Libano: il comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze in visita al contingente italiano di UNIFIL

(di Stato Maggiore Difesa)
20/07/16

​“Vi porto la testimonianza e la soddisfazione della nazione per quello che state facendo. Oggi le Forze armate godono di una reputazione che è cresciuta giorno dopo giorno grazie a quello che è stato fatto dai nostri contingenti in varie parti del mondo. È per me motivo d’onore lavorare con persone come voi”.

È quanto ha detto il comandante del comando operativo di vertice interforze (COI), ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, nel corso della visita ai militari del contingente italiano di UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon), la forza di interposizione delle Nazioni Unite dislocata nell'area meridionale del Libano al confine con Israele.

Alla sua prima visita ad un contingente militare impegnato all'estero in veste di comandante del COI, l’ammiraglio Cavo Dragone ha ricordato il pluriennale impegno delle Forze armate italiane, iniziato proprio a Beirut, in Libano, che di fatto diede il via alla partecipazione dell’Italia alle moderne missioni internazionali di pace all’estero.

“La nostra apprezzatissima reputazione”, ha evidenziato il comandante del COI, “la si deve al grande equilibrio, all'assoluta fermezza e alla sensibilità dei nostri militari nei confronti della popolazione. È attraverso questi caratteri che emerge la nostra italianità, sinonimo di sicurezza, di rispetto e di generosità in tante aree di crisi segnate da sofferenze atroci”.

Nel sottolineare i tratti distintivi dell’operato del generale Luciano Portolano, che da pochi giorni ha concluso il suo mandato biennale di comandante di UNIFIL, l’ammiraglio Cavo Dragone ha esortato i “caschi blu” italiani a proseguire la missione “con la stessa determinazione e con la stessa professionalità finora evidenziate. Tutto questo”, ha aggiunto, “sarà possibile grazie al carisma, alla capacità e alla leadership del comandante del Sector West. Sono con voi da poco ma vi conosco da tanto. È per me motivo di grande orgoglio far parte di questa magnifica squadra”.

Un pensiero è andato infine ai militari della brigata “Sassari”. “Le vostre gesta sono ben note. Con l’orgoglio che vi contraddistingue e l’esperienza che avete maturato, i risultati finora conseguiti non potranno che essere riconfermati”.

Al suo arrivo a Shama, accompagnato dal generale Pierluigi Monteduro, addetto per la Difesa dell’ambasciata d’Italia a Beirut, l’ammiraglio Cavo Dragone ha ricevuto gli onori militari sulle note di “Dimonios”, il celebre inno della Brigata “Sassari”. Ad attenderlo, il comandante del contingente italiano, generale Arturo Nitti, il quale ha fatto il punto di situazione sullo stato di avanzamento della Risoluzione 1701, passando in rassegna le principali tematiche legate alla sicurezza e alla stabilità dell’area, sottolineando il determinante contributo fornito dai peacekeepers italiani che continua ad essere un “modello operativo” vincente in grado di assicurare un periodo di stabilità senza precedenti. Tra gli argomenti trattati, anche l’importante lavoro svolto con le forze armate libanesi per la stabilità e la sicurezza nell’area di responsabilità.

Il comandante del COI ha poi incontrato i militari delle unità di manovra e dei supporti di stanza nella base “Millevoi” di Shama, di Al Mansouri e delle basi operative avanzate lungo la “Blue line”, la linea di demarcazione che separa il Libano da Israele.