Einsatzgruppen: le squadre della morte di Himmler

(di Mario Veronesi)
15/09/18

Le Einsatzgruppen, furono unità operative, reparti speciali, composti d’uomini delle SS e della polizia, che operarono nel corso della seconda guerra mondiale. Il compito principale delle Einsatzgruppen, che operarono prevalentemente in Unione Sovietica e Polonia, era, nella testimonianza resa nel corso del processo di Norimberga da Erich von dem Bach-Zelewski (1899-1972) (condannato all'ergastolo morì nell'ospedale della prigione di Monaco di Baviera) l'annientamento di ebrei, zingari e commissari politici, ottenuto mediante fucilazioni di massa e l'utilizzo d’autocarri convertiti in camere a gas.

Le origini delle Einsatzgruppen possono essere fatte risalire alla creazione di un apposito Einsatzkommando voluto da Reinhard Heydrich (1904-1942) per salvaguardare gli edifici governativi ed i documenti ivi contenuti, durante l'annessione dell'Austria da parte della Germania nel marzo 1938. Nello stesso anno, durante i preparativi per l'invasione della Cecoslovacchia prevista per il primo ottobre, fu nuovamente attivato un reparto con compiti similari ma che mutò il suo nome in Einsatzgruppen. I piani tedeschi prevedevano che l'unità seguisse da vicino l'avanzata dell'esercito tedesco, salvaguardando edifici pubblici e documenti, ed interrogando il personale civile impiegato presso l'amministrazione pubblica cecoslovacca. A differenza dell'originale Einsatzkommando il nuovo reparto era armato ed autorizzato ad uccidere per portare a termine la sua missione. L'accordo di Monaco del 1938 prevenne la guerra per la quale le Einsatzgruppen erano state originariamente concepite, ma quando le forze tedesche nell'autunno dello stesso anno, occuparono i Sudeti, regione cecoslovacca a forte maggioranza tedesca, il reparto fu impiegato per occupare e controllare gli uffici pubblici situati nella regione. Dopo l'occupazione integrale della Cecoslovacchia, avvenuta il 15 marzo 1939, le Einsatzgruppen furono nuovamente attivate per effettuare i compiti d’occupazione e controllo ai quali erano preposte.

Nel maggio 1939 Adolf Hitler decise l'invasione della Polonia, inizialmente pianificata per il 25 agosto, ma poi spostata al primo settembre. Per la prevista campagna Heydrich formò nuovamente le Einsatzgruppen per seguire l'avanzata delle armate tedesche ma, a differenza delle precedenti operazioni, diede ai comandanti di queste unità carta bianca per uccidere gli appartenenti a quei gruppi che i tedeschi consideravano ostili. Dopo l'invasione della Polonia le Einsatzgruppen iniziarono quella carriera di squadre della morte, che le rese tristemente famose. Decapitarono l'intellighenzia polacca, ed uccisero politici, studiosi, insegnati ed appartenenti al clero. Tale operazione, attentamente pianificata, rientrava nello schema del programma nazionalsocialista teso a trasformare le popolazioni slave considerate "untermenschen-subumane", in una riserva di manodopera, da impiegare per le esigenze del Reich tedesco. La missione delle Einsatzgruppen era, di conseguenza, la depoliticizzazione forzata del popolo polacco e l'eliminazione dei gruppi che più chiaramente ne rappresentavano l'identità nazionale. Nel maggio 1940, nel corso dell'invasione d’Olanda, Belgio e Francia, le Einsatzgruppen furono attivate ancora una volta per seguire l'avanzata della Wehrmact, ma, a differenza di quanto era avvenuto in Polonia, in questo caso si limitarono al compito originario di difesa degli edifici pubblici e dei documenti. In vista della preventivata invasione dell'Inghilterra conosciuta con il nome di codice d’operazione “Seelöwe”, furono preparati piani per la creazione e l'impiego di sei Einsatzgruppen che avrebbero dovuto operare numerosi arresti appena sbarcati sull'isola.

