L’ombrello (bucato) missilistico di Trump sul 38° parallelo

(di Tiziano Ciocchetti)
27/04/17

Per contrastare un eventuale attacco missilistico di Pyongyang, il Pentagono ha deciso di schierare sul territorio della Corea del Sud, nella località di Seongju, un complesso di lancio del sistema antimissile superficie-aria THAAD (Theater High Altitude Area Defense).

Il missile è dotato di una testata ad impatto diretto - ovvero priva di esplosivo – ha un peso di 800 kg, una lunghezza di 6,17 metri ed un diametro di 0,37 metri. La gittata massima è pari a 200 km ed è gestito dall’apparato radar Raytheon che opera in banda I/J (8-20 GHz), con una portata di 1000 km. Proprio questo sistema radar è la causa delle preoccupazioni di Pechino, in quanto potrebbe essere utilizzato per monitorare le attività delle forze aeree cinesi al confine con la penisola coreana.

Lo schieramento di tale complesso missilistico desta alcune perplessità, in quanto il sistema d’arma in questione non è stato progettato per intercettare i missili da crociera o quelli balistici (tipo SCUD-C) a breve raggio, i quali sarebbero probabilmente utilizzati da Pyongyang nella fase iniziale di un attacco contro la Corea del Sud.

Il settore d’impiego del sistema THAAD è il cd Strato Alto di Difesa (area difesa di 1600 x 500 km, quota di intercettazione superiore ai 35000 metri). Quando si parla di difesa nei confronti di missili balistici, secondo la terminologia NATO, si utilizza il termine tier quando si parla di livello di difesa, mentre si utilizza la parola layer (strato) per descrivere la quota che gli intercettori possono raggiungere. Generalmente le quote a partire da 35000 metri sono cosiddette di upper layer (intercettazione atmosferica); le quote inferiori ai 35000 metri rientrano nei lower layer.

Inoltre, prima di arrivare ai sistemi antimissili, è opportuno ribadire che un qualsiasi apparato di difesa antimissile, per poter essere efficace, necessita di una serie di precondizioni. Innanzitutto la necessità di scoprire per tempo – possibilmente prima che il missile sia lanciato – i preparativi dell’attacco. Successivamente individuare i missili, capire quanti sono, capire che tipo di testate portano e contro quali obiettivi sono diretti.

Un'altra condizione imprescindibile è un sistema di comando e controllo, in quanto l’intercettazione di un missile balistico richiede una mole enorme di dati, la capacità di elaborarli e filtrarli nonché distribuirli ai vari utilizzatori, in modo tale da identificare la minaccia e mettere in atto le procedure più idonee per contrastarla.

È altresì vero che lo schieramento americano di un sistema antimissile potrebbe essere interpretato dalla Corea del Nord come l’accettazione a priori, da parte di Washington, di voler assumere una tattica difensiva, lasciando a Pyongyang l’iniziativa e la possibilità di scegliere liberamente quando, come e dove colpire.

(foto: U.S. DoD)