A tu per tu con tre agenti della CIA

(di Giuseppe Barcellona)
21/02/17

A tu per tu con tre agenti della C.I.A. selezionati per la conoscenza di una o più lingue straniere; uno sguardo su una professione spesso mitizzata da stereotipi cinematografici e letterari, in realtà sono persone comuni perfettamente inserite nelle rispettive società.

Le loro competenze vanno dall’analisi dei piani di governo di un paese straniero o dalla traduzione di trasmissioni televisive e/o radiofoniche, al ruolo di interprete durante riunioni pubbliche o segrete; questo prezioso lavoro di supporto orienta ed ottimizza le scelte economiche, politiche e militari degli Stati Uniti creando ricadute di carattere economico molto apprezzabili.

 

(Carolyn, Support Integation Officer)

Parlaci del tuo percorso alla CIA

Mi sono laureata in economia ed ero demotivata a lavorare nel settore delle imprese. Volevo viaggiare ed immergermi in altre culture ed un lavoro non monotono. Imbattermi in un reclutatore della CIA mi ha cambiato la vita, lo reputo un colpo di fortuna.

Perché hai scelto di lavorare all’agenzia?

Per viaggiare e svolgere un lavoro che rende più sicuro il mio paese.

Quali sono le tue competenze?

Ho avuto una formazione linguistica completa ed il mio primo incarico è stato in America Latina; mi sono immersa nella vita locale, facendomi amici, partecipando ad eventi sociali, tra le opzioni vi era la possibilità di sposare un cittadino di quella regione e così è stato, oggi ho una famiglia numerosa ed i miei figli sono multilingue.

Ti senti realizzata?

Si, come supervisore in paesi stranieri sono in grado di consigliare e gestire la mia squadra, di negoziare con i fornitori locali e mediare i rapporti con i partner del luogo in modo più efficiente. Siamo come una famiglia, i miei mentori, i supervisori, e colleghi che operano in diversi paesi. Siamo molto uniti, mi sento fortunata.

Che consiglio daresti a chi è interessato a lavorare per la CIA?

Abbiamo bisogno di ufficiali esperti in lingue, competenza apprezzata e premiata dall’agenzia; la nostra missione è un’esperienza altamente gratificante.

 

(Flora, Directorate of Science and Tecnology)

Parlaci del tuo percorso alla CIA

Ho incontrato l’agenzia grazie a mio fratello, cercavano un fotografo di madrelingua spagnola, ho fatto anche l’interprete.

Ti senti soddisfatta?

Si, il mio lavoro è molto apprezzato e l’esperienza maturata nell’agenzia farà parte di me per sempre.

 

(Brian, Directorate of Analysis)

Ho passato diversi anni nel settore privato prima di entrare alla CIA, avevo voglia di qualcosa di diverso, ho cominciato a parlare con mia moglie sulla possibilità di cambiare la mia carriera. È stata lei a trovare sul web il sito ufficiale ed a candidarmi.

Perché proprio la CIA?

Perché pensavo che sarebbe stato il posto migliore per mettere a frutto le mie capacità.

Com’è la tua giornata tipo?

Non c’è una vera e propria giornata tipo, conduciamo un progetto annuale per rispondere alle domande che i politici ci sottopongono, tutto il resto del mio tempo lo utilizzo per tradurre e analizzare le informazioni provenienti da varie fonti.

Qual è l’aspetto più gratificante del tuo lavoro?

Fornire all’intelligence la possibilità di rispondere a domande che altrimenti sarebbero senza risposta.

 

Sono in mezzo a noi, non sospetteremo mai di loro, eppure ci sono, ci conoscono, ci studiano, ci analizzano, i loro resoconti determinano scelte di carattere economico, politico, militare ad un livello più alto sono specializzati in tutte le tecniche di infiltrazione in un paese straniero.

Possiamo solo immaginare le implicazioni in campo militare, argomento non trattato specificamente nell’intervista, insomma, la realtà supera la fantasia.

Fonte: www.cia.gov

(foto: web)