Tensione uguale diserzione

(di Paolo Palumbo)
14/11/17

Il fenomeno della diserzione colpisce anche i soldati della Corea del Nord: lunedì un militare di Kim Jong-Un è stato ucciso lungo il confine con la Corea del Sud mentre si arrischiava di fuggire alla ricerca di una vita migliore. Il caso è piuttosto straordinario poiché se è vero che tra i civili i tentativi di espatrio clandestino sono all’ordine del giorno, tra i militari sembrano essere eventi piuttosto rari. Le truppe in servizio al confine vengono, infatti, selezionate tra gli elementi più fedeli al regime e ricevono la consegna di fermare – a qualsiasi costo – chiunque si azzardi ad oltrepassare la Zona Demilitarizzata.

Il disertore nordcoreano era quasi vicino alla meta, quando è stato raggiunto da diversi colpi di cui uno alla spalla ed uno al ginocchio che ne hanno fermato la corsa. Il corpo dello sventurato è caduto a 50 metri della linea di frontiera, vicino al villaggio di Panmunjon all’interno della Joint Security Area (JSA). Allertati dagli spari, alcuni militari sudcoreani sono strisciati vicino la posizione del caduto per soccorrerlo e poi trasportarlo - con un elicottero delle Nazioni Unite - nella più vicina struttura ospedaliera.

Per ovvie ragioni di sicurezza, le autorità di Seoul non hanno divulgato ulteriori informazioni circa l’identità del disertore, né il suo grado. L’ultimo bollettino emesso dai medici dell’ospedale riporta che il militare è ancora incosciente: ha subito un intervento complesso e dal suo corpo sono stati estratti cinque proiettili, mentre altri due sono ancora in attesa di essere rimossi.

Il Ministro della Difesa sudcoreano, Song Young-moo, ha affermato che si tratta della prima volta che le guardie di confine nordcoreane aprono il fuoco in direzione della controparte: la JSA è un tratto di terreno molto pericoloso, giacché le sentinelle si trovano quasi faccia a faccia. Ovviamente il direttivo di Pyongyang ha accusato la Corea del Sud di incitare, costantemente, sia i militari sia i civili a fuggire dal Paese. Dalla fine della Guerra di Corea, nel 1953, circa 30.000 cittadini del nord sono scappati e solo quest’anno i tentativi sono stati più di 1000 anche in direzione della Cina dove gli esisti di successo sono sempre più negativi.

La situazione in questo ultimo periodo è peggiorata, complice la tensione che lo stesso Kim Jong-Un ha creato con gli Stati Uniti. Proprio in questi giorni la U.S. Navy mostra i suoi muscoli schierando un dispositivo navale di prim’ordine che coinvolge tre portaerei: USS Nimitz, la USS Ronald Reagan e la USS Thoeodore Roosvelt. Alle navi della 7a Flotta si affiancano anche quelle della Corea del Sud e del Giappone le quali coadiuveranno la U.S. Navy in una esercitazione utile a saggiare la capacità offensiva e difensiva in quel delicato settore del Pacifico Occidentale.

(foto: NDTV / U.S. Navy)