Siria, ecco la base che non esiste: gli USA non possono più nascondere il loro primo avamposto operativo nel territorio di Assad

(di Franco Iacch)
29/01/16

Gli Stati Uniti adesso non possono più nascondere l’esistenza del loro primo avamposto operativo in Siria. Le immagini satellitari ottenute da IHS Jane mostrano una pista di atterraggio nel nord-est della Siria, ampliata nel corso degli ultimi mesi. Situato a sud est della città di Raylan, nella provincia di Al-Hasakah, la pista di atterraggio è stata allungata da 700 a 1.320 metri ed ampliata da 25 a 58 metri.

Airbus Defence and Space che ha effettuato le immagini, conferma che i lavori sulla pista si sono conclusi il 18 dicembre scorso. Non sono stati ancora realizzate infrastrutture di supporto, alloggi per il personale o implementazioni di sicurezza. Nonostante dall’United States Central Command (CENTCOM) abbiano smentito “il controllo di qualsiasi base in Siria”, i satelliti confermano il contrario. Anche le Forze Democratiche siriane (SDF) hanno confermato che gli Stati Uniti hanno preso il controllo dell’aeroporto di Rmeilan per sostenere i combattenti curdi contro lo Stato islamico.

L’YPG controlla gran parte del nord-est della Siria, compresa l'area Rmeilan, anche se l'aeroporto di Al-Qamishli è ancora sotto il controllo delle forze del presidente Bashar al-Assad. Proprio l'Unità di Protezione Popolare (YPG), avrebbe concesso agli USA l’utilizzo dell’aeroporto.

Lo scorso novembre, Obama ha assunto la decisione di inviare 50 berretti verdi supportati da un gruppo autonomo da battaglia formato da F-15, A-10, elicotteri Apache e droni armati in Siria per coordinare gli sforzi contro lo Stato islamico. L’invio dei berretti verdi, definiti anche moltiplicatori, è stato un chiaro segnale della nuova strategia della Casa Bianca contro lo Stato islamico. A poco meno di due mesi, il comunicato del Pentagono in merito al rischieramento dei berretti verdi in Siria “entreranno in azione nella Siria settentrionale”, assume un preciso significato. Fin dall’inizio avevamo ipotizzato si trattasse di una testa di ponte per un vero e proprio contingente delle Special Operations Force. Il supporto aereo principale, ancora oggi opera dalla base di Incirlik, in Turchia.

La tattica americana del rischieramento avanzato di operatori speciali in territorio nemico, è particolare. La funzione dei moltiplicatori (i berretti verdi) è nota da tempo. Quello che il Pentagono non dice è che per particolari profili di missioni, gli USA preferiscono integrare anche altri reparti. La presenza del 24° Special Tactics Squadron, assegnato alla Joint Special Operations Command (JSOC), in Siria, oltre ai berretti verdi, potrebbe implementare sia elementi della Delta Force che unità della Naval Special Warfare Development Group, nota anche come SEAL Team Six.

Il primo rapporto dell’utilizzo della pista di atterraggio risale al tre dicembre scorso, quando il sito del Patriotic Union of Kurdistan, riferì (incautamente) la presenza delle unità speciali americane per addestrare le forze curde siriane che combattono lo Stato islamico.

L'esercito americano ha dichiarato lo scorso novembre che avrebbe cominciato a fornire supporto alle Forze Siriane Democratiche (SDF), alleate con l'Unità di Protezione Popolare. Il Pentagono conferma l’invio di armi alla componente araba della SDF, ma non alle unità YPG. L’YPG, infatti, è strettamente collegato al PKK, partito comunista curdo leader nella lotta all’indipendenza all’interno del territorio turco.