U.S. Navy: sei portaerei in navigazione ed una settima è pronta a partire

(di Franco Iacch)
07/06/16

Per la prima volta in quasi quattro anni, la U.S. Navy schiera nel globo quattro portaerei in servizio attivo nel medesimo tempo. Altri due vettori sono in addestramento per una totale di sei portaerei su dieci attualmente in navigazione. Ed una settima portaerei è pronta a partire.

Lo scorso 4 giugno, la USS Ronald Reagan ha lasciato Yokosuka mentre la USS Eisenhower è in viaggio verso il Mediterraneo. La USS Harry S. Truman è operativa contro lo Stato islamico in Siria ed Iraq, lanciando raid proprio dal Mediterraneo. La USS John C. Stennis sta continuando le operazioni nel Mar Cinese Meridionale. La USS Carl Vinson e la USS George Washington sono in addestramento rispettivamente al largo delle costa occidentale ed orientale degli USA. Il settimo vettore USS George H. Bush, si trova a Norfolk per le operazioni di formazione: dovrebbe andare in missione entro la fine dell’anno.

L'ultimo schieramento, della durata di nove settimane, di quattro gruppi da battaglia USA nel globo risale all’agosto del 2012. I movimenti non sono in risposta ad una determinata crisi. Si legge in una nota della Marina: "Era tutto pianificato secondo quanto previsto nel Global Force Management”. Secondo i funzionari della U.S. Navy, i vettori dovrebbero trascorrere più tempo nella regione del Mediterraneo a sostegno della Sesta Flotta per contrastare la crescita delle operazioni russe nel Mediterraneo orientale al largo della Siria.

La Truman, dopo aver lasciato Norfolk lo scorso novembre, ha trascorso la maggior parte del suo dispiegamento nel Golfo Persico e nel Mar Arabico, entrando nel Mediterraneo soltanto il due giugno scorso. La sua ulteriore permanenza di un mese rispetto alla turnazione standard, costerà ai contribuenti statunitensi quasi 100 milioni di dollari.

Nel Pacifico, la Stennis ha operato esclusivamente nel Pacifico occidentale per stabilire una presenza continua in risposta alla crescente attività della Cina.

La USS Nimitz è attualmente in revisione a Bremerton, Washington.

La USS Theodore Roosevelt è in fase di “lower readiness” a San Diego.

La USS Abraham Lincoln si trova nei cantieri di Newport News (foto), in Virginia dal 5 novembre del 2014 per la fase di Refueling and Complex Overhaul della durata di tre anni.

La USS Gerald R. Ford, infine, dovrebbe entrare a far parte della flotta entro la fine dell’anno, ripristinando il numero standard di undici vettori previsto nella dottrina strategica della Marina.

La filosofia della Marina USA, in tempo di pace, prevede la permanenza di tre vettori in altrettante regioni strategicamente vitali come il Pacifico occidentale ed il Medio Oriente. Quando non richiesto da una situazione di crisi, gli Stati Uniti hanno in mare soltanto una piccola parte della flotta.

Secondo i dati ufficiali della U.S. Navy, aggiornati al sei giugno, in mare ci sono 62 navi, pari al 23% della flotta. Le altre navi sono in manutenzione o in addestramento. Con undici portaerei attive, la Marina USA è in grado di garantire una media di 3.5 vettori in mare. Bisogna considerare, infatti, che l’avvicendamento tra due portaerei comporta la necessità di disporre di un altro vettore in mare, motivo per cui ci sarebbe una quarta unità in navigazione (e non in pattugliamento). Con dieci portaerei, la media scendere a 3.0, mentre con nove il dispiegamento scende a 2.5 unità. Otto portaerei significherebbe avere in mare una forza di due portaerei con evidenti problemi nel mantenerle attive.

Da non dimenticare che il “Refueling Complex Overhaul“ che prevede lavori di ammodernamento e rifornimento periodico per ogni portaerei, può durare anche tre anni, mentre il “mid-life nuclear refueling” ne richiede fino a quattro.

La USS John F. Kennedy, seconda della Classe Ford, dovrebbe essere completata entro il 2019. La USS Enterprise (immagine sotto), infine, dovrebbe entrare in servizio tra il 2025 ed il 2027.

La U.S. Navy avrà sempre una portaerei chiamata Enterprise in servizio.

(foto: U.S. Navy / Huntington Ingalls Industries, Inc.)