Tanti ruotati, pochi cingolati

(di Tiziano Ciocchetti)
01/12/18

Durante la Guerra Fredda l’incubo della NATO era rappresentato dalle orde di corazzati che Mosca avrebbe potuto muovere verso la pianura tedesca e attraverso la soglia di Gorizia. I fatti in seguito hanno dimostrato che i corazzati sovietici non erano poi quelle macchine micidiali che si poteva pensare vedendoli sfilare lungo la Piazza Rossa, tuttavia i numeri di blindati che il Patto di Varsavia poteva schierare era impressionante.

Con il crollo dell’Impero sovietico la progettazione di nuovi MBT ha subito una battuta d’arresto, fino all’avvento di Putin, il quale a ripreso ad investire grandi somme nel settore. Nel 2015 vengono presentati al pubblico il carro armato T-14 ARMATA, un carro rivoluzionario in quanto ha la torretta priva d’equipaggio (capocarro, cannoniere e pilota Sono alloggiati nella parte anteriore dello scafo), e il cingolato pesante da combattimento per la fanteria (HIFV) T-15 ARMATA (foto).

Il T-15 ha un peso in ordine di combattimento pari a 50 tonnellate, spinto da un propulsore che può erogare una potenza compresa tra i 1.200 e i 1.500 Hp, in modo tale da avere prestazioni simili a quelle del T-14. Una grande attenzione è posta sulla protezione (in netto contrasto con la tradizionale dottrina russa) del mezzo con l’adozione di moduli di corazzatura aggiuntiva MALACHIT, i quali proteggono le due fiancate dello scafo, mentre i lanciatori hard-kill del sistema AFGHANIT sono posizionati sopra lo scafo sui due lati.

In Italia, in questi ultimi tempi si ha avuto un forte impulso allo sviluppo di ruotati come il CENTAURO II e il FRECCIA EVO. Certamente mezzi che nelle rispettive categorie rappresentano lo stato dell’arte, tuttavia non potranno mai svolgere i compiti di un MBT o di un IFV, in quanto la loro protezione passiva non va oltre la capacità di reggere i colpi dei cannoncini automatici.

Dell’aggiornamento degli ARIETE abbiamo già parlato nei precedenti articoli, per quanto riguarda il DARDO (foto) si continua a rimandare ogni tipo di decisione da parte della Difesa. Infatti il DPP (Documento Programmatico Pluriennale 2018-2020) menziona, marginalmente, lo sviluppo di un mezzo corazzato per il trasporto truppe che, a quanto è dato sapere, dovrebbe essere progettato a partire dalla piattaforma FRECCIA EVO e costruito in cooperazione con Grecia e Slovacchia.

Il fatto è che ai reparti di fanteria meccanizzata italiana un IFV efficiente serve domani, non tra dieci anni (nelle previsioni più ottimistiche). Quindi per l’immediato si potrebbero convogliare le poche risorse su di un piccolo lotto di cingolati moderni, in modo da equipaggiare almeno una brigata Pesante, per esempio l’Ariete, come il tedesco PUMA o lo svedese CV90.

(foto: web / Esercito)