SAS: Istruttori sotto accusa

(di Paolo Palumbo)
08/11/17

In questi giorni due istruttori appartenenti allo Special Air Service, la cui identità resta ignota per ovvie ragioni di sicurezza, sono stati condannati alla corte marziale per negligenza a fronte della morte, nel 2013, di tre riservisti impegnati nella massacrante “Fan Dance”, la marcia di selezione per entrare nel Reggimento.

La prova di accesso nelle forze speciali inglesi – considerate tra le migliori al mondo – consiste in un estenuante percorso di resistenza che ha luogo sulle pendici del Pen Y Fan: la prova di accesso avviene due volte l’anno, una d’estate e l’altra nel rigido inverno. Ciascun candidato parte con un Bergen pesante circa 24 kg, il fucile e tutti gli strumenti utili per orientarsi; ovviamente il percorso deve essere compiuto entro un tempo limite, passando attraverso diversi check-point presieduti da istruttori che verificano anche le condizioni di salute dei militari. Tra i ricordi peggiori che albergano nella mente di ex appartenenti al SAS, la “Fan Dance” occupa uno spazio privilegiato poiché sia che avvenga con il caldo o il freddo, lascia un segno indelebile nella memoria di chi vi è passato. Come in tutte le prove per accedere nei corpi speciali esiste un’elevata dose di rischi, sebbene vengano sempre prese tutte le precauzioni per evitare spiacevoli incidenti.

Nella calda estata del 2013 – che in molti ricordano come una delle più "roventi" – per i tre riservisti dell’esercito britannico qualcosa è andato storto. Il caporale Craig Roberts (24 anni), il soldato Edward Maher (31 anni) e il caporale James Dunsby (31 anni e morto due giorni dopo all’ospedale) collassarono lungo il sentiero in circostanze apparentemente misteriose. I tre facevano parte di un gruppo di 37 riservisti che tentavano l’incorporamento nelle file del 21th e 23rd Special Air Service Reserves.

Dalle prime indagini avviate dalla Service Prosecuting Authority (SPA) non esistevano prove sufficienti per incriminare gli istruttori del SAS secondo i quali tutte le norme di sicurezza erano state rispettate. Se per il Ministero della Difesa inglese la faccenda poteva dirsi chiusa, per i familiari delle vittime era tutt’altro che risolta. Nel 2015 emersero nuove prove che imputavano il SAS di indolenza e di una cattiva esecuzione dei soccorsi ai tre malcapitati; l’avvocato Lewis Cherry, difensore dei due “trainer”, ha dichiarato l’innocenza dei suoi assistiti definendoli il “capro espiatorio” dell’intera vicenda. Le autorità militari inglesi hanno comunque appurato un errore nel sistema di approccio alla “Fan Dance” aperta anche ai riservisti dell’esercito i quali però non hanno lo stesso allenamento dei loro colleghi in servizio effettivo. Purtroppo la “Fan Dance” non era nuova ad eventi nefasti poiché sempre nel 2013 perse la vita per assideramento il caporale Robert Carangie, mentre nel 2008 fu la volta del Royal Marine Benjamine Poole, deceduto per un colpo di calore.

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