Eurosatory 2018; tante novità emergenti, molti MRAP e anfibi. L’Italia fa colpo sui marines, alla grande la produzione TATRA

(di Gianluca Celentano)
25/06/18

Si è svolta a Parigi l’edizione 2018 di Eurosatory, l’appuntamento biennale delle industrie della Difesa.

Il primo impatto di fronte a tanta tecnologia interattiva riporta alla mente la serie cinematografica Mission Impossible con Tom Cruise, nella quale anche il sottoscritto era convinto che molti effetti speciali fossero solo frutto della fervida fantasia del regista.

Sappiamo bene che la ricerca militare è di gran lunga più avanti rispetto a quella civile: qui a Parigi i più celebri gruppi industriali si sono incontrati per presentare l’impensabile per il settore Difesa.

Curiose e spettacolari sono, ad esempio, le vernici che cambiano colore, le maschere NBC interattive a led o che le consolle virtuali per la preparazione alle missioni. Grande spazio hanno anche trovato i sistemi CBRN.

Il concetto che passa, dopo aver osservato immagini e stand, consiste nel cambiamento radicale del "sistema Difesa", sempre meno legato al numero di unità e sempre più concentrato su dispositivi remoti di attacco e difesa “in sicurezza”.

Come per l’aeroporto di Tokio, oltre alle gentili hostess che ricevevano le delegazioni militari mondiali, era presente un robot dalle sembianze umane e in grado di interagire con le richieste dei visitatori, riconoscendo chiaramente la lingua e rispondendo simpaticamente alle tante domande.

MRAP e anfibi, TATRA trionfa, Italia top nella ricerca

Oltre alla tecnologia inserita nei sistemi d’arma, armi individuali, ottiche, tessuti per le uniformi piuttosto che in calzature, occhiali e oggettistica, erano presenti diverse case di produzione di veicoli per uso militare e tra questi risaltava la tipologia Mine-Resistant Ambush Protected (MRAP) di produzione estera, attualmente tra i veicoli più richiesti.

L’Italia al di là della sua valida produzione firmata Iveco Defence Vehicles e qualche restyling estetico, ha proposto una versione aggiornata del MUV Military Utility Vehicle / 70.20, che ha suscitato non poche perplessità nel pubblico rispetto al buon vecchio VM90. È invece da sottolineare l’invidiabile successo e l’interesse ricevuto dal nostro Paese per quanto riguarda la ricerca ingegneristica e i sistemi operativi Leonardo con il nuovo anfibio di IDV, l'ACV (Amphibious Combat Vehicle, nella foto) prodotto in collaborazione con BAE Systems per i marines americani e capace di trasportare 13 soldati con prestazioni interessanti.

Presenti altri marchi noti nel settore difesa, tra cui gli indiscussi KMW e Mercedes Defense, mentre tra i più interessanti in ambito mondiale ricordo la Finlandia con PATRIA AMW, la Repubblica Ceca con TATRA e EA Excalibur Army, la Spagna con URO VAMTAC, la Turchia con OTOKAR e gli USA con POLARIS e la relativa produzione di All-Terrain Vehicles (ATV).

Tante altre aziende erano presenti con interessanti proposte che per qualità, tecnologia e costi concorrenziali, sarebbero forse in grado di acquisire un’importante fetta del mercato che oggi - fonte Sipri - ammonta nel complesso a ben 1739 miliardi di dollari.

Anche la Svedese Scania – al 45% di Volkswagen - era presente con autocarri logistici protetti o semplicemente con una “meccanica in prestito” affidabile come quella allestita nell’anfibio corazzato di ultima generazione PATRIA Multi-Purpose Armored Vehicle, con motore da 540 cv (lo stesso collaudato sui trucks svedesi) capace di superare, nonostante le sue 27 tonnellate, i 100 km/h su terra e i 10 km/h in acqua.

Si può comprendere perché Irizar Bus Italia ha voluto motorizzare i nuovi bus prevalentemente Scania e MAN, al 13% nella casa svedese.

Con TATRA avevo percepito già da tempo un possibile exploit dai suoi confini per la produzione Difesa. Infatti, questa azienda ceca sorta nel 1850 e che oggi stringe accordi con Mercedes Benz, ha le carte in regola e la tecnologia necessaria per fare apprezzare i suoi inarrestabili 8X8, e questo grazie anche a un intelligente investimento nella comunicazione come nel caso delle manifestazioni di Trucks Trial, dove Tatra si è sempre distinta per qualità ed efficienza grazie anche al brevettato “tubo centrale” longitudinale da cui partono gli assi per le ruote.

Facciamo ora qualche rapida descrizione dei mezzi...

