La guerra aerea tra Perù ed Ecuador del 1995: premesse ed assetti (parte 1/2)

(di Manuele Serventi Merlo)
07/07/17

Tra Ecuador e Perù è sempre esistita un’annosa disputa di confine risalente addirittura alla prima demarcazione di frontiera effettuata dai Conquistadores nel 1535. Le conseguenze pratiche di tale disputa non hanno tardato ad attuarsi con diversi conflitti armati tra i due paesi citati quando questi divennero indipendenti dalla Spagna. Il primo venne combattuto tra il 1857 ed il 1860, e terminò con la conquista peruviana della zona dell’Amazonas.

Successivamente, un’altra guerra per il possesso della zona venne combattuta nel luglio 1941 quando le truppe ecuadoriane rioccuparono l’area contesa intorno alla città di Zarumilla.

Proprio in occasione di tale conflitto, per la prima volta, i contendenti utilizzarono l’arma aerea per raggiungere la vittoria. I peruviani, in tal senso, si dimostrarono molto abili impiegando al meglio i modernissimi CA-310 Libeccio ed i più anziani caccia biplani Curtiss CW e gli italiani IMAM Ro-37 bis. L’impiego di tali mezzi, unito all’utilizzo di tattiche nuove come i primi aviolanci di paracadutisti – il primo utilizzo di questa arma in Sudamerica avvenne proprio nella guerra del 1941 tra Ecuador e Perù – garantirono un’altra vittoria al paese andino.

Ma le tensioni con l’Ecuador erano ben lungi dall’essere assopite e risolte. L’area di confine – soprattutto l’area della valle del fiume Canepa – ritornò al centro dell’attenzione per la supposta presenza di giacimenti di oro, uranio e petrolio.

Nel 1981, pertanto, allo sconfinamento di una pattuglia dell’esercito ecuadoriano che aveva creato sulle alture dell’alto Canepa un campo militare, il Perù reagì duramente lanciando diversi raid con i Sukhoi Su-22A Fitter F, appena acquistati dall’URSS in 38 esemplari, con la copertura aerea assicurata dai Mirage 5 del 6° Grupo Aéreo.

Il massiccio impiego del mezzo aereo da parte dei peruviani portò i suoi frutti e il campo militare ecuadoriano impiantato nelle alture dell’alto Canepa venne presto ripreso anche grazie al riuscito sbarco di truppe eliportate da velivoli Mi-8TV HIP C dell’Aviazione dell’esercito.

Dal 1981 in poi, Perù ed Ecuador lanciarono una strisciante, ma costante, corsa agli armamenti in vista di un futuro possibile conflitto. A questo stato di cose non poteva non sfuggire anche la componente aerea dei due paesi citati.

Il Perù proseguì i suoi precedenti programmi continuando ad acquistare moderni velivoli da combattimento, addestramento e logistica da Unione Sovietica, Francia ed Italia.

Tra questi spiccavano i caccia multiruolo Mirage 5 della Dassault in 47 esemplari, i cacciabombardieri Sukhoi Su-22A Fitter F per un totale di 52 unità, 18 bombardieri leggeri Canberra B.(I) Mk-68 acquisti di seconda mano, 36 velivoli da appoggio tattico A-37B Dragonfly e gli addestratori tattici Macchi MB-339 (foto). I velivoli italiani dovevano essere costruiti, sulla base dell’accordo concluso con Aermacchi dall’industria aerea locale nel 1981, in un totale di 66 esemplari comprendenti una versione da combattimento denominata K. Il programma di acquisizione dell’MB-339 subì, tuttavia, dei tagli tali da limitarne l’acquisizione a soltanto 19 MB-339AP.

I fondi risparmiati servirono per implementare le linee caccia e trasporti con l’acquisizione di diversi C-130 Hercules, Antonov An-26 e An-32, nonché la linea elicotteri (tra cui meritano di essere menzionati 6 Agusta AB-212ASW, Agusta-Sikorsky Sea King, Agusta A-109).

All’aumento delle capacità tecnologiche, corrispondeva un proporzionale aumento degli effettivi della FAP (Forza Aera Peruviana). Dal 1980 alla vigilia del conflitto del 1995, il personale era arrivato a quota 15.000, di cui il 50% professionisti.

