Venezia: dal 15 al 18 ottobre 60 Marine si incontrano al Regional Seapower Symposium

(di Giusy Federici)
02/10/19

È stata presentata ieri mattina a Roma, nella Biblioteca storica di Palazzo Marina, la XII edizione del Simposio delle Marine del Mediterraneo e del mar Nero, il Regional Seapower Symposium, evento in programma nella sede storica e bellissima dell’Arsenale di Venezia, dal 15 al 18 ottobre 2019.

Il Simposio, visti i numeri in crescita sempre più apprezzato dalle Marine di tutto il mondo, è un’occasione unica di incontro e di dialogo sulla sicurezza globale e sugli aspetti legati al Mediterraneo “allargato”.

“Oggi l’interpretazione del potere marittimo non è più solo economica e militare, ma anche culturale e diplomatica. È questo il messaggio che vogliamo cercare di veicolare in questi 4 giorni”,  il commento del capo di stato maggiore della Marina Militare, ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone, presentando l’evento.

Il tema di quest’anno è Shaping our Navies for the Blue Century, cioè come raccogliere le sfide nel dominio marittimo in questo secolo. Sfide molto diverse da quelle di una volta.

Obiettivo del forum, sarà quello di “mettere in evidenza la necessità di sviluppare un approccio più inclusivo ed equilibrato all'interno della comunità marittima, perché a mari più sicuri corrispondono maggiore progresso e sicurezza per il Paese e per il mondo”.

È una richiesta di sicurezza che si muove su dati ben precisi: l’80% di tutta la vita del pianeta si sviluppa nei mari e negli oceani mentre oggi, secondo un recente rapporto della “Italian Maritime Economy” l’80% delle merci viaggia via mare. E sono ben 263 le dorsali di comunicazione sottomarine lungo 1 milione di Km, cioè il 95% delle comunicazioni.

Oggi il Mediterraneo è decisamente allargato, perché anche i Paesi distanti hanno comunque interessi nell’area. Lo ha ricordato l’ammiraglio di divisione Pier Federico Bisconti, capo del 3° reparto dello stato maggiore della Marina.  

“Pur essendo alla 12esima edizione, l’idea nasce nel 1996, quando a Newport, negli Usa, nella conclusione dell’International Seapower Symposium si è sentita l’esigenza di un forum marittimo a livello regionale per il Mediterraneo e il mar Nero”, ha spiegato l’ammiraglio. Da allora la Marina Militare organizza il The Regional  Seapower Symposium a cadenza biennale a Venezia.

Quest’anno le adesioni sono state moltissime. Finora, sono 60 le Marine confermate e di queste 41 avranno la presenza dei rispettivi capi di stato maggiore, oltre a numerosi rappresentanti istituzionali, politici, economici e accademici direttamente coinvolti o semplicemente interessati all’argomento.

Il Symposium, è una piattaforma concettuale in cui poter dialogare a diversi livelli cercando il coinvolgimento di tutti coloro che hanno interesse nel mare, comprese le organizzazioni internazionali e di categoria come i pescatori. “La forza di questo evento è quella di far sedere allo stesso tavolo Paesi con prospettive e interessi diversi”, ha commentato l’ammiraglio Bisconti. In effetti, tra le nazioni partecipanti e dialoganti ci saranno Stati Uniti, Russia e Cina... E dialogo, sviluppo di una fiducia reciproca e cooperazione sono tra le parole d’ordine del XII Symposium.

È necessario dunque continuare a parlare di marittimità, un concetto che dovrebbe avere un ruolo fondamentale nelle politiche economiche e sociali degli Stati. Solo in Italia il comparto marittimo impiega oltre 350mila lavoratori, un 3% di PIL che genera 44 miliardi. Purtroppo però, soprattutto nel nostro Paese, non c’è la sensibilità e la consapevolezza della sua importanza. Il Simposio serve anche a questo, cioè a “dissolvere la nebbia” intorno alla marittimità.

“Si vuole diffondere a tutti i livelli la necessità di capire che dal mare vengono il nostro benessere e la nostra sicurezza”. Alcune nazioni lo hanno capito meglio di noi: la Francia, ad esempio, che non ha i confini marittimi come i nostri ma già dal 2009 ha in atto una seria strategia nazionale in tal senso. Mentre gli Stati Uniti, come la Cina, puntano molto sulla sicurezza marittima.

Nel simposio dunque si discuterà delle scommesse che andranno affrontate in mare, tra le quali il commercio marittimo, la pesca, lo sfruttamento delle ricchezze sottomarine, la protezione degli interessi nazionali.

Le nuove sfide non sono più solo militari, né prove di forza tra Stati come era una volta. Anche oggi, la storia recente ci insegna come molte nazioni abbiano un atteggiamento personalizzato del diritto internazionale marittimo, che porta alla territorializzazione del mare. Se molti Stati evocano il diritto internazionale e continuano a dichiarare delle zone di loro esclusiva, compresa la pesca, senza confrontarsi con gli altri, questo può creare tensioni, perché il mare aperto si restringe, non è più inclusione ma esclusione, con le conseguenze prevedibili in un mondo che invece ha la necessità di dialogare e condividere. Anche questo sarà un argomento del simposio di Venezia.

I lavori saranno divisi in tre sessioni, dentro la sala Squadratori dell’Arsenale.

Il 16 ottobre si inizierà dal diritto internazionale del mare, dalla Convenzione di Montego Bay fino all’ipotesi di un nuovo modello dello stato di diritto in mare, i suoi vantaggi commerciali e  militari e il suo impatto operativo sulla Marina.

La seconda sessione, invece, riguarderà le innovazioni tecnologiche per le navi moderne,  le opportunità della modularità informatica, le piattaforme multiuso e i sistemi marittimi privi di pilota. Un po' un viaggio fra tradizione nell’innovazione.

A concludere i lavori, ci sarà il dibattito sull’evoluzione del dominio marittimo nel Blue Century, cosa che può garantire benessere e sicurezza alla società. Anche qui, sfide e opportunità.

La Nave scuola Amerigo Vespucci ospiterà infine una serie di incontri multilaterali, dove la Marina Militare promuove un approccio condiviso e sostenibile all’universo marittimo.

Come ha dichiarato il capo di stato maggiore della Marina Militare, amm. Giuseppe Cavo Dragone, “Il dialogo e la cooperazione saranno il comun denominatore dell’evento, costituendo quindi un’importante occasione per ribadire il valore della marittimità”.