Libia: il capo di stato maggiore della Difesa "sorpreso dalle ricostruzioni giornalistiche" che montano una guerra

(di Davide Bartoccini)
05/03/16

Il fervore con il quale i giornalisti italiani stanno descrivendo il contingente italiano che sarebbe in stato di mobilitazione per essere inviato alla volta della Libia: il più ingente dal termine del secondo conflitto mondiale, ha sorpreso non poco il capo di stato maggiore della Difesa.

Il generale Graziano si è dichiarato "assolutamente sorpreso per le ricostruzioni giornalistiche che continuano a imperversare."

Alcune testate hanno riportato la mobilitazione di un comando terrestre a livello di Divisione con almeno 5.000 uomini impegnati nell'operazione, 'caccia' per la ricognizione aerea pronti a partire dalla base di Trapani (dove sono schierati il 37° e il 51° Stormo), e un effettivo di 2.500 militari appartenenti alle divisioni paracadutisti 'Folgore', fucilieri di Marina 'San Marco' e incursori appartenenti al Comsubin pronti a mettere 'gli stivali a terra'. In appoggio a questo contingente la nostra portaerei "Cavour" e altre navi della Marina Militare già operanti nel Mediterrano nelle missioni 'Eunavfor Med' e 'Mare Sicuro'. L'operazione si sarebbe svolta insieme a contiengenti alleati appartenenti a Gran Bretagna, Francia e Germania.

Ad oggi le uniche forze italiane impiegate in Libia sarebbero quantificabili in un di staccamento di 50 unità del 9° reggimento incursori paracadusti "Col Moschin" in stretta collaborazione con i servizi segreti dell'Aise.

Quella che poterebbe indurre ad ipotizzare una 'escalation' militare in Libia è stata bollata come una strumentale accelerazione giornalistica sollevata a cuor leggero.

Il capo di SMD ha aggiunto che "non si può essere leggeri quando si tratta di argomenti tanto seri per la sicurezza del Paese e dei nostri militari". Noi non possiamo non unirci a tale pensiero: la guerra non è un gioco né una trovata giornalistica.