Nel corso dell'invasione dell'Unione Sovietica effettuata dalla Germania nel giugno 1941, le Einsatzgruppen si macchiarono d’atroci crimini (nell'immagine a sx un adolescente vicino ai corpi dei famigliari poco prima di venir assassinato) per i quali ancor oggi sono tristemente ricordati, uccidendo in scala molto maggiore rispetto a quanto avvenuto in Polonia, ebrei, partigiani e appartenenti al partito comunista. Per l'operazione “Barbarossa” furono impiegate quattro Einsatzgruppen totalmente motorizzate e quindi in grado di raggiungere rapidamente ogni area dell'esteso fronte orientale operando nelle aree appena liberate dei reparti combattenti dell'esercito. Le aree di competenza erano:

Einsatzgruppe A, impiegata nelle repubbliche Baltiche;

Einsatzgruppe B, impiegata in Bielorussia ed in direzione di Mosca;

Einsatzgruppe C, impiegata per il nord e la zona centrale dell'Ucraina;

Einsatzgruppe D, impiegata in Ucraina meridionale, Crimea e Caucaso.

Ogni Einsatzgruppe, era suddivisa in unità operative chiamate "Einsatzkommandos e Sonderkommandos", dipendenti logisticamente dai gruppi d’armate dell'esercito tedesco, ma totalmente svincolate per i compiti speciali che le erano stati affidati. Dovendo riferire esclusivamente all'SS-und Polizeiführer (comandante delle SS e della polizia) dell'area d’impiego. L'SS-und Polizeiführer, suprema autorità operativa sul campo, rispondeva direttamente al Reichssicherheitshauptamt RSHA (ufficio centrale per la sicurezza del Reich), delle SS, ed al suo comandante Himmler, che informava direttamente il Führer. Le direttive di Heydrich fissavano una precisa linea di condotta:

1) L'eliminazione dei quadri del partito comunista, dei commissari politici e di coloro che si opponevano alla liberazione tedesca.

2) L'istigazione di pogrom contro la locale popolazione d’origine ebraica.

Nel giro di breve tempo le Einsatzgruppen vennero sempre più coinvolte nell'uccisione di massa. La più letale delle Einsatzgruppen impegnate in Unione Sovietica fu l'Einsatzgruppe A che operò negli stati baltici (Estonia, Lituania e Lettonia). Fu la prima di queste unità, che portò a termine il compito previsto, l’eliminazione di tutti gli ebrei della sua area di competenza, rendendola "judenfrei" (libera da ebrei). Dopo il dicembre 1941 le altre tre Einsatzgruppen iniziarono quella che lo storico Raul Hilberg definì la seconda spazzata, terminata nell'estate 1942, cercando di raggiungere i risultati ottenuti dall'Einsatzgruppe A. Si stima che le Einsatzgruppen abbiano ucciso in Unione Sovietica circa 1.500.000 di persone: ebrei, comunisti, prigionieri di guerra e zingari. Oltre che ai compiti di sterminio le Einsatzgruppen vennero anche largamente impiegate nella guerra antipartigiana.

Le operazioni delle Einsatzgruppen in Unione Sovietica rappresentano le primissime fasi di quella che le autorità nazionalsocialiste definirono come soluzione finale della questione ebraica, lo sterminio del popolo ebraico. Fino allora Hitler e i vertici dello stato nazista avevano elaborato numerosi piani per rendere la Germania e le aree ad essa sottomesse "judenfrei", che non necessariamente prevedevano lo sterminio fisico. Erano allo studio alcune soluzioni quali: l'emigrazione volontaria degli ebrei, il trasferimento in Madagascar, la creazione di una riserva ebraica in Polonia, oppure in Unione Sovietica. A partire dal luglio 1941, la situazione cambiò ed i massacri sistematici delle Einsatzgruppen dimostrano che era stata presa una decisione radicale e definitiva, seppur inizialmente limitata ai soli ebrei sovietici. La successiva creazione dei campi di sterminio fu solamente un miglioramento tecnico per alleggerire il compito delle Einsatzgruppen, rendendo il metodo d’uccisione impersonale e meno gravoso per coloro che vi erano impegnati. La formalizzazione delle direttive per la soluzione finale, giunse nel gennaio 1942, nel corso della conferenza di Wannsee, ma esistono chiare evidenze che Hitler, aveva già deciso in precedenza il destino del popolo ebraico.

