"Obbedisco", oggi compie 150 anni lo storico telegramma di Giuseppe Garibaldi

(di Marina Militare)
09/08/16

Quella di oggi, 9 agosto 2016, è una data importante per nave Garibaldi e per tutte le navi che negli anni hanno avuto l'onore di portare il nome dell'Eroe dei due mondi e di custodirne gelosamente il suo motto: "Obbedisco".

Il 9 agosto del 1866, esattamente 150 anni fa, il generale Giuseppe Garibaldi, allora capo del corpo dei volontari Cacciatori delle Alpi, minutava lo storico telegramma destinato al generale Alfonso La Marmora, capo dell'Esercito italiano.

Erano gli anni della Terza guerra d’indipendenza, quando le forze del Regno d'Italia, alleate con i prussiani, combattevano per terra e per mare contro quelle asburgiche. L'obiettivo era quello di liberare il Veneto e Venezia dall'oppressione austriaca e riconsegnare queste terre agli italiani. Il Nostro Eroe, venerato e idolatrato in tutta la Penisola, lasciava l'isola di Caprera per dare il suo importante contributo ai Savoia per la liberazione di quella che sentiva profondamente essere la suaPatria.
Quello che è successo poi è noto, e molto è stato scritto sugli eventi e sulle grandi battaglie del giugno e luglio 1866 (Custoza e Lissa) che, oltre a dimostrarsi non risolutive, non influenzarono i rapporti di forza tra i due avversari.

A queste battaglie si contrappongono le importanti vittorie delle truppe di Garibaldi, come quella di Bezzecca. I volontari, continuando la loro inarrestabile avanzata verso Trento, dimostrarono la capacità non solo di tenere testa al nemico, ma addirittura di conquistare territorio prezioso ai fini del buon esito del conflitto.

Le sorti della guerra italiana, tuttavia, non sarebbero state decise sul campo, bensì per vie diplomatiche, attraverso un accordo di tregua delle ostilità. Fu per questo che il generale Garibaldi fu costretto ad arrestare la sua avanzata e a sottomettersi agli ordini del generale La Marmora, cui rispose in modo secco e perentorio con un telegramma che sarebbe entrato nella storia della Patria, rinunciando al suo personale sogno di entrare a Venezia con le truppe vittoriose.

"Obbedisco" rappresenta dunque il sentimento dell'Eroe del Risorgimento, ma ancora oggi, dopo 150 anni esatti, questa semplice parola racchiude il senso del Nostro operato: la fedeltà alla Res Publica che va ben oltre la volontà di ogni singolo Comandante.