La situazione delle forze armate italiane: i sommergibili della Marina

(di Tiziano Ciocchetti)
06/05/19

Nel corso del periodo della Guerra Fredda, il compito dei nostri sommergibili era quello di posizionarsi nei pressi dei passaggi obbligati del Mediterraneo, allo scopo di operare un efficace sbarramento nei confronti delle unità sovietiche lanciate alla caccia del naviglio alleato.

Con il crollo del Patto di Varsavia e il mutare dei teatri operativi, sono cambiate le missioni delle forze subacquee. Infatti, i sommergibili sono impiegati sempre più in compiti di sorveglianza, raccolta di informazioni e inserimento di operatori delle forze speciali.

L’attuale forza subacquea della Marina Militare è costituita da 8 battelli, quattro classe Sauro e quattro classe Todaro (foto).

Dei Sauro sono in servizio la terza e quarta serie e sono il Pelosi, il Prini, il Longobardo e il Gazzana Priaroggia, entrati in servizio tra il 1987 e il 1995, hanno un dislocamento in immersione che varia dalle 1.500 alle 1.800 tonnellate a seconda del battello.

La classe Todaro, di cui ne fanno parte il Salvatore Todaro, lo Scirè, il Pietro Venuti e il Romeo Romei, sono i sommergibili convenzionali più avanzati al mondo, derivati dal progetto tedesco lanciato negli anni ’90 U-212. Tuttavia questi battelli erano concepiti per operare nei bassi fondali del Mare del Nord (tra i 30 e i 50 metri di profondità), mentre alla Marina italiana serviva un sommergibile che potesse operare in efficienza alle maggiori profondità del Mediterraneo. Fincantieri intervenne per apportare le modifiche necessarie, in special modo per ciò che concerneva le tecnologie e i materiali occorrenti per l’ispessimento dello scafo: si passava così dall’U-212 all’U-212A. La classe Todaro ha un dislocamento in immersione di 1.800 tonnellate ed è sono armati con i nuovi siluri pesanti Blackshark.

I Todaro sono progettati per svolgere varie tipologie di missioni tuttavia, vista la loro silenziosità, si prestano ad avvicinarsi in modo furtivo agli obiettivi sensibili nonché a operare in maniera ottimale nelle aree litoranee: tali caratteristiche rendono questi battelli degli strumenti assai efficaci nella lotta ai trafficanti di clandestini.

Vista l’anzianità di servizio della classe Sauro se ne prevede la prossima radiazione, a partire dai battelli più vecchi. Il Ministero della Difesa ha finanziato l’acquisto, nel 2018, di altri due U-212A, portandone il totale a sei.

Foto: NATO