La mossa della NATO

06/09/14

La politica di espansione della NATO, ha la sua maggiore espressione nella decisione di rafforzare la difesa dei paesi dell’est Europa con 5 nuovi basi. Questo andrà a ridisegnare i confini incerti di un’area geopolitica che apparteneva al Patto di Varsavia. La mossa successiva, sarà quella di annettere all’Alleanza la Georgia e l’Ucraina.

Le Nazioni coinvolte saranno: Lituania, Estonia, Lettonia, Polonia e Romania. Il piano di risposta agli atteggiamenti russi in merito alla crisi ucraina, prevede una forza di reazione rapida con le peculiarità di un veloce dispiegamento, e di equipaggiamenti pre posizionati nelle 5 basi-deposito.

I tempi stimati per l’intervento in una specifica aerea, dove si stia sviluppando una criticità, sono stimati in 48 ore, con la mobilitazione di velivoli ed unità di superficie.

Il Regno Unito ha già annunciato la partecipazione alla forza “punta di lancia” con 1.000 soldati, sui 4.000 previsti. Nel contempo, la Nato ha autorizzato un'esercitazione su larga scala, che coinvolgerà nove paesi tra cui l'Italia, e sarà la prima di una serie di operazioni di addestramento che interesserà tutto il mese di settembre, fino ai primi di ottobre. Tra queste anche “Rapid Trident” in Ucraina, dal 13 al 20 settembre, alla quale prenderanno parte una dozzina di nazioni.

Tutte le esercitazioni erano già programmate prima dell'invasione della Crimea, ma sono state allargate ad altri stati membri, e passate sotto il comando Nato.

Dal 15 al 29 settembre, in Germania, la “'Loyal Lance” testerà la catena di comando e controllo "nello scenario di intervento in base all'art.5 nei paesi baltici".

Dal 3 al 13 dicembre, è in programma “Trident Lance”, il piu' importante ed articolato esercizio per la catena di comando dal termine della Guerra Fredda.

Un programma addestrativo che non sembra tale, ma piuttosto una dimostrazione di prontezza operativa, la quale unita all’evidenza dello schieramento delle forze NATO ai confini russi, potrebbe ingenerare un innalzamento dei livelli di scontro, già critici, fra i due blocchi.

Giovanni Caprara

(foto: archivio Nato)