La verità sull'11 settembre a rischio "declassificazione"

23/07/14

Sappiamo tutto sul tragico attacco terroristico dell'11 settembre del 2001? Per alcuni si, per altri in parte. Per molti, invece, la verità sui dirottamenti e sugli attacchi contro il Pentagono e le Torri Gemelle non si saprà mai. Ci sarebbero però alcuni documenti, 28 pagine esattamente, della Joint Intelligence Inquiry (JICI), commissione che ha studiato le dinamiche e le responsabilità di quanto avvenuto.

Ebbene, quelle 28 pagine mancanti, potrebbero dimostrare un forte coinvolgimento dell'Arabia Saudita.

La notizia è stata ripresa da tutte le agenzie di stampa internazionali. Molto clamore in Russia, anche se non c'è da sturpirsi. Mosca ha bisogno di un appiglio per gettare qualche ombra sugli USA dopo la vicenda (gestita in modo terribile) del presunto coinvolgimento sull'abbattimento del volo malese.

Le dichiarazioni dell'ex presidente della Commissione sull'11/9, Lee Hamilton (nella foto) – voglio i documenti declassificati – stanno facendo il giro del mondo.

Abbiamo lavorato sodo – ha detto Hamilton – ma quando ho saputo che un certo numero di documenti sarebbero stati classificati, sono rimasto deluso e sorpreso.

La Commissione nazionale sugli attacchi terroristici contro gli Stati Uniti, o la Commissione 9/11, è stata istituita nel 2002 dall'allora presidente George Bush per stilare un resoconto sulle circostanze dell'attacco di Al-Qaeda. La Commissione consegnò la relazione il 22 luglio 2004, chiudendo i lavori un mese dopo.

E' stato il parente di una vittima dell'11 / 9, Matthew Solito, il cui figlio era al piano 105 della Torre Uno, a chiedere ai membri della Commissione di sostenere la declassificazione delle pagine.

Nessuno, al momento, può rivelare il contenuto di quei documenti, ma secondo alcune fonti le pagine mancanti dimostrerebbero che l'Arabia Saudita è stata coinvolta negli attentati, fornendo supporto logistico per almeno due dirottatori che vivevano a San Diego.

Secondo il Presidente della Commissione 11/9, Thomas Kean, non ci sarebbe alcun motivo per continuare a mantenere classificato il rapporto. Ma Kean si è spinto oltre affermando il 60/70% di quello che è avvenuto sotto gli occhi del mondo è stato classificato. Nascondere il 60 o il 70% su una vicenda, significa diramarne soltanto alcuni tratti, forse quelli che per evidenti motivi, non potevano essere nascosti all'opinione pubblica.

Vogliamo conoscere i nomi – hanno detto alcuni parenti delle vittime del 9/11 all'agenzia di stampa Ria Novosti – forse quelle pagine mancanti getterebbero nuova luce sul governo Saudita considerato fino ad oggi uno stretto alleato degli Stati Uniti, anche se restano tensioni sulla questione iraniana.

Stati Uniti ed Arabia Saudita, invece, condividono la stessa posizione sulla questione siriana, nel bloccare la crescita di Al- Qaeda nella Regione.

In Arabia Saudita, gli USA possono contare su almeno cinque basi (alcune delle quali interamente ricostrute da Washington), oltre ad una struttura segreta (ma svelata) gestita dalla CIA per missioni Hunter Killer di alto profilo.

L'Arabia Saudita è il più grande produttore di petrolio del mondo e dispone di un quinto delle riserve mondiali. E' sempre l'Arabia Saudita a fissare i prezzi del petrolio, aumentando o diminuendo la produzione.

15 dei 19 dirottatori dell'11/9 erano sauditi.

Franco Iacch