Per quanto concerne l’organizzazione, invece, la FAP, alla vigilia del conflitto del 1995, era strutturata in nove Gruppi aerei e 22 Squadroni operativi distribuiti in tre Zone di Difesa Aerea. Le basi principali erano; la “Jorge Chavez” di Lima-Callao in cui stazionava il 3° Grupo Aéreo, formato dagli Escuadron de Helicopteros 332° (su HIP) e 341° (UH-1H, Bell 212 e 214); l’8° Grupo Aéreo del Transporte (Escuadron 841° - con Boeing 707-323C e Loockeed L-100-20-; 842°, dotato di Antonov An-32 e An-74; e 843° su Cessna 185 e QUEEN AIR A-80); la “Mariano Melgar” di La Joya su cui vera schierato il 4° Grupo Aéreo con lo Escuadron de Caza 411° (Su-22) e 412° (Mirage 2000 P); la “Capitano Abelardo” di Chiclayo dove operavano i Mirage 5P del 611° Escuadron de Caza/6° Grupo Aéreo; la “Capitano Concha” di Piura dove era dislocato il 711° Escuadron - montato su A-37B - de Caza-Bombardeo, inquadrato nel 7° Grupo Aéreo; la “Renan Eloias Oliveira” di Pisca che ospitava il 921° Escuadron de Bombardeo del 9° Grupo Aéreo, montato su bombardieri Canberra; la “Capitano Montes” di Talara dove si trovavano i Su-22 del 111° Escuadron de Caza LOS TIGRES, dell’11° Grupo Aéreo; la “Coronel Vignette” di Iquitos dove stazionavano i DHC-6, Y-1211 e PC-6 da trasporto leggero/collegamento del Transportes Nacionales de la Selva (TANS); LA “Rodriguez Ballon” di Arequipa in cui si trovavano gli elicotteri d’attacco HIND e tattici HIP del 211° Escuadron del Grupo Aéreo de Fuerzas Especiales.

Accanto alla FAP, tuttavia, sussistevano altre componenti aeree. Per esempio, il servizio aereo dell’Esercito dotato di elicotteri da impiegare soprattutto in operazioni di controguerriglia contro i guerriglieri di “Sendero Luminoso”. E, ancora, l’aviazione navale dispiegata nelle basi del Callao e di San Juan de Marcona su 800 effettivi circa ed una trentina di aeromobili.

Tanto premesso, al netto dei numeri importanti citati, a causa della grave crisi che aveva colpito il Perù a cavallo degli anni ‘80 e ‘90 e della necessità di combattere la guerriglia comunista presente nel Paese, l’efficienza degli aeromobili della FAP si era grandemente ridotta tanto da costringere alla messa a terra forzata molti dei velivoli citati, compresi i modernissimi Mirage 2000 appena comperati dalla Francia in 12 esemplari.

Nettamente diversa era la situazione nella FAE (Fuerza Aerea Ecuadoriana). Seppur di dimensioni molto più contenute rispetto alla FAP, con le scarse risorse disponibili, i vertici militari di Quito erano riusciti a strutturare una piccola aeronautica militare efficiente addestrata da consiglieri israeliani.

Coordinata da un Comando de Operationes e suddivisa in due Zone Aeree, la FAE poteva contare sulla base aerea di Taura dove si trovava la 21° Ala de Combate su tre reparti: il 2111° Squadrone, con undici cacciabombardieri Sepecat Jaguar S/B; il 2112° con tredici intercettori Mirage F-1JA/JE in fase di ammodernamento con il radar Cyrano IV; il 2113° con undici cacciabombardieri Dassault-IAI KFIR C-2.

Accanto alla componente da combattimento, l’aeronautica ecuadoriana poteva schierare un altrettanto valida componente logistica costituita dalla 22° Ala de Transporte, basata sugli Escuadron 2211°, con aerei DHC-6 TWIN OTTER, 2212°, con Alouette III per il SAR, e 2213°, montato su Cessna 150 Aerobat.

A completare il quadro vi era, infine, la 23° Ala de Combate con diverse decine di aeromobili impiegabili sia a scopi addestrativi che tattici. In tale reparto erano inquadrati una ventina di reattori leggeri A-37B Dragonfly e T-33 in fase di radiazione all’epoca.

Per completezza, occorre ricordare che anche nel campo ecuadoriano sussistevano una componente aerea dell’esercito e della marina, dotate entrambe di aerei leggeri da trasporto/osservazione e di elicotteri, più il TAME (Transportes Aereos Militares Ecuatorianos) con sette C-130 B/H ed alcuni Boeing 727.

(Continua...)