La guerra lampo di Saddam nel 1980: l’arsenale iraniano

(di Manuele Serventi Merlo)
05/12/17

Nel settembre 1980 le forze armate iraniane erano soltanto un’ombra di quelle che erano le ex armate imperiali dello Scià. Soltanto metà dell’arsenale era utilizzabile e buona parte dei pezzi di ricambio per i mezzi dovevano essere cannibalizzati.

La situazione era drammatica anche per quanto riguardava il personale: molti ufficiali superiori imperiali erano stati uccisi, incarcerati o fuggiti all’estero. Lo stesso poteva dirsi tranquillamente anche per molti quadri tecnici, compresi i piloti. A disposizione della nuova Repubblica Islamica dell’Iran rimanevano così soltanto dei giovani militari con scarsa esperienza operativa.

Dal punto di vista organizzativo l’Esercito Iraniano era strutturato, alla vigilia del conflitto con l’Iraq, su tre divisioni e due brigate corazzate, quattro divisioni e due brigate meccanizzate, due brigate di fanteria aeromobile e di commando, più cinque brigate d’artiglieria. Tutte unità che, tuttavia, si trovavano pesantemente sotto organico rispetto ai tempi dello Scià.

La 16° divisione corazzata era dislocata su tre brigate nel settore Ghazvin-Znjan-Hamedan con i carri M-60 A1 e gli APC M-113. L’81° divisione corazzata, invece, era rischierata nella provincia di Kermanshah ed era basata anch’essa su tre brigate, ma dotate di carri Chieftain al posto degli M-60 A1.

La difesa della strategica zona del Khuzestan sulla quale doveva concentrarsi la guerra lampo di Saddam era, infine, affidata alla 92° divisione – sempre montata su Chieftain ed M-113 – rinforzata dal 283° battaglione di cavalleria corazzata con APC dotati di missili controcarro TOW.
Le due formazioni citate erano tra loro collegate dalla 84° brigata di fanteria stanziata a Khoramabad e dalle brigate d’artiglieria n.° 22 e 55°.

Teheran era difesa dalla 21° divisione meccanizzata che, in realtà, era una sorta di piccolo corpo d’armata essendo formato dalla 2° brigata Guardie, dalla 1° divisione di fanteria, dal 141° battaglione autonomo, nonché da aliquote della disciolta 1° divisione della Guardia. Al suo fianco era presente nella capitale dell’Iran la 23° brigata Forze Speciali, disposta alla vigilia del conflitto in diverse zone della frontiera con l’Iraq.

Nel triangolo Sanandaj-Mahabad-Piransahr-Salmas era dislocata la 28° divisione meccanizzata con una brigata carri equipaggiata su carri M-60 e due brigate meccanizzate su M-113, più un reggimento di cavalleria blindata esplorante su carri leggeri Scorpion ed altri M-113. A coadiuvare la citata unità ci pensava la 64° divisione di fanteria nel settore di Oromiyeh-Mahabad-Piransahr-Salmas, sebbene fosse a ranghi ampiamente incompleti.

La 77° divisione meccanizzata, ai confini con l’URSS e l’Afghanistan, poteva contare su una brigata con vecchi M-47 e due brigate su M-113. Collegata con questa vi erano la 37° brigata corrazzata di Shiraz e la 88° carri di Zehedan su Chieftain. A Shiraz si trovava altresì la 55° brigata paracadutisti con diversi distaccamenti. La 30° brigata era infine dislocata a Goirgan.

Così come l’Esercito Iracheno, anche quello iraniano poteva contare su una propria componente aerea, seppur fortemente indebolita dall’embargo occidentale a cui il Paese degli Ayatollah era sottoposto.

Nel 1980 era organizzata in tre reggimenti operativi. Il primo era situato a Kermanshah ed era dotato di AB-205/206, Bell 214 e Cobra d’attacco. Il secondo era dislocato, invece, a Esfahan ed aveva in dotazione i medesimi mezzi del reparto precedentemente illustrato, ma in più poteva contare sul 4° gruppo da trasporto pesante su CH-47. Il terzo, infine, era di base a Kerman.

Al di fuori dell’esercito regolare sussistevano diverse altre formazioni militari armate per colmare i vuoti lasciati dalla rivoluzione. Queste unità erano perlopiù formate da giovani ed entusiasti volontari sostenitori della Rivoluzione khomeinista. Ancorché armate soltanto con armamento leggero individuale, le formazioni Pasdaran, Basij e Mostafazin – riunite tutte sotto il Comando della Guardia Rivoluzionaria a partire dal 1° gennaio 1981 - divennero ben presto un vero e proprio contrappeso all’Esercito Iraniano regolare sia sul campo di battaglia che sul piano politico.