EA Excalibur PATRIOT 4X4 MATMMV (Medium Armoured Tactical Multi-Mission Vehicle)

Un Multiruolo ceco costruito su meccanica Tatra con denominazione commerciale T815 Patriot.

La linea aggressiva colpisce in particolar modo, il design sembra studiato per trasmettere onnipotenza, ma ciò che sorprende è la rapidità con cui può abbassarsi o alzarsi da terra grazie al rapido riempimento delle sospensioni pneumatiche in base alle necessità di viabilità operativa. Totalmente corazzato, semplice ma tecnologicamente all’avanguardia ha attirato l'attenzione di molti eserciti che gli stanno strizzando l’occhio per le caratteristiche di versatilità e mobilità, con i 130 km/h e 300 cv del suo motore americano Cummins ISB a 6 cilindri turbo diesel e il suo cambio automatico Allison a 5 marce. Ha un’autonomia di ben 500 km e può percorrere pendenze laterali nell’ordine dei 31° (60%) e frontali di 45° – ma anche qualcosa di più – e questo grazie alla distribuzione masse del suo “tubo centrale”.

Omologato STANAG 4569 Livello 3 standard e Livelllo 2a/2b standard, può essere equipaggiato in torretta con armi da 7.62, 12.7 e 40 mm MG, trasportando a seconda degli allestimenti sette militari. Particolare è l’utilizzo di robuste grate in acciaio dietro la conchiglia a protezione degli specchietti esterni.

Curiosità: Tatra nella sua produzione prevede un logistico anche in versione due assi, il 790R99 38 molto simile al nostro mitico ACM80/90.

Rigorosamente pneumatici Michelin; da sempre la casa francese fornisce pneumatici tassellati per uso civile e militare, siano essi runflat piuttosto che con anima interna antiproiettile, multistagionali e resistenti agli aggressivi chimici e forte calore.

FNSS PARS III 8X8 anfibio Wheeled Armored Combat Vehicle

La Turchia presenta il corazzato “su gomma” Pars III 8X8 anche se in visione c’è un’interessante versione 4X4 corazzata e anfibia, davvero molto agile. Si tratta di un VBM – veicolo blindato medio – da 25 tonnellate e 7 metri di lunghezza con sospensioni indipendenti pneumatiche protette da una carenatura balistica oscillante insieme alle ruote indipendenti. Possiede una trasmissione a 7 rapporti e, come tutti ormai, la trazione permanente e una cellula di sopravvivenza per gli occupanti. Può montare un motore Caterpillar da 600 cv o un tedesco Deuz da 500 cv e raggiunge i 100 Km/h con un autonomia di 700 km.

Interessanti sono anche le pendenze superabili lateralmente e frontalmente. Può sorpassare fossi di 2 metri di larghezza od ostacoli di 80 cm e livellare il suo assetto anche solo lateralmente o frontalmente piuttosto che posteriormente. Una caratteristica che consente di spostare il baricentro e transitare su pendenze laterali nell’ordine del 30%. Grazie alle 8 ruote sterzanti il suo raggio stretto occupa solo 8 metri d’ingombro. Può muoversi anche lateralmente come una macchina da cantiere. I sedili hanno uno speciale ammortizzatore che assorbe le esplosioni e grazie ai cristalli prismatici la visione del conduttore supera i 180°. Oltre al sistema Can Bus System, sensori e telecamere termiche, l’8x8 turco dispone ancora di tantissimi ritrovati per la sicurezza e la risposta simultanea al fuoco, ma elencarli tutti sarebbe davvero lungo anche se interessante e avvincente.

Può resistere all’esplosione di ben 10 kg di tnt sotto lo scafo. In Afghanistan due veicoli FNSS sarebbero stati colpiti da RPG-7 e sarebbero rientrarono senza problemi alla base.

URO VAMTAC HMTV "High Mobility Tactical Vehicle”

La Spagna è presente con interessanti novità ma descriviamo uno dei “piccoli” della produzione iberica dopo i colossi illustrati in precedenza. Interessante è la produzione Urovesa con questo 4x4 disponibile in diverse conformazioni tattiche/logistiche. Lungo 4.8 metri per 2.1 di larghezza e 1.9 di altezza può attraversare guadi immergendosi sino a 1,5 metri e superare pendenze del 70%, 35 gradi. Il suo motore Steyr Td da 200 cv e il suo cambio a 5 marce gli fanno raggiungere i 135 km/h con un autonomia di 600 km. Ottimo e molto apprezzato per la sua rapidità e affidabilità.

