà e, grazie alle moderne tecnologie, potrà anche rivedere il musetto del suo campione e il viso dolce della moglie.

Poi scorge, sulla coperta della nave alla sua destra, una marinaia in borghese e un giovane ufficiale che si scambiano un bacio, proibissimo in condizioni normali. Ma oggi è il giorno della superluna, del presepe anticipato alla Spezia. È giusto che anche gli umani vivano un momento di magia.