Autieri, autisti e rimorchi: indispensabili aiutanti anche nelle FFAA

(di Gianluca Celentano)
04/01/19

E già, ci sono anche loro, annoverati a tutti gli effetti tra i veicoli anche se privi di motore e talvolta nascosti dall’imponente sagoma della loro motrice che attira sguardi e curiosità. Sono senza dubbio i rimorchi il versatile strumento ruotato a cui le FFAA affidano il trasporto di una lunghissima lista di materiali e veicoli adibiti a compiti sia operativi che logistici.

Se le motrici attirano l’attenzione è anche vero che i materiali trasportati non passano certo inosservati tanto più quando sul pianale sono presenti un Centauro piuttosto che un Ariete, la fusoliera di un Jet o, più semplicemente, una cucina rotabile al traino.

Infatti tutto quello che non viene tatticamente trasportato con un elicottero a doppio rotore CH-47F in area operativa, giunge al confine della missione a bordo di semirimorchi militari speciali o rimorchi isolati.

I rimorchi: bilici e autotreni

Senza entrare in complesse descrizioni sulle normative del CdS che regolamentano i rimorchi (codice di classificazione O) sarà interessante fare alcune distinzioni, infatti non tutti i rimorchi sono uguali e c’è un preciso iter da seguire prima di agganciare motrice o trattore - il veicolo trainante - al suo rimorchio.

La categoria dei rimorchi comprende sia i semirimorchi - comunemente chiamati bilici - sovrapposti al trattore stradale (es: Stralis e ACTL) sia i rimorchi isolati, cioè quelli provvisti di un timone e trainati da una motrice a sua volta assoggettata al carico; un complesso che prende il nome di autotreno, la stessa denominazione che ha la vostra auto quando magari traina la roulotte per le vacanze. Tuttavia è bene sottolineare che i limiti massimi di velocità con rimorchio sono uguali per tutti e fissati in 80 km/h e sulle autostrade la marcia deve avvenire solo sulle prime due corsie più libere a destra.

Qual è l'iter da seguire? In realtà si tratta di un valore numerico dato dal rapporto tra la PTT (massa totale a pieno carico) del rimorchio e della motrice, il rapporto tra le due masse deve rientrare in specifici valori, sia che si tratti di un pesante autotreno sia del rimorchio di una cucina rotabile o roulotte. Un rimorchio pesante di autotreno non può superare il 150% della massa della motrice, mentre un semirimorchio il 145% e una roulotte, tanto per dare un’idea, l’80%.

Per comprendere l’importanza di questa regola andiamo a conoscere gli assi di un rimorchio...
Provate ad immaginare il carico sul pianale di un carro armato Leopard da 40 tonnellate che in prima, sollevando il freno, si posiziona sul semirimorchio facendoci udire il suo caratteristico e affascinante rombo. Si consideri che un trattore stradale a 2 o 3 assi, agganciato a un semirimorchio con 3 assi, può sostenere come PTT un carico di 44 tonnellate. Tuttavia un singolo asse con ruote gemellate o singole ma di ampio raggio, può sopportare in sicurezza un carico massimo di ben 12 ton, ma il valore può aumentare fino a 20 in relazione alla distanza del secondo asse più vicino.

Quindi un rimorchio per ogni situazione? No, l’Esercito preferirebbe adottare versioni polivalenti di rimorchi standard o con pianali ribassati al top di gamma per robustezza e spessore delle lamiere dei longheroni. Infatti, se nella logistica civile per un fattore d’economia il numero di assi si traduce in costi maggiori per via dell’attrito, nelle Forze Armate i semirimorchi hanno spesso dai 3 ai 5 assi, ma anche di più se devono caricare pesanti carri armati. Una scelta che ottimizza e semplifica l’impiego da parte del Genio militare.

Autocarri e trattori militari

Tanta “cavalleria” è d’obbligo quando si tratta di scaricare potenza sfruttando il range di coppia per muovere mezzi corazzati o pesanti bulldozer militari, e ad entrare in gioco sono i motori Cursor o Tector di Iveco.

L’ASTRA Iveco con l’ACTL è in pole position come autocarro o trattore tattico soprattutto nella versione SM 88.50 TIM 8x8 ma a seguire c’è anche il più stradale Iveco Stralis da 480 o 560 cv.

Le dimensioni delle ruote e la robustezza dei cerchi in acciaio, nelle versioni militarizzate dei rimorchi, fanno la differenza sui valori massimi della PTT e la scelta rapida e operativa ricade sui pianali standard o ribassati muniti di pedane adatti al carico di altri veicoli.