Le Einsatzgruppen seguivano da vicino l'avanzata delle forze armate tedesche e realizzavano di preferenza le loro operazioni nelle città e nei villaggi, dove vivevano consistenti comunità ebraiche. Appena giunte nella città provvedevano ad emanare dei decreti che ordinavano a tutti i cittadini ebrei di presentarsi in un punto di raduno, dal quale sarebbero stati reinsediati in altre località per effettuare un servizio di lavoro obbligatorio. Gli ordini affissi per le strade chiarivano inequivocabilmente che chi non si fosse presentato, sarebbe stato ucciso. Da rimarcare che, almeno nel primo periodo, gli ebrei sovietici non erano a conoscenza delle terribili condizioni dei loro correligionari polacchi, rinchiusi nei ghetti perché fino allo scoppio del conflitto l'Unione Sovietica, benevolmente neutrale con la Germania dopo la firma del patto Molotov-Ribbentrop aveva filtrato e nascosto attentamente le notizie relative agli eccessi nazisti in Polonia.

Per questo motivo gli ebrei erano facilmente ingannati dalla menzogna del reinsediamento, soprattutto viste le fatali conseguenze che avrebbero provocato il non eseguire l'ordine delle autorità d’occupazione. Le persone radunate con l'inganno erano trasferite nei pressi della città, in zone defilate in precedenza selezionate dagli uomini delle Einsatzgruppen. Gli sventurati erano condotti presso grandi fosse già scavate, vecchi cantieri in disuso, o profondi burroni (esempio Babi Yar, ove avvenne l'eccidio della popolazione ebraica di Kiev) e fatti spogliare completamente, i vestiti erano poi inviati agli enti assistenziali tedeschi. Nudi, si dovevano avvicinare al bordo delle fosse dove i carnefici spesso ubriachi li uccidevano a colpi di mitragliatrice o di pistola. In numerosi casi le vittime erano obbligate a sdraiarsi sullo strato di cadaveri di coloro che erano già stati uccisi prima di essere colpiti da una raffica di mitragliatrice, oppure da una pallottola nella nuca. I neonati erano spesso lanciati in aria ed usati come bersaglio per i colpi dei carnefici. Una volta terminata l'Aktion, termine con il quale erano indicati i massacri, le fosse per impedire lo svilupparsi di epidemie, erano cosparse di calce viva e ricoperte di terra per cancellare le tracce dei crimini commessi. Vista la concitazione delle operazioni non era inusuale che alcune vittime non fossero uccise, ma solamente ferite per poi essere sepolte vive, quando la fossa era ricoperta. Esistono alcune testimonianze di sopravvissuti che riuscirono salvarsi, uscendo nottetempo dalle fosse. Negli anni successivi, quando la certezza nella vittoria tedesca era ormai compromessa, fu lanciata dalle SS un’operazione d’esumazione, per eliminare definitivamente le prove dei crimini, mediante la cremazione dei cadaveri in grandi roghi. L'operazione, supervisionata da Paul Blobel già comandante di un Einsatzkommando, prese il nome in codice di “Sonderaktion 1005”, e vide l'impiego di numerose squadre composte di prigionieri ebrei a loro volta eliminati, dopo aver effettuato il lavoro allo scopo di preservare il segreto. I massacri compiuti mediante le fucilazioni, mostrarono immediatamente due elementi negativi:

1) I crolli psicologici che ne coinvolsero il personale: per cercare di mitigare l'orrore del compito che erano chiamati a svolgere, considerato però necessario e giusto dai vertici nazisti. I carnefici ricevevano razioni supplementari d’alcoolici, operando spesso completamente ubriachi. Nonostante ciò si ebbero numerosi casi d’internamento presso case di cura psichiatriche e diversi suicidi tra le file delle Einsatzgruppen.