PATRIA AMV Armored Modular Vehicle

La Finlandese Patria presenta anch’essa un 8x8 con motore SCANIA a 12 cilindri a V e 480 o 540 cv. Può raggiungere i 100 km/h strada e i 10 in acqua trasportando fino a 12 militari. Ha una struttura intercambiabile in base all’impiego è l’omologazione prevede la resistenza contro i proiettili perforanti di 30 mm. La sua linea moderna e accattivante con luci a led cela al suo interno strumentazioni altamente tecnologiche per l’individuazione dell’avversario anche se non visibile.

Otokar Cobra II

Il nome Cobra è dovuto con una certa immaginazione alla somiglianza – probabilmente voluta e per avere minor impatto balistico – del suo frontale che ricorda il cappuccio aperto dei velenosissimi rettili in posizione di guardia e attacco. Si tratta del corazzato turco 4x4 di ultima generazione con 9 posti per l’equipaggio con motore da 6.7 cc td con ben 280 cv ma è disponibile anche con 480 cv 3 assi. Dodici tonnellate di massa per circa 6 metri di lunghezza e una larghezza di 2.5 metri. Imponente e molto versatile e predisposto anti NBCR, raggiunge i 120 km/h con un cambio Allison sei rapporti. Potremmo definirlo, anche per la sua cellula di sicurezza e per caratteristiche e protezione, come un concorrente mediterraneo del nostro VTLM Lince.

Otokar Arma 8x8 anfibio

Motore Caterpillar C9 da 480 cv con 7 marce automatiche che producono i 100km/h su strada e sterrato liscio, dove le sue 18 tonnellate di massa si muovono con agilità soprattutto se si scelgono le sospensioni idropneumatiche al posto del sistema telescopico con molle elicoidali. Ha i 4 assi sterzanti e le eliche di navigazione sono attivate da pressione idraulica. Può trasportare fino a 14 militari dentro la cellula protetta e in casi estremi può muoversi anche con solo i due assi centrali.

Davvero tanti mezzi ma qual è il migliore?

Questo potrebbe essere l’interrogativo di molti alla luce delle novità presentate, che nella realtà dei fatti sembrano avere tutti un preciso DNA in comune, cioè sicurezza e versatilità. Probabilmente con le omologazioni Nato attuali non esiste il migliore o il peggiore ma semmai è da verificare l’efficienza del post vendita e dei relativi costi. A fronte di un business di vendite più o meno opinabile, che comunque crea ricchezza alle nazioni, sarebbe da considerare che molti di questi “ritrovati prestazionali” presenti sui mezzi non saranno probabilmente mai utilizzati.

Se pensiamo ai musoni arancioni Iveco 330.30 di Overland semplici e spartani con solo l’argano anteriore e posteriore e il loro epico giro del mondo “Umanitario” passando nei punti più critici, comprenderemo che affidabilità e semplicità spesso hanno la meglio su mille ritrovati tecnologici.

D'altronde i corazzati, che probabilmente si addicono più a fisici atletici e non troppo alti devono essere testati principalmente dai loro principali utilizzatori, almeno per far emergere dettagli o problemi degni di modifiche, business a parte. Un’utopia?

Forze Armate moderne

Il concetto di "militare" conosciuto con la leva è ormai ampiamente superato come sappiamo. Attualmente sono preferiti reparti snelli, dinamici e al tempo stesso preparati tecnologicamente e rapidi, in virtù del fatto che le tipologie di conflitto sono mutate.

Sempre più spesso si ha a che fare con guerriglieri non convenzionali che producono attentati piuttosto che con conflitti combattuti in trincea. L'ex CSMD generale Vincenzo Camporini è, a ragion veduta, scettico sull’utilità operativa del ripristino del servizio di leva, proprio perché non sono i numeri a mancare, ma occorre mantenere sempre alta l’efficienza e la preparazione moderna delle unità già presenti. Semmai è da rivalutare l’utilità - ma questa è una libera opinione - dei corpi ausiliari (SMOM e Corpo militare Volontario Cri) per i quali volontariato e un servizio di leva retribuito potrebbero creare un interessante bacino in sinergia tra formazione civica e militare, ausilio e soccorso in alternativa all’attuale e ammirevole servizio civile volontario verso i più bisognosi.

Colgo l'occasione per rivolgere un cordiale saluto alla preparata e davvero brillante dottoressa Elisabetta Trenta, che da questo mese è a capo del Ministero della Difesa, e al nuovo capo di stato maggiore dell’Esercito generale Salvatore Farina a cui mi lega il 1° rgt. trasmissioni, la sua storia, i suoi uomini e i suoi sacrifici.

(foto: Eurosatory / BAE Systems /FNSS / PATRIA)