Autosterzanti e autocarri scarrabili, tandem o tridem

Sia come ausilio alle manovre, sia per evitare trascinamenti dell’asse posteriore in curva con maggiori consumi, i rimorchi e a volte le motrici adottano un sistema idraulico autosterzante sull’ultimo o terz’ultimo asse. Il sistema si avvale di una centralina che individua la posizione del veicolo fino a 10 km/h e, grazie a un pressostato, si genera compressione in un polmone che fa sterzare l’asse. Più assi sono presenti nei trasporti eccezionali, più il sistema risulta indispensabile.

È in realtà una soluzione molto intelligente il sistema di carico scarrabile, che non obbliga la presenza di un sollevatore telescopico per posizionare i container sul pianale. Utilizzato sulle versioni Iveco Astra APS 8x8 “autocarro pesante scarrabile”, il sistema utilizza un braccio idraulico per posizionare lo shelter a terra o caricarlo; operazione che avviene lasciando il cambio in folle e veicolo sfrenato, affinché le due resistenze, cassone e motrice, si sovrappongano. Il braccio idraulico occupa un po' di spazio sul retrocabina ma per usi logistici e operativi dove la lunghezza della motrice si aggira sui 10 metri – dei 12 massimi per i veicoli – è davvero eccezionale e durante i vari richiami ho avuto modo di lavorarci apprezzandolo con interesse.

Nel corso del tempo abbiamo trattato di diversi autocarri tattici come l’ASTRA ACTL e avrete compreso che l’uso in fuoristrada di un autocarro, impone un gruppo di 2 assi posteriori chiamato Tandem (foto). Un sistema basculante su una culla: se uno sale l’altro scende. Per i veicoli più stradali il sistema a due assi contigui non prevede una culla ma sospensioni indipendenti pneumatiche, e nel caso gli assi siano 3 il sistema prende il nome di Tridem. Per il momento non ho dati neppure dalla TATRA defense, sulla presenza di soluzioni tridem a culla e per usi operativi. Il concetto, un po' come avviene con i cingoli, è in linea di massima quello di avere sempre a terra e in aderenza le ruote grazie a una robusta struttura con una geometria di funzionamento più semplice rispetto le soluzioni a ponte rigido o indipendenti.

Normative e ufficio automezzi

Grazie all’articolo 138 del codice della strada che regolamenta veicoli e conducenti delle Forze Armate e Corpi dello Stato, questi enti hanno piena autonomia nella gestione della loro motorizzazione e dei titoli di guida, ma va ricordato che anche per loro vale la stessa disciplina del codice della strada di un qualsiasi altro automobilista. Solo uno stato di necessità, ad esempio, può autorizzare forzature in questo senso come stabilito peraltro nelle emergenze all’art 177. La classificazione delle patenti militari offre sette modelli e quattro varianti, che si traducono in una maggior opportunità di guida rispetto alle 16 categorie civili.

In caserma chi si occuperà dei mezzi avrà sicuramente in tasca il libretto patente con il modello 4 e 5 con l’aggiunta delle tre estensioni A-B-C. Ma è ancora l’ufficio automezzi del reparto, come avveniva al tempo della leva, a coordinare e gestire il conduttore militare e da questo ufficio si decidono i mezzi da impiegare e i rimorchi compatibili oltreché i servizi giornalieri di trasporto o l’impiego per una missione più lunga o come aggregati ad un altro reparto. Il conduttore, generalmente un caporalmaggiore, uscirà da questo ufficio insieme al suo foglio di marcia, carta e scheda carburante facendo riferimento sempre al suo capo ufficio che sarà aggiornato costantemente nello svolgimento del trasporto.

Curiosità: Con un’abilitazione militare Modello 2, equivalente alla B civile, si è autorizzati al traino fino 1000 kg contro i 750 kg previsti per la patente B, mentre con il modello 3, la C civile, la massa rimorchiabile è uguale ma si potranno trasportare promiscuamente fino a 20 persone con un veicolo superiore alle 3,5 tonnellate.

Cucine e toilette rotabili

A tutti noi tornerà in mente durante un campo militare, la famosa cucina rotabile a un asse sviluppata sul rimorchio spesso trainato da una AR76, ACM80 o CM52. Sicuramente sarà più facile ricordare il sapore più gustoso della cucina durante i campi, ma la storica rotabile da 200 razioni - AO53, dell’Orto o Bifoni - simile ai rimorchi Ben-Hur ww2 americani, è stata utilizzata sino ai primi del ’90.

All’interno degli epocali rimorchi logistici Calabrese – sembravano un po' vagoni ferroviari - e di quelli provenienti dallo U.S. Army, ma ristrutturati su licenza in Italia, sono stati allestiti posti comando, centrali radio e officine mobili. Durante i campi le docce erano realizzate sotto delle tende dove passavano tubi con diversi erogatori e una caldaia a gasolio provvedeva a scaldare l’acqua, ma sento già i vostri commenti e anticipo che spesso la doccia era fredda ma comunque tonificante… I bagni erano invece creati in box metallici e la logistica e l’ingegno dei marescialli del Minuto mantenimento garantiva di trovare allacciamenti idraulici, fognari ed elettrici.

