Le molte vite delle corazzate classe Iowa

(di Tiziano Ciocchetti)
11/09/19

Costruite nell’ambito dei programmi navali del 1939 (BB 61 Iowa e BB 62 New Jersey) e del 1941 (BB 63 Missouri e BB 64 Wisconsin), le Iowa avevano originariamente un dislocamento di 45.870 tonnellate (56.300 a pieno carico), una lunghezza fuori tutto di 270 metri, una larghezza di 33 metri e un armamento costituito da 9 cannoni da 406/50 mm in tre torri trinate, 10 torrette binate da 127/38 mm e 20 complessi antiaerei quadrinati da 40 mm, più 50 mitragliere da 20 mm.

L’apparato propulsivo era in grado di erogare una potenza pari a 212.000 cv, che consentiva di avere una velocità massima di 32 nodi e un’autonomia di 11.000 miglia. la protezione raggiungeva uno spessore massimo di 305 mm al galleggiamento, 440 mm alle barbette delle torri di grosso calibro e al torrione, 127 mm al ponte corazzato e 430 mm alle torri di grosso calibro.

La partecipazione alla Seconda Guerra Mondiale si svolse principalmente nel Pacifico, sia a supporto delle incursioni delle portaerei veloci che con interventi a fuoco contro obiettivi terrestri, sia nelle isole occupate dalle forze giapponesi che contro l’arcipelago nipponico.

Il 2 settembre 1945, sul ponte della Missouri, si svolse la cerimonia ufficiale della resa incondizionata del Giappone, notificata dal ministro degli Esteri Mamoru Shigemitsu al generale MacArthur.

Tra il 1948 e il 1949 tre delle Iowa vengono poste in riserva, mentre la Missouri, dopo essere rientrata negli Stati Uniti e aver subito una breve revisione presso l’arsenale di New York, svolse negli anni del secondo dopoguerra un ruolo diplomatico, mostrando bandiera nel Mediterraneo a sostegno della Turchia durante la crisi con l’URSS del 1946, e nell’Atlantico del Sud per la firma del Trattato di Rio de Janeiro del settembre 1947.

Il 19 agosto 1950 la Missouri fa rotta verso il sud-est asiatico, dove il 15 settembre i suoi pezzi da 406 mm entrano in azione per appoggiare lo sbarco dei Marines a Inchon. Rientra dalla Corea nell’aprile del 1953 e meno di due anni più tardi, il 26 febbraio 1955, viene posta in riserva.

Anche le altre tre unità della classe Iowa parteciparono al conflitto coreano, bombardando obiettivi costieri e postazioni comuniste (batterie di artiglieria in caverna, depositi di munizioni, concentrazioni di truppe, linee di comunicazioni), sfruttando al massimo la gittata dei pezzi da 406 mm (la New Jersey ebbe modo di sparare, nei nove mesi di impiego nel conflitto, oltre 7.000 colpi). Con l’armistizio del 27 luglio 1953 finisce la partecipazione delle corazzate al conflitto coreano e rientrano negli Stati Uniti dove nel 1956 le tre ancora in servizio vengono modificate per il trasporto e l’impiego di munizionamento nucleare, costituito dai proiettili da 406 mm Mk-23. Nel 1958 tutte e quattro sono riposizionate di nuovo in riserva.

La prima corazzata a riemergere dal letargo fu, il 6 aprile 1968, la New Jersey. Richiesta a gran voce dai Marines già dal 1964, al fine di disporre di un più efficace supporto di fuoco con l’intensificarsi delle operazioni in Vietnam. La riattivazione della corazzata fu fortemente osteggiata dall’allora Capo di Stato Maggiore (Chief of Naval Operations, CNO) della U.S. Navy, ammiraglio David MacDonald, tanto che la decisione definitiva venne presa solo nell’agosto del 1967 con l’avvento di un nuovo CNO.

La scelta cadde sulla New Jersey in quanto sai trovava in migliori condizioni rispetto alle altre tre. Al termine di 10 mesi di lavori ritornò a far parte della flotta attiva. Le modifiche comportarono la rimozione dei pezzi da 40 mm, l’installazione di due calcolatori balistici, di un sistema di designazione per le batterie da 406 mm e di nuovi apparati per le telecomunicazioni, la creazione di un’area per l’appontaggio degli elicotteri a poppa e l’introduzione di un sistema ECM destinato a contrastare eventuali attacchi condotti con missili antinave sovietici SS-N-2 Styx.

Il 25 settembre del 1968 la New Jersey è al largo delle coste vietnamite, tuttavia non rimase in servizio a lungo. Nel giugno del 1969 il nuovo Segretario alla Difesa Melvin Laird cominciò a considerarne il ritiro, che fu annunciato il 22 agosto successivo. Il 17 dicembre 1969 la bandiera venne ammainata.

