L'Iran avrà i suoi S-300 entro dicembre, Israele pretende altri F-35

(di Franco Iacch)
09/11/15

L’Iran avrà i suoi S-300. I contratti con Mosca, sebbene ancora non formalmente ratificati, sono già in vigore. La notizia è stata ripresa dai principali organi di informazione russi.

“Uno dei più sofisticati sistemi antiaerei del mondo, giungerà in Iran con nove anni di ritardo”. Il contratto da 800 milioni di dollari per cinque sistemi difensivi S-300 era stato siglato nel 2007. La fornitura fu poi congelata a seguito delle sanzioni imposte dalle Nazioni Unite alla Repubblica Islamica. Fornitura rimessa nuovamente in discussione dopo gli accordi sul nucleare siglato lo scorso aprile tra le potenze mondiali e l’Iran.

Lo scorso agosto, commentando la vicenda ‘S-300’, il vice Ministro degli Esteri Mikhail Bogdanov, dava per certa la consegna dei sistemi antiaerei entro la fine dell’anno. L’accordo finale è stato siglato nelle ore scorse. Superati, quindi, anche “i dettagli tecnici” che fino a pochi mesi fa, impedivano la consegna dei sistemi S-300.

La tempistica è comunque curiosa. L’accordo infatti, giunge poche ore prima l’incontro tra il primo ministro Benjamin Netanyahu ed il presidente degli Usa Barack Obama, a Washington, sul prossimo programma decennale di assistenza militare. Proprio Israele ha cercato, invano, di bloccare la vendita dei sistemi S-300. Il motivo è facilmente intuibile: una linea difensiva, schierata a ridosso degli impianti nucleari di Teheran (ritenuti i primi obiettivi in caso di attacco israeliano), provocherebbe quasi certamente delle pesanti perdite. Se gli S-300 dovessero entrare in possesso degli Hezbollah, la supremazia aerea regionale di Israele verrebbe messa in discussione.

Gli S-300 iraniani

Il missile 9M82M conosciuto come “Antey-2500”, (nome in codice NATO SA-23 Gladiator \ Giant) è specificatamente progettato per la difesa tattica contro missili balistici a medio raggio o velivoli nemici. Può seguire fino a 100 bersagli, potendo ingaggiarne 12/24 ad una distanza di 200 chilometri (124 miglia) e ad altezza di 27 chilometri (circa 17 miglia). Il SA-23 è ritenuto immune alla maggior parte delle contromisure ECM occidentali con una tangenza operativa di trentamila metri. L’Antey, una volta messo in linea, non richiede manutenzione per almeno dieci anni, mentre le sue testate sono ritenute in grado di sconfiggere anche i più moderni missili balistici occidentali. E’ guidato da un sistema inerziale con aggiornamento radio a metà percorso, mentre nella fase terminale si affida ad un radar semi attivo. Probabile la consegna di almeno un sistema ‘V4’, con una gittata di 400 km. Per i russi, non esiste velivolo (compresi il B-2, l’F-22 e l’F-35) in grado di affrontare impunemente un sistema S-400.

La lista della spesa di Israele

Israele ha già acquistato più di 30 F-35: potrebbe arrivarne ad averne fino a 75 (o meglio così sperano dalla Casa Bianca). Ma le forze aeree israeliane vogliono altri F-15. Israele ha in linea circa 65 Eagle tra le versioni A/B/C/D e trenta F-15I "Ra'am". L’IAF vuole proprio altri “Tuoni” come cavallo di battaglia delle forze aeree israeliane. Gli Stati Uniti hanno anche approvato la fornitura degli Osprey, convertiplano in grado di raggiungere l’Iran. Completa la “lista della spesa” nell’inventario USA, il Massive Ordnance Penetrator, la bomba da 14 mila chili in grado di polverizzare i bunker corazzati che si trovano in profondità. L'amministrazione Usa è principalmente interessata a finanziare i sistemi di difesa antimissile di Israele, mantenendo l’efficiente ma costosissimo Iron Dome. Il potenziamento missilistico prevede una nuova linea difensiva per contrastare le minacce provenienti dalla vicina Gaza, dal sud del Libano, dalla Siria e dall’Iran. Il nuovo asse iraniano-russo, impone il potenziamento di quello israelo-americano.

Cinque sistemi S-300 possono rappresentare un “game changer?”

I sistemi S-300 (e S-400) rappresentano la punta più alta dei sistemi di difesa terra-aria russi. Sono progettati per proteggere le aree di importanza strategica. Ogni batteria può attaccare più di una mezza dozzina di obiettivi simultaneamente. La differenza principale rispetto alla precedente generazione SAM strategica, è che l’S-300 è un sistema mobile. Non solo: gli S-300 sono collegati in rete. Ciò significa che in un sistema integrato di difesa aerea, gli S-300 rappresentano una sfida impossibile da vincere per tutti i velivoli di quarta generazione esistenti. F-15, F-16 e F/A-18: avrebbero ben poche speranze di uscire indenni da un’area protetta dagli S-300.

L'opzione migliore sarebbe quella di ricorrere alla “Global Strike Task Force”: una task force combinata di F-22 e B-2. La seconda opzione, invece, prevede un massiccio attacco di missili JASSM-ER (dove ER sta per Extended Range) in un contesto che richiederebbe la presenza degli EA-18G Growler. Il problema, nella seconda opzione, è precaricare i target dei missili. Il nemico, infatti, potrebbe spostare gli S-300 rilevando il lancio dei missili.

 

F-35 vs S-300

 

Partiamo dal presupposto che un simile paragone potrà farsi tra qualche tempo. L’F-35 raggiungerà parte della sua maturità ‘Warfighting’ tra cinque-sei anni. L’S-300, invece, non ha mai sparato un solo colpo contro un nemico vero. Quindi, al momento, solo speculazioni. Dei due sistemi conosciamo “quasi” ogni cosa. Teoricamente l’F-35 dovrebbe avere qualche vantaggio. In linea teorica, lo JSF è stato progettato con il materiale radar assorbente (RAM) più affidabile della storia. A differenza delle superfici dell’F-22 realizzate in alluminio e poi rivestite, quelle dell’F-35 sono state costruite in fibra di carbonio composita. Il rivestimento RAM, quindi, non è applicato bensì già insito nella struttura del caccia. Ciò dovrebbe ridurre la sua RCS e diminuire le probabilità di essere intercettati dai radar nemici. Ma la chiave per la sopravvivenza dell’F-35 dovrebbe proprio essere il suo radar AESA, 'Active Electronically Scanned Array, in grado di mappare centinaia di bersagli in direzione diverse e migliaia di volte al secondo. Così come, infine, la sua capacità di guerra elettronica. Restano comunque speculazioni sulla carta.

Per i russi nessun velivolo di quinta generazione USA può operare in uno spazio aereo controllato dagli S-300/S-400. Per gli Stati Uniti, invece, l’F-35 dovrebbe riuscire a sconfiggere la minaccia S-300 (anche senza il supporto globale).

 

[foto: ITAR-TASS / Lockheed Martin]