Iran, annunciato lancio di tre satelliti: USA temono copertura per test balistici intercontinentali

(di Franco Iacch)
31/08/16

Il satellite Dousti (Amicizia) realizzato dalla Sharif University of Technology, sarà lanciato nella seconda metà dell’anno iraniano, iniziato lo scorso 20 marzo. È quanto comunica il direttore dell’ISA, Iranian Space Agency, Mohsen Bahrami.

Il secondo satellite, il Tolou (Alba), seguito da un terzo, sarà lanciato il prossimo anno. Secondo il ministro iraniano delle Comunicazioni, Mahmoud Vaezi, saranno messi in orbita dei satelliti di telerilevamento con applicazioni ambientali. L’ultimo satellite iraniano messo in orbita con successo nel febbraio dello scorso anno è stato il Fajr (Aurora). Dotato di navigazione GPS, il quarto satellite realizzato in patria ha iniziato a trasmettere i dati alle due stazioni a terra.

L’Iran ha messo in orbita il suo primo satellite costruito in patria, Omid (Speranza) nel 2009, seguito dal Rasad (Osservazione) nel 2011 e dal satellite sperimentale Navid-e Elm-o Sanat (Araldo della Scienza e dell'Industria) nel 2012.

L’annuncio dell’Agenzia Spaziale Iraniana non è stato ben accolto da Israele e Stati Uniti. I due paesi temono possa trattarsi di una copertura, considerando che la tecnologia spaziale condivide in parte alcuni sistemi principali utilizzati in quella militare di proiezione. L' Iranian Space Agency, secondo Israele e Stati Uniti, agirebbe come copertura per perfezionare la tecnologia balistica intercontinentale dell’Iran, vietata dalle Nazioni Unite e nei recenti accordi sul nucleare. Il Dipartimento di Stato si limita a ribadire le preoccupazioni di lunga data, condivisi dalla comunità internazionale, per lo sviluppo dei missili balistici iraniani.

Lo scorso aprile, l’Iran ha lanciato un nuovo razzo vettore, realizzato sfruttando in parte la tecnologia missilistica della Corea del Nord, potenzialmente in grado di trasportare un carico utile nucleare. Il razzo Simorgh, forse lanciato dalla base di Semnan, a circa 125 miglia ad est di Teheran, non avrebbe messo in orbita alcun satellite. Il Simorgh (Safir-2) sfrutterebbe il know-how acquisito dalla Corea del Nord per una tecnologia largamente impiegata nel missile iraniano Shahab-3.

(foto: archivio IRNA)