Attacco alla Baia di Suda: 78 anni fa l’impresa degli uomini della 10^ Flottiglia MAS

(di Marina Militare)
26/03/19

L'impresa della Baia di Suda è stata definita dagli storici come un'azione perfetta, quasi matematica, attuata con un sincronismo unico da sei uomini che, con straordinaria audacia e volontà d'acciaio, avevano raggiunto un grado di efficienza eccezionale.

È l'alba del 26 marzo 1941, sei uomini a bordo di altrettanti motoscafi esplosivi puntano al cuore della base inglese nella Baia di Suda, nell'isola di Creta. Sono il tenente di vascello Luigi Faggioni, il sottotenente di vascello Angelo Cabrini, il capo cannoniere Alessio De Vito, il capo motorista Tullio Tedeschi, il 2° capo meccanico Lino Beccati e il sergente cannoniere Emilio Barberi. Si tratta di uomini straordinariamente coraggiosi, dotati di grande perizia e abilità marinaresche che, dopo aver superato ben tre ordini di sbarramento a protezione dei mezzi inglesi, riescono ad affondare l'incrociatore pesante britannico York e a danneggiare pesantemente la petroliera Pericles, che affondò in seguito.

Il piano d'attacco funzionò impeccabilmente: gli incursori si avvicinarono il più possibile agli obiettivi, stabilizzarono il timone, quindi lanciarono i “barchini esplosivi" alla massima velocità contro i bersagli nemici, dopo essersi lasciati sbalzare in mare.

Al sorgere del sole, gli inglesi realizzarono che non si era trattato di un attacco aereo, ma di un assalto dal mare. L'inaccessibile base di Suda era stata violata dagli uomini della Marina italiana che, in pochi minuti, avevano distrutto ventimila tonnellate di naviglio britannico. Tutti e sei i protagonisti dell'eroica impresa si salvarono, ma furono fatti prigionieri dagli inglesi. Al ritorno in patria, gli fu conferita la medaglia d'oro al valor militare. Sei uomini diversi per grado, ma uguali per coraggio, per capacità e per tenacia combattiva ispirata alle più autentiche tradizioni della Marina italiana.

L'azione di Suda è raccontata nel film del 1954 “Siluri Umani", prodotto da Carlo Ponti e Dino De Laurentiis, con l'assistenza tecnica e storica dell'ammiraglio Bragadin.

Ai due autori materiali dell'affondamento dell'unità maggiore avversaria, Angelo Cabrini e Tullio Tedeschi, sono state recentemente intitolate le due omonime unità veloci tipo UNPAV destinate al Gruppo Operativo Incursori.