“Cambiate rotta o sarete abbattuti. Non ci saranno ulteriori avvertimenti”. È questo il messaggio radio ricevuto da due aerei spia statunitensi che volavano ad un miglio dallo spazio aereo iraniano. Secondo il Pentagono, l’atteggiamento dell’Iran è stato poco professionale, ma la minaccia non è stata mai ritenuta reale.
Non è la prima scaramuccia tra i due paesi che continuano a testare i rispettivi tempi di reazione. L’episodio che ha portato all’avviso di shootdown, si è verificato sabato scorso, 10 settembre. Due velivoli della U.S. Navy, un Boeing P-8 Poseidon (foto sotto) con nove membri di equipaggio ed un EP-3 Aries con a bordo 24 militari, effettuano un volo di ricognizione, 13 miglia al largo della costa dell'Iran, nello Stretto di Hormuz e nel Golfo di Oman. Entrambi i velivoli (così come stabilito dal secondo il diritto marittimo internazionale) si trovano soltanto ad un miglio dalle acque territoriali iraniane, quando ricevono un messaggio radio: “non violate lo spazio aereo sovrano di Teheran o sarete abbattuti. Non seguiranno altri avvertimenti”. Il Pentagono ordina ai due velivoli spia di ignorare la potenziale minaccia e di continuare la missione senza mai violare lo spazio aereo iraniano.
In una successiva nota della U.S. Navy, citando fonti di intelligence, si afferma che la minaccia non è mai stata ritenuta reale. Secondo i servizi segreti statunitensi, non vi erano lanciamissili iraniani nella zona. Due settimane fa, il generale di brigata Abdollah Reshadi, ha affermato che l’Iran monitora costantemente i cieli a livello nazionale per osservare e rilevare l'attività ostile dal Golfo Persico al Mare di Oman.
Nonostante gli accordi sul nucleare, le tensioni nella regione continuano ad aumentare. La U.S. Navy ha più volte ribadito la necessità di stabilire regole di comportamento tra l'Iran e gli Stati Uniti per evitare un conflitto armato. Dall’inizio dell’anno ad oggi, secondo i rapporti del Pentagono, ci sono stati più di 30 incontri ravvicinati tra le navi iraniane e quelle americane. Episodi che, secondo gli USA, sarebbero avvenuti in modo non professionale.
Domenica scorsa, il portavoce del capo delle forze armate dell'Iran ha respinto le accuse degli Stati Uniti, affermando che le azioni sono in linea con il diritto internazionale.
Attraverso lo Stretto di Hormuz transita un quinto dei flussi di approvvigionamento di petrolio del mondo.
(foto: Islamic Republic of IRAN Air Force / U.S. Navy)