2) La paura di Himmler che gli uomini delle SS, considerate un'elite che avrebbe dovuto incarnare tutte le caratteristiche superiori proprie della razza ariana, potessero essere contaminate dalla brutalità del lavoro che erano obbligate a svolgere. Lo stesso Himmler, che notoriamente aborriva la vista del sangue, assisté nel luglio del 1941 ad un'Aktion delle Einsatzgruppen rimanendo profondamente scosso. Per questo Himmler, preoccupato della salute e dell'integrità morale dei suoi uomini, ordinò di trovare nuovi metodi, meno cruenti, per portare a termine il compito assegnato alle SS affidando l'incarico ad Arthur Nebe, comandante dell'Einsatzgruppe B. Arthur Nebe era stato in precedenza a capo della Kripo (polizia criminale tedesca), ed era stato coinvolto nel programma d’eliminazione dei disabili chiamato in codice “Aktion T4”, sospeso alla fine dell’agosto del 1941, a causa delle veementi proteste della popolazione tedesca, nel corso del quale era stato sperimentato l'utilizzo di camere a gas funzionanti a monossido di carbonio puro. Tale metodo aveva dato ottimi risultati, rendendo l'uccisione più impersonale, chi apriva il rubinetto delle bombole ove era contenuto il gas non aveva nessun contatto con le vittime nell’attesa dentro la camera a gas sigillata.

Nel settembre 1941, Nebe richiese a Berlino, un esperto di chimica che potesse aiutarlo tecnicamente a trovare una soluzione del problema. Poco tempo dopo, giunse a Minsk, sede del comando di Nebe, il dottor Albert Widmann dell'istituto di tecnologia criminale. Nebe e Widmann studiarono inizialmente un metodo d’uccisione con esplosivi rinchiudendo 25 pazienti psichiatrici in due bunker e facendoli saltare in aria. L'esperimento si rivelò disastroso e l'esplosione uccise solo parte dei pazienti. A questo punto Widmann e Nebe, memori dell’esperienza del programma “T4”, pensarono d’utilizzare delle camere a gas funzionanti a monossido di carbonio e, dopo pochi giorni dal fallito esperimento con gli esplosivi, effettuarono una prova nei pressi di Mogilev. L'esperimento fu eseguito su di una trentina di pazienti di un manicomio, rinchiusi all'interno di una corsia dell'ospedale sigillata all'interno della quale entravano due tubi collegati ai gas di scappamento di un automezzo. Dopo un iniziale problema legato alla scarsa potenza del veicolo impiegato, tutti i pazienti morirono nel giro di pochi minuti, intossicati dal monossido di carbonio prodotto dai gas di scarico. Il successo dell'esperimento dimostrò che quella era la strada da percorrere, anche se esistevano alcuni problemi tecnici da risolvere. Le Einsatzgruppen erano unità mobili che operavano su di un estesissimo fronte e non sarebbe stato efficiente vincolare il loro operato ad installazioni fisse come le camere a gas dell'Aktion T4. L'idea d’utilizzare gas di scarico risultò invece vincente, perché la produzione di monossido di carbonio puro, impiegato in precedenza, era molto costosa e l'industria chimica tedesca riusciva a produrne solo quantità limitate. Per questo Nebe, con la collaborazione del dottor Hess, superiore di Widmann, studiò una soluzione basata su autocarri con il piano di carico sigillato e collegato, mediante un sistema di tubazioni, ai fumi di scarico prodotti dal motore. In questo modo si sarebbero create vere e proprie camere a gas mobili, dette “Gaswagen”, totalmente autosufficienti anche per l'approvvigionamento di gas. Ottenuta l'approvazione di Heydrich, l'idea fu perfezionata Walter Rauff, capo del dipartimento tecnico dell'RSHA, che progettò autocarri camuffati da ambulanze, di due diverse dimensioni e che potevano contenere 140 oppure 90 vittime contemporaneamente.

