La riscoperta del calibro 7,62x51

(di Tiziano Ciocchetti)
19/04/19

L’India ha sottoscritto, nel febbraio scorso, un contratto per l’acquisto di 72.400 fucili Sig Sauer 716 G2 (foto) in calibro 7,62x51 mm, come parziale sostituto del fucile di fabbricazione nazionale INSAS in calibro 5,56x45 mm.

Si tratta di una versione semi-automatica, Dmr (Designated marksman rifle), con canna da 16 pollici, regolazione del gas, scatto match bi-stadio e peso a vuoto di 3,9 kg. Inizialmente i nuovi fucili andranno ad equipaggiare le truppe indiane schierate lungo gli oltre 3.000 km del confine con la Cina.

Le grandi distanze di quel particolare teatro operativo (caratterizzato da numerosi scontri di confine, poco pubblicizzati) impongono l’impiego di un calibro superiore, rispetto al 5,56x45 mm.

Proprio per dotare l’Esercito di armamento più idoneo allo scenario operativo, il Governo di Nuova Delhi, ha acquisito - in numero limitato - altri due fucili per i tiri alle lunghe distanze: l’italiano Victrix SCORPIO TGT in calibro .338 Lapua Magnum e il Barrett M-95 in calibro 12,7x99 mm.

Anche in Occidente, tuttavia, si comincia a riconsiderare l’impiego del 7,62x51 mm, soprattutto dopo le esperienze maturate in teatri come l’Afghanistan e l’Iraq.

A tal proposito, il British Army, ha condotto una serie di prove tecniche e tattiche, nell’arco temporale di tre anni (2013-2016), circa l’utilizzo, da parte della squadra di fanteria, della LMG (Light Machine Gun) belga MINIMI in calibro 5,56x45 mm.

Dai test effettuati risulterebbe che circa il 70% dei colpi esplosi con la MINIMI (versione PARA), alle normali distanze d’ingaggio, non abbia colpito il bersaglio! Inoltre, la dispersione del fuoco è risultata così importante da rendere il tiro di saturazione d’area del tutto inefficace (per sostenere tali volumi di fuoco le squadre di fanteria sono costrette a trasportare oltre 20 kg di munizioni 5,56x45 mm).

Le missioni in Afghanistan e Iraq - ma anche il più recente conflitto siriano – hanno evidenziato come gli scontri a fuoco avvengono alle medie/lunghe distanze, dove le prestazioni delle armi camerate con il 5,56x45 mm sono fortemente penalizzate.

Anche le successive prove effettuate, con la MINIMI a canna lunga, hanno dato esiti negativi. Quindi il British Army ha deciso, lo scorso anno, di eliminarle dalla dotazione delle squadre di fanteria (attualmente manca ancora la conferma definitiva da parte dello Stato Maggiore).

Tra le opzioni valutate c’è quella di reintrodurre, al posto della MINIMI, i fucili mitragliatori BREN (L-4A3) in calibro 7,62x51 mm. Altra proposta è quella di aumentare, nella squadra di fanteria, il numero di fucili semi-automatici L-129A1 calibro 7,62x51 mm, in modo da sostituire il fuoco di saturazione con quello di precisione.

Le stesse considerazioni le stanno facendo sia il Corpo dei Marines degli Stati Uniti - con la progressiva sostituzione delle M-249 SAW - che lo U.S. Army con il lancio del programma NGSAR (Next Generation Squad Automatic Rifle), incentrato sull’adozione del nuovo calibro 6,5 mm Creedmoor (v.articolo).

Foto: SIG SAUER / U.S. Marine Corps