Siria, Putin emette nuova direttiva per gli specnaz: eliminare il boia dell'ISIS

(di Franco Iacch)
21/10/15

La direttiva è stata emanata poche ore fa. Vladimir Putin ha fissato il nuovo obiettivo ad altissima priorità. Vivo possibilmente, ma è solo un dettaglio. L’importante è arrivare prima degli Stati Uniti e della Gran Bretagna. Putin ha ordinato ai suoi specnaz di portare in Russia il boia dello Stato Islamico, responsabile di aver decapitato diversi ostaggi stranieri, il 27enne Mohammed Emwazi.

Sappiamo che gli specnaz sono in Siria missioni hunter killer e targeting leader e per coordinare sul terreno i raid russi. Agiscono dalla base di Hmeymim, in supporto della 7th Guards Airborne Division.

La tempistica della nuova direttiva non è casuale. Dopo aver siglato il memorandum of understanding con gli USA, Putin cerca adesso un vero e proprio “colpo”. Se davvero riuscisse a portare Emwazi vivo in Russia, la popolarità di Putin, in un momento in cui nonostante le controffensive la situazione in Siria è in una fase di stallo, schizzerebbe alle stelle. E gli strateghi del Cremlino questo lo sanno. Dopo aver lavorato all’immagine (interna) dell’ex tenente colonnello del KGB che da “solo” si è schierato contro lo Stato islamico a protezione dell’Occidente, il russo che ha fatto “fuggire” gli USA dalla Regione (la Theodore Roosevelt è stata ritirata dal Golfo Persico per i ritardi accumulati nella manutenzione) e che ha “scioccato” il mondo con le sue truppe, adesso Mosca cerca la consacrazione internazionale dando la caccia al nemico numero uno di Londra e Washington.

Appare superfluo rilevare quanto ne guadagnerebbe, in termini di immagine davanti al mondo, il numero uno del Cremlino. A differenza della Coalizione, Putin ha truppe combattenti in Siria e l’alleanza con Assad, gli iraniani, Hezbollah e gli sciiti provenienti dall'Iraq e dall'Afghanistan, potrebbe conferirgli un vantaggio tattico non indifferente. Perché il problema è proprio questo: la cattura di Mohammed Emwazi serve più ai russi (ed ai loro alleati) di quanto non si possa immaginare. E dal Pentagono questo lo sanno: la cattura del boia sarebbe un colpo devastante per il prestigio americano.

La direttiva, secondo fonti interne vicine al Cremlino, pone in cima alla lista il boia, seguito dal leader dello Stato islamico, Abu Bakr al-Baghdadi. Per portare a termine questa missione, Putin ha incaricato la ‘Vympel’ (unità delle forze speciali agli ordini dei servizi segreti russi). Gli specnaz del ‘Vympel’, già operativi in Cecenia, Caucaso ed Ucraina, sono specializzati nello spionaggio e nella raccolta di informazioni: è stata fin dagli anni ’80 utilizzata anche per missioni di ‘targeting leader’.

Il boia dello Stato Islamico, responsabile di aver decapitato diversi ostaggi stranieri risponde al nome di Mohammed Emwazi, nato nel Kuwait, ma cresciuto nella zona ovest di Londra. Emwazi, 27 anni è cresciuto in una famiglia benestante. Si è laureato presso l'Università di Westminster, con una tesi in programmazione informatica. Mohammed Emwazi ha raggiunto la Siria nel 2012 per l’indottrinamento sul campo. Pochi mesi dopo sarebbe diventato il boia, protagonista di quei video che tanto sdegno hanno provocato nell’Occidente.

La sua prima apparizione risale all'agosto dello scorso anno, quando decapitò il giornalista americano James Foley. Secondo l’analisi computerizzata effettuata sugli altri video (timbro vocale, movenze, cadenza, pulsazioni, altezza, impronte, mappatura fisiologica, colore della pelle e peso indicativo), Emwazi avrebbe poi giustiziato il giornalista americano Steven Sotloff, l’operatore umanitario britannico David Haines, il tassista inglese Alan Henning e l’operatore umanitario americano Peter Kassig.

Nei suoi primi video, l'uomo appariva vestito con un abito e con un passamontagna nero che lo ricoprivano integralmente, ma non i suoi occhi e la parte superiore del naso. Fin dal primo video, il boia ha svelato alcuni indizi. Il suo marcato accento britannico, nei video in cui scherniva le potenze Occidentali prima di trucidare gli ostaggi, è stato il primo tassello del mosaico. Gli ostaggi liberati dall’Isis avrebbero riferito che gli inglesi a guardia degli occidentali rapiti in Siria erano in quattro ed erano chiamati “I Beatles”.

Emwazi fu arrestato una prima volta nel 2009, in Tanzania, dove si sarebbe recato per un safari dopo la laurea con due amici (un tedesco convertito all'Islam di nome Omar e un altro uomo, Abu Talib). In realtà, le autorità inglesi sospettavano già una sua affiliazione verso i gruppi terroristici attivi in Somalia. Atterrati presso l’aeroporto di Dar es Salaam, in Tanzania, nel maggio del 2009, sono stati arrestati dalla polizia e trattenuti una notte prima di essere espulsi. Emwazi si trasferisce poi in Kuwait, sua città natale, dove lavora per una società di computer. Ritorna a Londra almeno alte due volte prima di partire per la Siria.