Gli autocarri della morte, iniziarono ad essere utilizzati dalle Einsatzgruppen per le operazioni di sterminio, tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre 1941, ma non rimpiazzarono mai completamente il vecchio metodo basato sulle fucilazioni. Gli addetti agli autocarri caricavano le vittime, trasportando il loro triste carico fino al luogo identificato per la sepoltura. La morte sopraggiungeva dopo 15-30 minuti, ed eventuali superstiti erano uccisi con un colpo alla nuca. Entro la metà del 1942 erano stati prodotti e consegnati alle Einsatzgruppen circa 30 autocarri convertiti, prodotti dall'azienda berlinese Gabschat Farengewerke Gmbh. Il primo campo di sterminio reso operativo l'8 dicembre 1941 a Chełmno, utilizzò tre camere a gas mobili prima che il metodo fu ulteriormente perfezionato per i nuovi campi dell'operazione “Reinhard”, che utilizzarono invece camere a gas fisse. L'utilizzo dei gas di scarico non venne però abbandonato e, negli anni successivi, solamente Auschwitz e Majdanek si differenziarono utilizzando il gas Zyklon B come agente tossico.

Le “Einsatzgruppen” non furono mai unità permanenti ma piuttosto reparti creati utilizzando personale proveniente dai ranghi delle SS, dell'SD e dai diversi reparti della polizia tedesca “Ordnungspolizei”, “Gendarmeria”, “Kripo” e “Gestapo”. I reparti contavano dai 600 ai 1000 uomini, ricevevano prima di essere impiegati, un addestramento di una durata variabile tra alcune settimane ed alcuni mesi. Una volta che le operazioni erano concluse le “Einsatzgruppen” venivano sciolte, anche se generalmente lo stesso personale, già esperto veniva richiamato, nel caso ci fosse la necessità di riformarle per nuovi impieghi. Le “Einsatzgruppen” erano assistite nei loro compiti da altre forze dell'Asse, da soldati della Wehrmacht e delle Waffen SS, oppure da battaglioni della polizia tedesca. Durante i massacri in Unione Sovietica, le “Einsatzgruppen” reclutarono antisemiti locali, in particolare in Lituania ed Ucraina, che si distinsero per la loro brutalità. Einsatzgruppe A impegnata nelle repubbliche baltiche, suddiviso in “Sonderkommandos 1/a e 1/b”, e “Einsatzkommandos 2 e 3”. Nell'ottobre del 1941, l'Einsatzgruppe A aveva il seguente personale:

Amministrazione 18

Polizia ausiliaria 87

Reparto femminile 13

Gestapo 89

Interpreti 51

Polizia Criminale (Kri.Po.) 41

Motociclisti 172

Polizia d'Ordine (Or.Po.) 133

Radio operatori 8

Servizio di Sicurezza (Sicherheitsdienst) 35

Operatori alle telescriventi 3

Waffen-SS 340

“Einsatzgruppe B” impegnata in Bielorussia, suddiviso in “Sonderkommandos 7/a e 7/b”, e “Einsatzkommandos 8 e 9”, un’unità speciale in caso Mosca fosse stata conquistata.

“Einsatzgruppe C” per il nord e la zona centrale dell'Ucraina, suddiviso in “Sonderkommandos 4/a e 4/b” “Einsatzkommandos 5 e 6”.

“Einsatzgruppe D” per il sud dell'Ucraina, la Crimea e il Caucaso, suddiviso in “Sonderkommandos 10/a e 10/b”, e “Einsatzkommandos 11/a, 11/b e 12”.

Comandanti

Einsatzgruppe A: SS-Brigadeführer Dr.Franz Walter Stahlecker (fino al 23 marzo 1942)

Einsatzgruppe B: SS-Brigadeführer Arthur Nebe (fino ad ottobre 1941)

Einsatzgruppe C: SS-Gruppenführer Dr. Otto Rasch (fino ad ottobre 1941) SS-Gruppenführer Erich Naumann (1941-1943)

Einsatzgruppe D: SS-Gruppenführer Prof. Otto Ohlendorf (fino al giugno 1942)

Il processo alle Einsatzgruppen

Il processo agli Einsatzgruppen, ufficialmente “The United States of America vs. Otto Ohlendorf” è stato il nono dei dodici processi per crimini di guerra, tenuti dalle autorità statunitensi a Norimberga. I dodici processi furono celebrati esclusivamente da corti militari statunitensi e non davanti all'International Military Tribunal (IMT), che aveva promosso il principale processo di Norimberga, contro i vertici della Germania nazionalsocialista. I dodici processi statunitensi sono collettivamente conosciuti come processi secondari di Norimberga, più propriamente, “Trials of War Criminals before the Nuremberg Military Tribunals (NMT)”. I 24 accusati erano tutti ufficiali degli Einsatzgruppen pesantemente coinvolti nelle operazioni di massacro.

