AK, l’arma più celebre e il suo genitore

(di Francesco Rugolo)
14/06/18

La vita di Mikhail Kalashnikov comincia e finisce come una di quelle storie che potrebbe essere stata raccontata ai giovani russi durante gli anni dell’Unione Sovietica per dare loro un esempio di comportamento: un giovane proveniente da una famiglia di umili origini che, grazie al suo genio, porta grandezza e lustro alla sua madre patria.

Ma cominciamo dall’inizio, Mikhail Timofeyevich Kalashnikov nasce nel 1919 a Kray una provincia situata nell’odierno distretto federale della Siberia, diciassettesimo di diciannove figli viene deportato in un villaggio siberiano a causa della campagna di repressione russa nei confronti dei kulak, ossia l’espropriazione di terreni e possedimenti appartenenti ai contadini e proprietari terrieri.

Le condizioni di povertà in cui la famiglia si ritrovò furono letali per il padre che morì durante il primo inverno. Mikhail visse con la sua famiglia fino ai dodici anni, quando decise di ritornare nella sua città natale e lavorare come meccanico in una stazione: sin da piccolo fu attratto dalla meccanica ma anche dalla poesia e durante il suo lavoro sviluppò un grande interesse nelle armi.

Nel 1938 si arruolò nell’Armata Rossa e, grazie alle sue capacità tecniche, fu impiegato come meccanico per carri armati. Divenne in seguito comandante e cominciò a sviluppare progetti ed invenzioni che avrebbero migliorato i meccanismi dei tank russi e non solo: propose miglioramenti per armi e fucili e nel 1941 durante il periodo di riabilitazione dopo essere stato ferito in battaglia cominciò il suo progetto più famoso, quello di un fucile automatico che diventò in seguito il primo modello di AK-47.

Dopo alcuni anni di tentativi, nel 1947, il suo progetto fu finalmente approvato e dal 1949 l’AK-47 diventò il nuovo fucile in dotazione all’armata russa e alla maggior parte delle nazioni facenti parte del Patto di Varsavia. Mikhail non smise di lavorare sul suo fucile che fu migliorato più volte nel corso degli anni e numerosi modelli furono creati partendo dal design del primo AK1, come ad esempio i fucili Saiga, di cui si possono trovare le varianti semiautomatiche o a canna liscia o il Vityaz-SN, variante SMG dell’ AK-74.

Ma cosa ha reso questo fucile così famoso e diffuso rispetto ad altri modelli?

L’AK è un fucile economico e molto resistente a condizioni climatiche avverse, dal deserto alla tundra, ed è di facile utilizzo rispetto ad altri fucili dello stesso genere come ad esempio l’M16 di produzione americana.

L’affidabilità dell’AK è sicuramente il punto forte dell’arma, si racconta che durante la guerra del Vietnam le truppe americane preferissero utilizzare gli AK sottratti ai nemici rispetto agli M16 in dotazione. Gli M16 infatti a causa del clima estremamente umido si inceppavano spesso e avevano problemi di arrugginimento mentre gli AK non soffrivano di nessun problema, montando oltretutto caricatori più capienti (30 colpi rispetto ai 20 del fucile americano) e resistenti.

Il modello originale di AK utilizzava munizioni di calibro 7.62x39 che uscendo dalla canna dell’arma ad una velocità di circa 715 metri al secondo potevano causare danni ingenti e penetrare attraverso muri o veicoli.

Il copricanna e l’impugnatura in compensato laminato di legno di betulla sono resistenti a deformazione ed urti, di facile produzione e molto economici.

L’AK con gli anni diventò simbolo di guerra e liberazione, la sua immagine divenne parte di bandiere, il suo impatto nella cultura e società è stato grande e in tutto il mondo le sue varianti sono state usate da eserciti regolari, rivoluzionari o terroristi rendendolo una delle armi più contraffatte e connesse al traffico illegale di sempre.

Sei mesi prima della sua morte Mikhail spedì una lettera al leader della Chiesa Ortodossa russa, il patriarca Kirill scrivendo del rimorso che ha provato negli anni per le vite sottratte nelle guerre a causa dell’utilizzo delle sue armi. Il patriarca rispose con parole rassicuranti: Mikhail, disse, agì per il bene della madre patria.

Mikhail Timofeyevich Kalashnikov morì il 23 Dicembre 2013 a causa di una emorragia gastrica e fu seppellito nel cimitero militare federale a Mosca.

   

1https://www.militaryfactory.com/smallarms/kalashnikov-guns.asp breve lista delle principali varianti dell’AK

(foto: web)