Reportage da Tytan: miliziani prendono la centrale elettrica!

(di Francesco Bergamo)
18/10/16

I miliziani prendono la centrale elettrica e petrolifera più importante di Tytan! Il numero dei morti è imprecisato. La crisi in East Cerasia è evidenziata da un telegiornale e l'Onu vara una risoluzione. I Lagunari di Venezia sono in navigazione con i mezzi anfibi e presto ci sarà lo sbarco di uomini e mezzi che andranno a frapporsi tra i miliziani ed i regolari creando così la zona di sicurezza. La crisi va coperta e mi porto nell'area.

Riesco ad entrare in Tytan grazie ad un po' di fortuna. Fatico non poco ad avere un permesso di libera circolazione e anche la possibilità di parlare con il capo della Milizia da un capo pattuglia tarchiato e con un forte alito da aglio. I miliziani non sono certo truppe scelte, ma sanno essere pericolosissimi comunque.

I civili si vedono a fatica. Hanno paura e sono molto prudenti quando girano. La tensione è palpabile. Si attende un attacco da parte dei regolari da un momento all'altro.

Incrocio un ragazzo di guardia presso un pontiletto sul fiume Pon. Avrà 23 anni. Gli offro una sigaretta. Ne prende due. Gli chiedo quando tutto questo finirà. Per tutta risposta mi mostra il cellulare con la foto della sua ragazza: una brunetta bruttina ma dall'aria furba. Mi dice che finirà presto e che tornerà da lei. Poi prosegue con la propaganda: che le milizie stanno vincendo, sono forti e non hanno paura di nessuno. Gli chiedo se ha paura di morire. Mi dice di no, stingendo forte il suo fucile mitragliatore. Trema. Forse è il freddo umido, forse la paura. Non lo saprò mai.

Mi allontano di qualche chilometro da lui ed entro in una situazione surreale: da dietro ad un albero sbuca sulla strada, proprio davanti alla mia automobile, un miliziano che cerca di prendere il cane bastardino che scappa. "Joy, Joy fermati, fermati!" È buffo: con una mano tiene un fucile mitragliatore, con l'altra un osso. Nemmeno si accorge della mia presenza; ma dietro di lui ne escono altri tre che mi puntano le armi addosso. Sono atletici, vigili e con gli occhi ferini. Non mi fermano, ma segnalano la mia presenza con la radio.

Mi allontano lentamente cercando di non innervosirli. Giro tra accampamenti che si trovano un po' ovunque nel territorio. Noto una intensa attività di pattugliamento sugli argini.

Dopo un po' mi sposto dal fiume Pon verso la centrale per andare a parlare con il capo degli occupanti. Attraversando un'area di desolata campagna e piccoli agglomerati urbani, trovo innumerevoli posti di blocco. Noto anche dei droni che volano a bassa quota e che seguono la mia automobile.

La centrale è vicina ma devo prima attraversare una macchia boschiva. Dietro ad una curva vengo fermato: facce inespressive, armi puntate verso l'auto. Un uomo gigantesco che indossa una divisa consunta mi chiede perché sono lì . "Press! Sono di Difesa Online", allungando il documento. L'omone quasi me lo strappa di mano e mi guarda un po' troppo a lungo.

"Mi sta aspettando il vostro comandante" continuo. Il miliziano si porta la radio trasmittente alla bocca, parla con qualcuno. Due scariche disturbano la comunicazione. Dopo pochi secondi arriva la risposta. Mi riconsegna il documento. Batte la mano sul tettuccio dell'auto e mi indica di andare. Il posto di blocco si apre.

Arrivo al Comando: una frenetica attività di uomini e mezzi. Vengo accompagnato dal "Comandante". Passo tra uomini che armeggiano con computer e mappe appese ovunque. Vedo casse piene di armi e munizioni. Arrivo alla tensostruttura che funge da quartiere generale.

Una ragazza in mimetica mi riceve e mi dice di aspettare perché c'è stato un cambio di programma. Per mettermi a mio agio mi offre dei biscotti. Accetto.

Dopo qualche istante si allontana verso un tavolo da campo. Prende la grossa pistola che era appoggiata tra le mappe e la ripone in una cassa piena di armi.

Inizia la mia lunga attesa...