Il tribunale sentenziò: “In questo caso gli imputati non sono semplicemente accusati di aver pianificato o diretto uccisioni massive attraverso canali di comando. È stato dimostrato con dovizia di particolari che questi uomini ebbero un ruolo attivo sul campo supervisionando, controllando, dirigendo e prendendo attiva parte al sanguinoso massacro”. I giudici di questo caso, appartenenti dal tribunale militare II-A, furono: Michael A. Musmanno giudice presidente, della Pennsylvania, John J. Speight dell'Alabama e Richard D. Dixon del North Carolina. Il capo del consiglio d'accusa fu Telford Taylor e il pubblico ministero Benjamin B. Ferencz. L'accusa fu depositata inizialmente il 3 luglio e modificata il 29 luglio 1947, per includere gli accusati Steimle, Braune, Hänsch, Strauch, Klingelhöfer e von Radetzky. Il processo avvenne tra il 29 settembre 1947, ed il 10 aprile 1948.

Le accuse furono:

1) Crimini contro l'umanità, attraverso la persecuzione su basi politiche, razziali e religiose, assassinio, sterminio, detenzione ed altri atti inumani compiuti contro civili, inclusi cittadini tedeschi e d’altre nazioni, come parte di un sistematico progetto di genocidio.

2) Crimini di guerra per le stesse ragioni; maltrattamenti ai prigionieri di guerra e alla popolazione civile dei territori occupati e per la sfrenata distruzione e devastazione non giustificata, dalle necessità militari in violazione alle convenzioni internazionali, art.43 e 46 delle Convenzioni dell'Aia del 1907 e sui prigionieri di guerra della Convenzione di Ginevra del 1929.

3) Appartenenza ad organizzazioni criminali, le SS, l'SD e la Gestapo, dalle quali provenivano molti dei membri degli Einsatzgruppen, erano stati dichiarati organizzazioni criminali, nel corso del precedente processo di Norimberga. Tutti gli imputati vennero accusati di tutti i capi d'accusa e tutti si dichiarono “non colpevoli”. Il tribunale li giudicò colpevoli di tutte le accuse ad esclusione di Rühl e Graf, trovati colpevoli solamente del terzo capo d’accusa.

Gli imputati

Delle 14 sentenze di morte, ne furono eseguite quattro; le altre furono commutate in prigionia nell'amnistia del 1951. Nel 1958 tutti i detenuti furono rilasciati.

Otto Ohlendorf

SS-Gruppenführer; membro dell'SD; comandante dell'Einsatzgruppe D- morte per impiccagione il 7 giugno 1951.

Heinz Jost-

SS-Brigadeführer; membro dell'SD; comandante dell'Einsatzgruppe A- Ergastolo, pena commutata in 10 anni di carcere.

Erich Naumann

SS-Brigadeführer; membro dell'SD; comandante dell'Einsatzgruppe B- morte per impiccagione, il 7 giugno 1951.

Otto Rasch

SS-Brigadeführer; membro dell'SD e della Gestapo; comandante dell'Einsatzgruppe C- Dismesso dal processo il 5 febbraio 1948, a causa delle condizioni di salute.

Franz Six

SS-Brigadeführer; membro dell'SD; comandante del Vorkommando Moscow Einsatzgruppe B- 20 anni di carcere, pena commutata in 15 anni.

Paul Blobel

SS-Standartenführer; membro dell'SD; comandante del Sonderkommando 4a Einsatzgruppe C- morte per impiccagione il 7 giugno 1951.

Walter Blume

SS Standartenführer; membro dell'SD e della Gestapo; comandante del Sonderkommando 7a Einsatzgruppe B- morte per impiccagione, pena commutata in 25 anni di carcere.

Martin Sandberger

SS Standartenführer; membro dell'SD; comandante del Sonderkommando 1a Einsatzgruppe A- morte per impiccagione, pena commutata al carcere a vita.