Negli anni ’70 il Pentagono comincia a considerare proposte per riattivare una o più corazzate, valutando ipotesi di ammodernamento e modifiche, dal rafforzamento delle capacità di autodifesa a quelle offensive e di supporto di fuoco tramite l’adozione di proiettili guidati a lunga gittata, missili da crociera e velivoli imbarcati a decollo verticale, con costi stimati al di sopra dei 200 milioni di dollari.

Sotto la spinta determinante esercitata ancora una volta dal Corpo dei Marines - decisi ad ottenere un maggiore supporto di fuoco nelle potenziali crisi che rischiavano di coinvolgere gli Stati Uniti – il momento del ritorno delle corazzate non era certo lontano. Nel 1981, con l’avvento dell’Amministrazione Reagan, il progetto venne ripescato e inserito nel supplemento di bilancio per l’anno fiscale 1981; nel 1982 furono approvati i fondi per l’Iowa (nella foto, a destra) e nel 1984 quelli per la Wisconsin (nella foto, a sinistra), mentre il ritorno in linea della Missouri fu finanziato con fondi recuperati da risparmi nelle spese realizzati nel 1981-84.

Fra i compiti che l’U.S. Navy intendeva assegnare alle corazzate Iowa figuravano l’esecuzione di operazioni offensive, nell’ambito di gruppi di portaerei in aree ad alto livello di minaccia, la condotta di operazioni indipendenti, col sostegno di un’opportuna scorta, in aree a minor rischio, il supporto di operazioni anfibie, l’attacco di obiettivi navali di superficie e terrestri e il rifornimento di unità navali ed elicotteri.

I lavori di ammodernamento comportavano lo sbarco di 4 impianti binati da 127/38 mm per far posto a 8 lanciatori quadrinati per missili da crociera Tomahawk, sia nella versione per attacco ad obiettivi terrestri che di bersagli navali; l’installazione di 4 lanciatori quadrinati per missili antinave Harpoon; di 4 sistemi CIWS Vulcan Phalanx per la difesa di punto; di un sistema ECM AN/SLQ-32; di nuovi radar di scoperta aerea (AN/SPS-49) e di superficie (AN/SPS-67). I pezzi da 406 mm mantennero lo stesso munizionamento della Seconda Guerra Mondiale: vecchi proiettili perforanti Mk-8 ed HE Mk-13.

La prima corazzata a rientrare in linea fu la New Jersey, il 28 dicembre 1982; seguirono la Iowa (28 aprile 1984), la Missouri (15 maggio 1986) e la Wisconsin (22 ottobre 1988).

La prima unità a rientrare in azione fu ancora una volta la New Jersey, che nel 1983-84 fu schierata al largo delle coste libanesi, nella fase più acuta della guerra civile in atto nel paese.

Il 14 dicembre 1983 la corazzata sparò 11 proiettili da 406 mm contro postazioni antiaeree siriane nell’entroterra di Beirut, che alcuni giorni prima avevano abbattuto due A-6 Intruder della Marina. Altri 300 colpi furono sparati all’inizio di febbraio del 1984 contro postazioni siriane e druse nella valle della Bekaa.

Il 19 aprile 1989 si verificò un grave incidente a bordo della Iowa, impegnata in una esercitazione a fuoco nei Caraibi. Un’esplosione verificatasi nella torre numero 2 uccise 47 marinai e mise fuori uso l’impianto, che non venne più riparato.

Iowa e New Jersey vennero dismesse rispettivamente il 26 ottobre 1990 e l’8 febbraio 1991, senza più rientrare in azione, occasione che invece si presentò alla Missouri e alla Wisconsin, inviate nel Golfo Persico in seguito all’invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein.

La Missouri arrivò in zona di operazioni nei primi giorni del 1991 e il 17 gennaio partecipò al lancio di missili Tomahawk contro obiettivi irakeni. Nel corso del conflitto la BB 63 lanciò in tutto 28 missili ed investì con i cannoni da 406 mm, alterandosi con la gemella Wisconsin, obiettivi nemici sull’isola di Faylaka e nei pressi di Kuwait City. Rientrata negli Stati Uniti al termine del conflitto, la Missouri fu dismessa il 31 marzo 1992 a Long Beach, ultima corazzata a lasciare il servizio attivo.

L’aveva preceduta di pochi mesi, il 30 settembre 1991, la BB 64 Wisconsin: i tagli al bilancio della Difesa e gli elevati costi di gestione delle corazzate – caratterizzate da un equipaggio troppo numeroso in relazione alle capacità esprimibili, ne segnarono la definitiva uscita di scena.

Foto: U.S. Navy