Oggi, come avveniva già da tempo negli eserciti avanzati, tutto viaggia su moduli in lega trasportati su autocarri o rimorchi. Molto più pratici leggeri e completi, all’interno di essi non manca nulla e garantiscono una certa privacy se si tratta di toilette. Nella lista delle conformazioni è presente anche il modulo lavanderia e panificatore. Anche le officine rotabili sono interessanti e soprattutto complete per ogni tipologia di riparazione o addirittura rettifica.

La retromarcia un incubo senza esercizio

Esperienza e pratica sono sempre necessarie e obbligatorie sui mezzi pesanti, bus o camion che siano. I grandi camionisti sostengono, a ragion veduta, che se hai imparato a guidare con il cambio Fuller e sull’autotreno puoi definirti un autista. Infatti durante le manovre in retromarcia è facile perdere il rimorchio cioè fargli prendere una direzione diversa da quella voluta e in più devi aggiungere le auto che ti passano dietro mentre manovri.

Aggancio alla turca: Le motrici militari anche sulla parte frontale sotto la cabina sono provviste, oltre al comune gancio anteriore, di prese d’aria per l’aggancio del rimorchio. In certe condizioni può essere conveniente posizionare la motrice frontalmente al rimorchio agganciandolo anteriormente per eseguire con un po' più di semplicità la manovra di retromarcia. Ma attenzione, è importante mettere sempre i cunei ferma ruota prima di togliere pressione al rimorchio.

Esercizi: Nel caso il maresciallo responsabile lo consenta, sarebbe una buona formazione posizionare un autotreno sul piazzale con dei coni che simulano uno stallo di sosta ed eseguire tantissimi esercizi di retromarcia con svolta a elle. Vi dico subito che si suda parecchio e i risultati si vedono dopo settimane, ma funziona.

Io lo facevo con gli autosnodati da 18 metri all’interno del deposito, osservato con un certo stupore da alcuni colleghi; tuttavia questa pratica mi è risultata utile su strada ma è bene precisare che l’autotreno è ancora più difficile in retromarcia rispetto all’autoarticolato.

Un’esperienza civile con il semirimorchio

Mi chiesero di sostituire un collega per la consegna di pesanti macchine da cantiere, attività che ho portato a termine facendo anche una certa esperienza. Il problema era che la via non esisteva perché tutto era in costruzione per cui avendo pochi riferimenti dovevo navigare a vista e intuito. Avevo individuato il cantiere, la strada in linea d’aria passava su una larga traversa di campagna in parte asfaltata che evitava l’ingresso nel paese in provincia di Milano. Ammetto che avrei voluto chiedere qualche precisazione alla passeggiatrice nigeriana presente sull’angolo, ma ho preferito evitare raggiungendo a vista l’obbiettivo. Dopo un chilometro la strada si stringeva e a fianco c'era un torrente e dall’altro un campo appena concimato. Bella sensazione davvero…

Appena stavo per avvicinarmi con l’autoarticolato - avevo un carico di trenta tonnellate - sentii il terreno cedere e il camion inclinarsi seppur tutto fosse asciutto e battuto. Una sensazione dove hai il cuore in gola e che non auguro a nessuno! Non potendo svoltare, innestai la retromarcia e mi allontanai cercando di non impantanarmi. Per fortuna ne sono venuto fuori un po' folcloristicamente seguendo un'altra strada e forse, ho pensato successivamente, avrei dovuto chiedere alla gentile signorina nigeriana dove portasse quella strada…

E le misure?

Quarantaquattro tonnellate è il limite massimo di carico per i complessi motrice rimorchio, anche militari non eccezionali, ma il valore sale a 54 e 56 ton solo per particolari mezzi d’opera, ad es. autocarri trasporto sabbia. La lunghezza massima degli autotreni è di 18 metri derogabili a 18,75 in certe condizioni, mentre è di 16,50 metri per gli autoarticolati. L’altezza massima per tutti è di 4 metri e solo particolari bus arrivano a 4,30 metri.

Dedico l’articoloAi miei amici Autieri, di cui ricordo furono tre le vittime di Nassiriya, alla disponibilità e umanità e all’impegno civile del brig. gen. Francesco Lo Iacono - 3° Cerimant - con l’iniziativa nelle scuole “La Buona Strada della Sicurezza”, ma anche agli ormai troppo vessati autisti di camion e bus, cui le attuali regole di un miope mercato globalizzato, stanno disgregando un settore professionistico indispensabile distribuendo tra l’altro carenza di lavoro, scarse defiscalizzazioni e infedele concorrenza, dimenticando volutamente che gli autisti italiani sono tra i migliori al mondo!