U.S. NAVY, troppi guasti ed errori umani: flotta Littoral Combat Ship messa fuori servizio per due mesi

(di Franco Iacch)
06/09/16

Il Comando delle Forze Navali di Superficie della Marina degli Stati Uniti ha sospeso tutte le attività della flotta Littoral Combat Ship. È quanto si legge in una nota diffusa poche ore fa dalla U.S. Navy. Lo ‘stand-down engineering’ coinvolgerà tutti gli equipaggi delle LCS.

Nei prossimi trenta giorni, una commissione della Surface Warfare Officer's School di Newport, esaminerà il programma di formazione degli equipaggi LCS, suggerendo tutte le implementazioni necessarie. Successivamente, ogni marinaio imbarcato con ruolo tecnico ed ingegneristico, sarà soggetto ad ulteriore formazione e riqualificazione. La formazione specialistica dovrebbe concludersi entro 60 giorni. La flotta Littoral Combat Ship dovrebbe riprendere il mare entro la fine di novembre.

Si legge in una nota dal chief of Naval Operations: “Alcuni incidenti sono stati causati dal personale, altri da difetti di progettazione e design. Tutti i problemi saranno risolti, mentre l’intero programma sarà oggetto di revisione per identificare i problemi sistemici, così come sarò rivista la riqualificazione e certificazione di tutti i marinai in servizio sulle LCS”.

Dallo scorso dicembre ad oggi, quattro LCS hanno subito guasti di diversi natura. La USS Freedom capofila dell’omonima classe, ha subito gravissimi danni al motore diesel. L’indagine interna è ancora in corso, ma l’intero apparato propulsivo principale dovrà essere sostituito. Indiscrezioni punterebbero il dito sull’errore umano. Attualmente si trova a San Diego. Lo scorso dicembre, il nuovissimo Milwaukee, Classe Freedom, si è letteralmente spento in mare ed è stato trainato in porto. Il problema, ciclico, è stato identificato nel software di gestione.

Il Naval Sea Systems Command assicura che le correzioni sono state apportate sull’intera classe Freedom. Lo scorso gennaio, l’USS Fort Worth, in servizio attivo a Singapore, ha subito gravi danni al suo apparato propulsivo. Rimasto ormeggiato per sette mesi, ha ricevuto soltanto il 22 agosto scorso l’ordine di rientrare a San Diego per le riparazioni. L’incidente, nella nuova relazione della Marina, sarebbe stato causato dagli ingegneri che non avrebbero applicato correttamente l'olio lubrificante per gli ingranaggi.

La USS Coronado, Classe Independence, in rotta nel Pacifico, è stata costretta a ritornare nella Hawaii a causa di un problema all’apparato propulsivo il 29 agosto scorso. La Coronado ha riportato danni ad uno dei suoi giunti flessibili: ha fatto ritorno a Pearl Harbor domenica scorsa. Dal suo dispiegamento inaugurale sono trascorsi soltanto due mesi.

Progettate fin dagli anni ’90 e sviluppate seguendo il concetto della modularità, le Littoral Combat Ship hanno triplicato il loro costo inizialmente stimato, arrivando a toccare il tetto dei 550 milioni di dollari ad unità (anche se si parla già di 700 mila dollari a battello con le nuove modifiche). Quello che è ritenuto come uno degli errori principali del Pentagono sulla vicenda LCS è stato quello di aver bruciato miliardi di dollari nell’appaltare le Littoral Combat Ship a due costruttori diversi. Una strategia di costruzione duplice e totalmente differente che ha dissanguato il budget della Difesa. Le due versioni realizzate sono così diverse che sono stati creati distinti programmi di formazione del personale ed assistenza. Un unicum, probabilmente, nel panorama mondiale. Come se non bastasse, sulle Littoral Combat Ship sono stati riscontrati problemi strutturali.

In diversi rapporti pubblicati dal Pentagono, emergeva la reale capacità delle Littoral Combat Ship. In tre diversi rapporti, dal 2011 al 2013, sono stati riscontrati criticità di diversa natura che hanno portato alla medesima conclusione: “la USS Freedom, la prima LCS costruita da Lockheed Martin, non sarebbe sopravvissuta in un ambiente di combattimento ostile”.

Nonostante gli accorgimenti della Marina, sulle Littoral Combat Ship si continuarono a riscontrare problemi con i materiali utilizzati nelle strutture portanti (si arrugginivano troppo in fretta) e per le eccessive vibrazioni dei cannoni principali che rendevano la mira instabile dopo la prima salva. Problemi anche sui sistemi d'arma integrati e carenze sulla performance della gestione dei contatti ostili. Le LCS, infine, si dimostrarono troppo leggere. Un nemico, non in possesso della medesima tecnologia, avrebbe potuto subire il doppio dei danni rappresentando comunque una minaccia.

Nel 2013 l’intero sistema offensivo della nave venne bollato come altamente instabile. Le migliorie furono approvate nel dicembre del 2013, ma in un nuovo rapporto nel marzo del 2014 emerse che "le modifiche non avrebbero aggiunto nulla alle attuali capacità di sopravvivenza della nave ritenute non soddisfacenti. Le uniche soluzioni efficaci comporterebbero un nuovo design o una fondamentale modifica al progetto”.

Nonostante tutto, il programma Littoral Combat Ship continua. I futuri battelli saranno dotati di corazzatura interna in kevlar, nuovi sistemi d’arma ed avionica oltre ad alcuni accorgimenti per ridurre la segnatura radar. Da rilevare che i pacchetti modulari multi-missione sono ancora prettamente teorici e che tra il 50 ed il 60% delle tecnologie implementate non sono ritenute operative. Lo sviluppo delle LCS continua ad essere afflitto da svariati problemi che, tra qualche anno, potrebbero anche essere risolti ad un prezzo però nettamente maggiore rispetto a quanto previsto. Le future LCS, progettate per essere delle piccole navi, saranno a tutti gli effetti delle fregate. Il progetto per delle navi da guerra small è da considerarsi ufficialmente chiuso.

(foto: U.S. Navy - in primo piano la USS Independence, in secondo la USS Freedom)