Quanto sopra è una parte dello scenario che ho vissuto durante le prime ore dell'esercitazione federata tra Esercito e Associazione d'arma, unica per la sua tipologia, denominata “Delta 2016” per commemorare il 50° anniversario dell'alluvione del Polesine. Tutto è stato organizzato dal generale di divisione in quiescenza Luigi Chiapperini, ora presidente dell'Associazione A.L.T.A. (Associazione Lagunari Truppe Anfibie) di concerto con il reggimento Lagunari “Serenissima” di Venezia, la Protezione Civile A.L.T.A., il 17° reggimento artiglieria contraerea Sforzesca di Sabaudia, il 3° reggimento genio guastatori di Udine (gli ultimi due con personale qualificato anfibio in quanto parte integrante della Capacità Nazionale di Proiezione dal Mare, CNPM) e i gruppi sportivi militari delle truppe anfibie.

L'esercitazione iniziata sabato è ancora in corso e dura in totale 10 giorni. L'attività si svolge prevalentemente all'interno della centrale Enel di Polesine Camerini a Porto Tolle (Ro) e nelle zone limitrofe.

Per la prima volta in Italia si assiste ad una esercitazione federata tra militari ed ex militari. Secondo il presidente di A.L.T.A. "serve a rendere quanto più realistico possibile lo scenario, perché un conto è stabilire sulla carta che il ponte X è presidiato da un manipolo di miliziani, un altro è trovarlo davvero presidiato". Questo, dunque, impegna le forze che intervengono ad operare con la massima attenzione e professionalità possibile. Inoltre l'innovazione consiste nel permettere di avere un supporto tattico da questi gruppi di miliziani, che sono armati di tutto punto dalla mimetica alla replica dell'arma. Operano per destabilizzare l'area tramite attività tattiche su terreno con attività di pattugliamento, colpi di mano e sabotaggi creando così i presupposti per l'intervento di una forza sul mandato Onu e con l'entrata nell'area di crisi del reggimento Lagunari Serenissima, che per il loro specifico ruolo durante l'esercitazione è denominato Nato Interim Multinational Force (Nimfor).

Presidente Chiapperini, i Lagunari arriveranno davvero?

I Lagunari sono partiti realmente da Venezia e sono in navigazione con i mezzi da sbarco, martedì saranno nell'area di crisi. Questa è una esercitazione quanto più realistica possibile e che si potrebbe vedere in un vero teatro operativo.

Faccio un esempio: Libano. Se prendiamo l'area che va dalla città di Tiro alla Blue Line, avendo tutte le vie percorribili terrestri bloccate, si usufruisce della navigazione da costa a costa con mezzi anfibi. Ora si stanno esercitando proprio per una simile evenienza.

Quante persone sono coinvolte?

170 uomini dei Gruppi sportivi militari, composti da Lagunari in congedo. In questo caso sono impegnati in attività di destabilizzazione.

E i "buoni", invece?

Il reggimento dei Lagunari che da martedì a venerdì interverrà a terra con il supporto della artiglieria, contraerea leggera, elicotteri d'attacco e genio guastatori sono tutti facenti parte della forza di proiezione dal mare. Quelli che non hanno esperienza anfibia sono stati addestrati ad operare in ambiente anfibio dai Lagunari tramite apposito corso di qualificazione anfibia a Venezia. Sono una forza 200 uomini con mezzi anfibi, AAV-7, barchini, battelli, motovedette e gommoni.

Lo scenario prevede anche la distruzione di un argine del Po (nello scenario il nome di fantasia è Pon) da parte delle milizie. L'alluvione simulata che ne consegue si riallaccia alla vera storia del Polesine ed è una maniera per commemorarla con il coinvolgimento dei civili e con apposite attività da parte dei Lagunari per la messa in sicurezza degli alluvionati isolati. Ovviamente il tutto di concerto con le strutture civili quali la Protezione Civile e i gruppi di Protezione Civile A.L.T.A. (Lagunari).

Tutto si concluderà domenica 23 ottobre in piazza del comune di Porto Tolle con una solenne cerimonia e con uno speciale riconoscimento ai Lagunari che nel 1966 intervennero in soccorso della popolazione.

Per ulteriori informazioni: www.associazionelagunari.it

(immagini: Associazione Lagunari Truppe Anfibie)