Tra qualche anno potrebbero esserci F-35 di serie A e F-35 di serie B

09/04/15

Progettato negli anni ’90, pubblicizzato come una piattaforma definitiva, non ancora entrato in servizio e probabilmente non in grado di affrontare e sconfiggere le minacce straniere senza profondi upgrade hardware ad avionica, radar, armi e propulsione.

“Stiamo pensando agli aggiornamenti futuri per mantenere l’F-35 competitivo ed in grado di affrontare le minacce russe e cinesi. I progressi stranieri nella tecnologia di quinta generazione sono evidenti e costanti ed il divario tra noi e loro si è ormai colmato. Questi aggiornamenti sono necessari”.

E’ quanto ha dichiarato poche ore fa alla Reuters Jeffrey Harrigian, capo del programma di sviluppo dell’F-35 per l’Air Force.

Tra gli upgrade figura una nuova avionica di sistema, radar più potente, armi laser ed un nuovo motore che possa ridurre i consumi ed aumentare le prestazioni (nel block 6 previsto nel 2019 sono previste migliorie al motore, ma se ne sta progettando uno nuovo).

Cosa significa questo? Che i caccia attualmente costruiti in ‘Low-Rate Initial Production’ e consegnati dovranno essere tutti aggiornati, alcuni ancor prima di alzarsi in volo.

L’F-35, investimento da 400 miliardi di dollari (oltre a 650 miliardi di dollari previsti dal Government Accountability Office in soli costi di manutenzione), rischia di entrare in servizio già obsoleto rispetto alle controparti che dovrebbe affrontare in un ipotetico scenario. Questi upgrade hardware e software, stridono con quanto affermato dalla Lockeed Martin e con quella pubblicizzata superiorità del caccia che avrebbe assicurato la vittoria in ogni scontro.

Il Pentagono non ha scelta. Impossibile fermare la linea di produzione, sebbene a ritmo ridotto, del caccia. Sarebbe una sconfitta per un velivolo che passerebbe alla storia più come una trovata marketing che un reale game changer.

Le dichiarazioni del generale Harrigian sembrano non essere state recepite dagli alleati che hanno già investito miliardi di dollari nel programma. Ci si chiede, infatti, la reazione dei partner stranieri e se avessero investito comunque nello JSF, sapendo di dover sborsare altri soldi per costosi aggiornamenti così da concretizzare le promesse capacità del caccia. Perché il punto è proprio questo: i futuri aggiornamenti (da non confondere con la roadmap di sviluppo della Lockheed Martin per raggiungere la piena capacità operativa) saranno a carico delle singole nazioni che potranno decidere o meno di mantenere il caccia al passo con le sfide globali (gli esempi si sprecano per numerose piattaforme che non hanno raggiunto il loro pieno sviluppo per mancanza di fondi o entrati in linea ormai obsoleti).

Harrigian ha fornito pochi dettagli sui futuri aggiornamenti, ma secondo alcune indiscrezioni, ogni nuovo motore costerà circa 15 milioni di dollari, mentre per radar ed avionica si potrebbe addirittura sborsare il doppio rispetto a quanto inizialmente versato.

Le armi laser restano sulla carta. Nonostante i test eseguiti, la strada da compiere per miniaturizzare armi laser con relativi sistemi di approvvigionamento energetico a bordo di un caccia e rendere tali armi efficaci ed a una distanza ragionevole, è ancora molto lunga. Ma sono problemi che l’Air Force affronterà soltanto tra qualche anno, considerando che gli F-35 raggiungeranno la Initial Operational Capability (IOC) a metà 2016 e la Piena Capacità Operativa (FOC) tra il 2021 ed il 2022, venti anni dopo l’aggiudicazione del contratto di sviluppo.

Per fortuna l’F-35 non ha ancora un nemico ed i 160 F-22 prodotti sono ancora il meglio del meglio. I russi, infatti, stanno affrontando seri problemi per il caccia di quinta generazione T-50. I tagli al bilancio della Difesa hanno ridotto drasticamente gli ordini rispetto ai 450 Pak/Fa inizialmente previsti. Nonostante lo stesso Putin lo scorso anno, abbia definito il T-50 come il caccia progettato specificatamente per distruggere B-2 Spirit, F-22 Raptor e F-35, Mosca ha attualmente ordinato soltanto dodici velivoli.

Durante gli ultimi test statali, iniziati lo scorso anno, si è verificato un incidente (incendio di una turboventola NPO Saturn AL-41) che ha determinato una battuta d’arresto al programma. I problemi all’apparato propulsivo sarebbe così evidenti che anche l’India, sostenitrice del programma, avrebbe manifestato l’intenzione di defilarsi. Le sanzioni commissionate dall’Occidente, infine, starebbero dando il colpo di grazia al programma Pak-Fa. Il primo reparto T-50 sarebbe dovuto entrare in servizio entro il 2016.

Nonostante i ritardi e le limitazioni, i Marine saranno i primi al mondo ad avere in linea, entro l’anno, l’F-35 con Capacità Operativa Iniziale. Il caccia sarà pienamente operativo entro il 2022. Per allora saranno pronti gli aggiornamenti principali.

Ci si chiede quali nazioni, oltre gli Stati Uniti, potranno permettersi tali e fondamentali migliorie. Il rischio è che tra qualche anno nei cieli voleranno F-35 di serie A e F-35 di serie B.

Franco Iacch

(foto: US DoD)