Al secondo posto come importanza tra le forze armate si trovava l’Aeronautica che il nuovo regime aveva ribattezzato Islamic Republic of Iran Air Force (IRIAF). Nonostante molti dei suoi aerei fossero a terra per mancanza di ricambi e di manutenzione adeguata rimaneva comunque una forza di tutto rispetto.

A Teheran era situata la 1° aerobrigata con diversi stormi. Questi erano: l’11° stormo strutturato su due squadroni dotati di F-4E Phantom e RF-4E; il 1° stormo misto da ricognizione/ELINT su EC-130E, RF-4E ed RF-5A; lo stormo da trasporto aereo dotato di C-130 R/H,Tanker Boeing 707, Jumbo 747, Fokker-27 ed elicotteri vari e, infine, lo stormo addestramento su Beech F-33 e reattori T-33.

A Tabriz era dislocata invece la 2° aerobrigata su uno stormo da caccia ed un altro COIN. Gli aeromobili destinati ad operare con questa grande unità aerea erano gli F-5 nelle diverse versioni E ed F, nonché i leggeri O-2A per il Counter Insurgery assieme agli elicotteri da supporto Bell 214.

Nei pressi Hamedan era situata la 3° aerobrigata con il 31° stormo - su cacciabombardieri F-4E ed elicotteri Bell 214 – ed il 32° sempre su F-4, presenti anche nella più anziana versione D.
Nella base aerea “Vahdati” presso Dezful si trovava la 4° aerobrigata con il 41° stormo montato interamente su F-5E/F. I reparti di questa formazione vennero rinforzati nel novembre 1980 con Tiger e Phantom provenienti da altre aerobrigate.
Se la 5° Aaerobrigata era posta ancora in posizione quadro alla vigilia del conflitto con l’Iraq, così non poteva dirsi per la 6° di stanza a Bushehr con gli stormi 61° e 62° montati, rispettivamente, su F-4E e su C-130H, oltre al gruppo collegamenti su elicotteri di supporto.

La 7° aerobrigata era dislocata a Shiraz sulla base aerea di Hor, con il 71° stormo da combattimento ed il 71° stormo da trasporto. Il primo reparto era armato di cacciabombardieri F-4E nonché dei potenti Tomcat F-14A inquadrati nel 72° e 73° squadrone. Il 71° stormo da trasporto inquadrava, al contrario, Hercules, Fokker F.27M, elicotteri di supporto, e pattugliatori aeronavali P-3C Orion inquadrati in un apposito reparto ad hoc.

Ad Esfahan era di stanza l’8°aerobrigata con l’81° stormo su F-14A più Bell 214 d’appoggio, mentre a Bandar Abbas si trovava la 9° aerobrigata con stormi equipaggiati esclusivamente su F-4E armati di missili Bullpup. A completare lo schieramento dell’aeronautica vi era, infine, la 10° aerobrigata di stanza a Chah Bahar con squadroni dotati di Phantom ed Hercules.

Così come in Iraq, anche in Iran la Marina Militare aveva il ruolo della “Cenerentola” fra tutte le forze armate. Sebbene lo Scià avesse in cantiere un programma molto vasto di riammodernamento della flotta, la rivoluzione degli Ayatoallah vanificò ben presto questo progetto anche per via dell’embargo occidentale.
In ogni caso, rispetto all’avversaria irachena, la Marina iraniana poteva avvalersi di una flotta decisamente più consistente ed avanzata tecnologicamente. Nei porti persiani di Bandar Abbas, Busher, Kharg, Bandar e-Azhali, Bandar Khomeini e Chah Bahar si trovavano alla fonda tre cacciatorpediniere tipo Spruance modificato e quattro fregate lanciamissili leggere classe SAAM costruite in Gran Bretagna negli anni ‘70, una decina di motomissilistiche moderne classe Combattante II, corvette antisom, cannoniere, vedette e mezzi speciali, dragamine, posamine, navi da sbarco e rifornitori.
Una componente navale alla quale si affiancava una piccola aviazione navale organizzata su tre gruppi di volo equipaggiati con elicotteri AB212 ASW e SH-3D Sea King in funzione antisom, MH-53D Sea Stallion con compiti antimina e velivoli multiruolo AB- 205 e AB-206 di produzione italiana. Aeromobili la cui funzione era altresì quella di fornire assistenza e supporto al piccolo reparto anfibio della Marina iraniana inizialmente addestrato direttamente dai Marines americani. La formazione consisteva essenzialmente in una brigata con una circa una mezza dozzina di battaglioni dotati di blindati anfibi e artiglieria, più reparti speciali tipo SEAL.

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