SM-6: La risposta americana alla minaccia missilistica di Pyongyang

(di Tiziano Ciocchetti)
01/09/17

Il programma missilistico imbarcato statunitense RIM-174 SM-6 ERAM (Extended Range Active Missile), sviluppato dalla Raytheon, ha raggiunto la piena capacità operativa nel 2013.

Il sistema d’arma è caratterizzato da un booster del diametro di 533 mm a 4 ugelli Mk-72 che consente una gittata di 240 km e una velocità di crociera di Mach 3,5.

Destinato ad equipaggiare le ultime Classi delle unità navali statunitensi, con lo scopo di fornire protezione nei confronti di attacchi aerei (anche a bassa quota) e missilistici; tuttavia la sua missione principale è l’intercettazione esoatmosferica dei missili balistici a medio e lungo raggio di teatro (TBMD), in fase terminale. Per assolvere tale compito è equipaggiato con un sensore del tipo Imaging Infrared (IIR), montato lateralmente, che gli consente la scoperta e l’inseguimento di ordigni balistici nonché di un sistema di guida che lo porta all’impatto diretto con il bersaglio.

Nella sezione anteriore del missile è presente lo speciale veicolo LEAP Kinetic Warhead (KW), concepito per l’impatto diretto con il bersaglio fuori dall’atmosfera terrestre.

Inoltre, il SM-6, può assolvere anche una funzione anti nave. I test hanno dimostrato che il missile è in grado di colpire unità navali – oltre la linea dell’orizzonte - a una distanza di circa 300 km (il missile utilizzato dalla Navy per tali scopi, l’Harpoon, ha una gittata inferiore ai 130 km).

Il missile - a due stadi - è dotato di un sistema di posizionamento attivo e semi-attivo e viene lanciato dal Vertical Launch System (VLS).

Nei confronti dei missili balistici, il RIM-174, è in grado di discriminare gli obiettivi con un congegno di ricerca a doppia modalità: con la ricerca semi-attiva che si basa su un illuminatore, posizionato sull’unità lanciatrice, per evidenziare il bersaglio e la ricerca attiva, caratterizzata dall’emissione di onde elettromagnetiche da parte del missile stesso.

(foto: U.S. Navy)