Ordalia: il Giudizio di Dio

(di Riccardo Massaro)
10/08/17

"Ordalia" significa: Giudizio di Dio (ordàlia, orˈdalja alla latina o ordalìa, ordaˈlia alla francese, dal latino medievale ordalium e dal longobardo ordaïl).

L'innocenza o la colpevolezza si determinava sottoponendo l'incriminato a una prova dolorosa o al duello. Se si era privi di colpa nel caso della prova cruenta non ci sarebbe stata sofferenza e le ferite sarebbero guarite presto, nel secondo caso, si sarebbe vinto il duello. Tutto questo chiaramente grazie all'intervento divino...

Nell'antica Roma il magistrato aveva una preparazione giuridica, con la ricerca di prove e testimonianze ricercava la verità per poi emettere un equo giudizio. 
Tra i popoli barbari invece è innocente chi può dimostrarlo con fatti o testimoni, o magari superando una prova. 
Vi è chiaramente un attrito tra la cultura romana e quella barbara di tipo germanico, che, seppur avendo inglobato molto della cultura latina si porta ancora sulle spalle un grosso bagaglio culturale di vecchie tradizioni, che si trasformeranno ancora durante il cristianesimo. 
Nella cultura germanica è il giuramento che accusato o accusatore fanno sull'accaduto a rappresentare elemento di prova: si scomodano gli Dei come testimoni, oppure Dio nel caso di convertiti al cristianesimo, impegnandosi così con la propria anima nel giuramento sui fatti. Il giudice in questo caso doveva solo stabilire se bastasse il giuramento come prova o se necessitasse il "Giudizio di Dio".

La Chiesa si trovò in una situazione difficile: vietare questa pratica per non scomodare Dio per cause umane e meramente terrene, o essere testimone passiva nel vedere le persone farsi giustizia da sole.

Tracce dell'Ordalia sono state rinvenute in Mesopotamia (codice Hammurabi), nell'antica Roma (Tarquinio Prisco) e tra gli etruschi ( nelle pitture etrusche dove compare il personaggio Phersu).

A Roma un individuo considerato reo, veniva legato e messo in un sacco e gettato nel Tevere, magari in compagnia di un animale feroce, se riusciva a liberarsi con la spada contenuta nel sacco veniva considerato innocente...
Per ciò che concerne le armi usate nell'Ordalia in cui si arrivava al duello, di solito la scelta ricadeva su chi era la parte offesa, si stabiliva un luogo, un prestabilito giorno per lo scontro, dei giudici.
Gli strumenti del confronto ovviamente muteranno nei tempi, dalla tarda antichità fino al 1929 circa, quando fu redatto l'ultimo codice giuridico che ne stabiliva le regole.

Le armi erano rigorosamente uguali per ogni contendente (due), il giudice doveva garantire il giusto svolgimento del duello controllando dapprima che le armi fossero identiche e regolari. Pesi, misure, efficacia...

Bastoni, coltelli, daghe, spade, lance, mazze, spade in arme, falcetti, picche, poi fioretti, sciabole, pistole... Anche in questo settore l'evoluzione del duello si adatterà a quello delle armi.

La maggior parte delle armi che ho citato e che vengono utilizzate nella duellistica sono rappresentate assieme al loro uso su numerosi codici antichi. Quello più antico (almeno di quelli conosciuti finora) è il così denominato 'I 33' (numero di catalogazione) trovato nella Torre di Londra e in parte rovinato da un incendio.
Su di esso sono raffigurati dei monaci, autorizzati dal Papa ad usare le armi per difendersi dai continui attacchi dei fuorilegge contro i loro conventi per perpetrare furti. 
Il manoscritto del 1200 contiene numerose raffigurazioni di monomachie sul combattimento con spada e brocchiero, ovvero un piccolo scudo in metallo o metallo e legno atto a proteggere soprattutto la mano armata.

Segue, per tutto il Medioevo e il Rinascimento, una vasta produzione sia scritta che raffigurata di codici che rappresenta duellanti in azione con le armi più disparate: dalle classiche spade, lance, daghe e messer (Fiore De Liberi, Thaloffer, Wallerstein, Leckuchner, Vadi, Meyer...) fino ad arrivare al mair che, con il suo 'de exotica', mostra l'uso di falcetti, falci, clave ed altre 'armi' improprie... o l'utilizzo delle semplici mani nude. Tutto per lavare onte e preservare l'onore!

Greci e romani (Ettore contro Achille o Orazi contro Curiazi) passando dai longobardi fino a tempi recenti hanno utilizzato il duello per dirimere controversie o contese. Per salvaguardare il proprio onore grazie al "Giudizio di Dio".

(foto: web)