Willy Seibert

SS Standartenführer; membro dell'SD; vice responsabile del Einsatzgruppe D- morte per impiccagione, pena commutata a 15 anni di carcere.

Eugen Steimle

SS Standartenführer; membro dell'SD; comandante del Sonderkommando 7°- Einsatzgruppe B, e del Sonderkommando 4a Einsatzgruppe C- morte per impiccagione, pena commutata a 20 anni di carcere.

Ernst Biberstein

SS Obersturmbannführer; membro dell'SD; comandante del Einsatzkommando 6 –Einsatzgruppe C- morte per impiccagione, pena commutata al carcere a vita.

Werner Braune

SS Obersturmbannführer, membro dell'SD e della Gestapo; comandante del Sonderkommando 11b–Einsatzgruppe D- morte per impiccagione giustiziato il 7 giugno, 1951.

Walter Hänsch

SS Obersturmbannführer; membro dell'SD; comandante del Sonderkommando 4b Einsatzgruppe C- morte per impiccagione, pena commutata a 15 anni.

Gustav Nosske

SS Obersturmbannführer; membro della Gestapo; comandante del Einsatzkommando12–Einsatzgruppe D ergastolo, pena commutata a 10 anni di prigione.

Adolf Ott

SS Obersturmbannführer; membro dell'SD; comandante del Sonderkommando 7b–Einsatzgruppe B- morte per impiccagione, pena commutata al carcere a vita.

Eduard Strauch

SS Obersturmbannführer; membro dell'SD; comandante dell’Einsatzkommando 2–Einsatzgruppe A- morte per impiccagione consegnato alle autorità belghe; morì in ospedale.

Emil Haussmann

SS Sturmbannführer; membro dell'SD; ufficiale dell’Einsatzkommando 12–Einsatzgruppe D-suicida dopo la sentenza il 31 luglio, 1947.

Waldemar Klingelhöfer

SS Sturmbannführer; membro dell'SD; ufficiale del Sonderkommando 7b Einsatzgruppe B- morte per impiccagione, pena commutata al carcere a vita.

Lothar Fendler SS Sturmbannführer; membro dell'SD; vice responsabile del Sonderkommando 4b –Einsatzgruppe C-10 anni, pena ridotta a 8 anni.

Waldemar von Radetzky

SS Sturmbannführer; membro dell'SD; vice responsabile del Sonderkommando 4a Einsatzgruppe C-20 anni rilasciato.

Felix Rütl

SS Hauptsturmführer; membro della Gestapo; ufficiale Sonderkommando 10b Einsatzgruppe D-10 anni; rilasciato.

Heinz Schubert

SS Obersturmführer, membro dell'SD; ufficiale dell’Einsatzgruppe D- morte per impiccagione, pena commutata a 10 anni.

Mathias Graf

SS Untersturmführer; membro dell'SD; ufficiale dell’Einsatzkommando 6-Einsatzgrupp D, rilasciato per decorrenza dei termini d'accusa.

  

Bibliografia

1) Storia Controversa della seconda guerra mondiale – vol. 1-8 Istituto Geografico De Agostini, 1977

2) SVEN HASSEL – battaglione d’assalto – Longanesi 1971

3) PAUL CARREL – Russia 1941-1945, operazione Barbarossa, vol I, II – Longanesi, 1967

6)PIETRO CAPORILLI – 7 anni di guerra (fotostoria del secondo conflitto mondiale) vol I, II, III Edizioni Ardita, Roma 1965.

7) MARIO VERONESI – La mia Russia (diario di una guerra, pensieri, ricordi, racconti della campagna di Russia 1941-1943) , Italian University Press, 2009

Internet

Dal sito Mazal Library - I processi di Norimberga.

U.S. Holocaust Memorial Museum-Description

www.wikipedia.it http://www.ess.uwe.ac.uk/genocide/cntrl10_trials.htm#Einsatzgruppen

http://www.nizkor.org/hweb/orgs/german/einsatzgruppen/esg/mapkilling.html

(foto: Bundesarchiv / United States Holocaust Memorial Museum / web)