Le mire cinesi sulla “dark side of the moon”

(di Antonio Vecchio)
17/10/19

A cinquant’anni esatti dal primo allunaggio, alle 0226 GMT del 3 gennaio scorso la sonda cinese Chang'e-4 è atterrata sulla luna, trasmettendo le prime immagini "ravvicinate" della sua parte più lontana: quella cosiddetta “oscura”, perennemente nascosta alla visuale terrestre.

Partito 26 giorni prima dalla base di lancio per satelliti Xichang, nella provincia del Sichuan, il vettore (Long March -3B) che trasportava anche un rover (Yutu 2), ha raggiunto dopo 5 giorni di viaggio l’orbita ellittica lunare, aspettando il momento opportuno per effettuare l’atterraggio.

L’annuncio, riportato dalle principali agenzie internazionali1, è stato dato con comprensibile orgoglio da tutte gli organi governativi di Pechino, e presentato come un tassello ulteriore nella corsa cinese al predominio tecnologico.

Lo spazio come frontiera competitiva, oltre che nuova dimensione militare, è tra le priorità della attuale dirigenza, che sostiene finanziariamente i programmi di ricerca dei principali atenei nazionali e la ricerca e sviluppo delle aziende private.

Nel cogliere il significato di questa ricorrenza, non deve sfuggire il parallelo della Cina odierna, superpotenza tecnologica e attore geopolitico globale, con quella del 20 luglio 1969 - quando Neil Armstrong poggiava per la prima volta piede sul nostro principale satellite -, all’epoca, in piena rivoluzione culturale, prevalentemente agricola e poverissima.

Degno di nota anche il fatto che la sonda cinese è la prima a raggiungere il suolo lunare “nascosto”; ci aveva provato anche la NASA nel 1962, ma il modulo Ranger 4 si schiantò al suolo.

Chang’e-4 - riferisce l’agenzia spaziale cinese - sarà impiegata per l'osservazione astronomica, per rilevamenti del terreno e ambiente lunari, per determinare la composizione dell’atmosfera e quella minerale delle sue rocce.

Il lancio di Chang’e-4 è parte di un programma più articolato che - stando a quanto scrive China Daily2 - porterà, entro il 2030, alla costruzione di una stazione lunare interamente gestita da robot e dall’intelligenza artificiale.

L’allunaggio della sonda cinese è stata reso possibile dalla messa in orbita di un satellite - “Queqiao” - lanciato il 20 maggio scorso, che ha assicurato le comunicazioni terra - sonda.

Il posizionamento di Queqiao in uno dei punti di Lagrange L2 - (nello spazio, i punti3 “ in cui due corpi dotati di grande massa, tramite l'interazione della rispettiva forza gravitazionale, consentono ad un terzo corpo dotato di massa molto inferiore di mantenere una posizione stabile relativamente ad essi”) -, oltre a permettere le comunicazioni con la sonda, altrimenti ostacolate dalla massa lunare, consegna alla Cina un vantaggio strategico di grande rilievo nella prospettiva di un possibile sfruttamento come router per un futuro internet interplanetario.

Il programma lunare di Pechino si sviluppa in contemporanea con quello americano denominato Artemide, che ha l’intento di riportare astronauti sulla luna entro 2024; non risulta però vi sia al momento alcuna intenzione di competere in una corsa spaziale con Washington.

I cinesi non vogliono ripetere l’errore dell’URSS che capitolò anche per la corsa allo spazio in cui fu trascinata dagli USA.

Pechino è (al momento) interessata ad altro. Per iniziare, all’industria dello spaziale4 che si stima raggiungerà il valore di un trilione di dollari entro il 2040.

Di non minor interesse è lo sfruttamento delle risorse presenti nella crosta lunare: come l’elio, un gas inerte molto raro sulla Terra ma abbondante nel suolo lunare. L'elio offre molte applicazioni, che spaziano dai dispositivi di risonanza magnetica negli ospedali alle gallerie del vento ipersoniche nelle strutture di ricerca militare.

Alcuni suoi isotopi possono inoltre essere usati come combustibile per i reattori nucleari a fusione, e fornire in futuro una fonte illimitata di energia pulita (attualmente gli Stati Uniti ne producono oltre l'80% su scala mondiale).

Nei programmi di Pechino rientra anche la sperimentazione della polvere lunare come materiale di costruzione, su larga scala con l'aiuto della tecnologia di stampa 3D.

Appare infine inutile sottolineare come la postura spaziale di Pechino non possa prescindere da considerazioni di natura militare, trattandosi di un campo di potenziale, futura contrapposizione con l’America, come dimostra la recente costituzione negli USA di un comando dedicato5 (U.S. Space Command).

1https://www.reuters.com/article/us-china-moon/china-lifts-mysterious-vei...

2 http://www.chinadaily.com.cn/china/2009-06/12/content_8274791.htm

3https://it.wikipedia.org/wiki/Punti_di_Lagrange

4https://spacenews.com/a-trillion-dollar-space-industry-will-require-new-...

5https://www.space.com/trump-launches-us-space-command.html

Foto: CNSA / U.S. DoD