50 anni della NATO a Roma. Mattarella: “dobbiamo abbandonare approcci parziali e logiche nazionali”

(di Anita Fiaschetti)
14/10/16

Era il 25 aprile del 1951 quando il generale Eisenhower scrisse: “è fortemente auspicabile stabilire in un futuro prossimo un Collegio di Difesa, al fine di formare individui in grado di servire con capacità chiave la NATO”. Due mesi dopo, il 25 giugno, nacque il Collegio. A ricordarlo è il segretario generale NATO, Jens Stoltenberg, intervenuto alla cerimonia commemorativa del 50° anniversario dell’insediamento del NATO Defense College (NDC) nella sede di Roma e a 65 anni dalla nascita dell’Alleanza.

Stoltenberg ha ringraziato l’Italia per l’ospitalità e per il sostegno costante verso l’Alleanza; ha poi sottolineato come l’NDC vanti una storia gloriosa e di come abbia contribuito alla capacità della NATO di tenere il passo con le mutevoli minacce e sfide. Il Nato Defense College è, infatti, l’unico Istituto in seno all’Alleanza Atlantica deputato alla formazione della leadership di vertice nonché alla ricerca nel campo della geo-politica e della strategia.  

Come la NATO – ha dichiarato Stoltenberg - anche l’NDC ha iniziato nei primi anni della guerra fredda, si è evoluto nel tempo e, proprio come la NATO, è rimasto fedele ai principi fondamentali. I dodici membri fondatori dell’Alleanza erano determinati a salvaguardare la libertà, il patrimonio comune e la civiltà dei loro popoli, fondata sui principi della democrazia, della libertà individuale e dello stato di diritto". Oggi gli alleati sono 28 e le sfide nuove e complesse: tra queste il terrorismo, la sicurezza energetica, la guerra ibrida, gli attacchi informatici, l’instabilità all’Est Europa e le turbolenze in Medio Oriente e in Nord Africa.

Ed è proprio su questi ultimi argomenti che interviene il presidente della repubblica italiana, Sergio Mattarella, che afferma: “in un mondo sempre più globalizzato, sempre più interconnesso, quanto accade dentro e al di sopra degli Stati si riverbera su tutti, a partire dal terrorismo fino alla grande sfida delle migrazioni epocali. Per essere all’altezza di emergenze di questa portata, dobbiamo abbandonare approcci parziali, logiche nazionali e ragionare in maniera ancora più fortemente unitaria”.

Tornando sulla questione immigrazione il presidente ha dichiarato: “è urgente che la NATO implementi la sua strategia verso il Mediterraneo insieme con l’Unione Europea e le altre Organizzazioni Internazionali. Da qui proviene infatti un’instabilità che si scarica inevitabilmente sui nostri Paesi e sulle nostre istituzioni, sollecitandone la capacità di essere all’altezza dei valori fondanti delle nostre democrazie. Una instabilità che se non contrattata è destinata a diffondersi grazie alla rapidità delle comunicazioni, al rafforzarsi delle reti criminali e alla presenza di un fronte migratorio non destinato a esaurirsi a breve tempo”.

Fenomeni che la NATO è chiamato a fronteggiare e che ci spingono, ancor più che in passato, a dover superare i confini o visioni puramente domestiche, perché, ha aggiunto Mattarella “soltanto insieme potremmo essere tutti più sicuri, più forti e più liberi”.